Aumento bollette, Nadef e riforma fiscale: i dossier all’esame del governo
Sulla delega fiscale l’ok dell’esecutivo potrebbe arrivare solo nell’ultima settimana di settembre. Anche perché permangono divisioni nella maggioranza sul capitolo catasto
di Andrea Carli
I punti chiave
4' di lettura
Ottenuto l’obbligo del Green Pass per tutti i lavoratori, del pubblico e del privato, l’attenzione del Governo ritorna tutta sulle misure di politica economica e sulle riforme chieste dalla Commissione europea nell’ambito del Pnrr, Il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Verso Cdm il 23 settembre
Sul tavolo della riunione del Consiglio dei ministri, che si terrà probabilmente giovedì 23 settembre, dovrebbe arrivare per ottenere il via libera del Governo un provvedimento “d’urgenza” per contenere l’impatto su famiglie e imprese dell’aumento delle bollette di luce e gas (scatterà da ottobre, un rincaro di almeno il 30%).
Difficile invece che già in quella occasione venga approvata la Nota di aggiornamento al Def (Nadef), documento che va presentato al parlamento entro il 27 settembre (il via libera potrebbe arrivare tra venerdì 24 e lunedì 27) .
Così come è difficile che sia il Consiglio dei ministri di questa settimana a far scattare il semaforo verde per il disegno di legge sulla riforma fiscale. Allo stato attuale sul tavolo ci sono 2,3 miliardi del fondo per ridurre la pressione fiscale istituito dalla legge di bilancio dell'anno scorso, rimasti liberi dall'ipoteca del finanziamento all'assegno al nucleo. Una copertura che potrebbe essere rafforzata dalla Nadef. Tra le priorità espresse da una parte ampia della maggioranza c'è un nuovo intervento di riduzione del cuneo fiscale.
Infine, gli uffici del ministero del Lavoro e del Mise sono al lavoro sul provvedimento anti-delocalizzazione (un dossier sul quale permangono divergenze tra il ministero dello Sviluppo economico e quello del Lavoro). Anche questo pertanto non dovrebbe ottenere il via libera in occasione del Consiglio dei ministri in agenda per questa settimana. Non è escluso un emendamento al decreto sulla crisi d'impresa all'esame del parlamento.
Decreto ad hoc contro il caro bollette
Per ora dunque la soluzione che dovrebbe ottenere con maggiore probabilità il via libera del Governo è Il decreto per l’azzeramento una tantum degli oneri di sistema in bolletta - un intervento da almeno 3,5 miliardi - mentre ulteriori misure dovrebbero essere rimandate alla legge di bilancio. Il provvedimento punterebbe a ridurre di un terzo l'impatto da 9 miliardi degli aumenti in arrivo - la stima è di un 40% per l'elettricità e di un 31% per il gas - sulle bollette degli utenti in maggior tutela (famiglie e microimprese). Per quanto riguarda le coperture, circa 750 milioni dovrebbero arrivare dalle aste delle quote di emissione CO2 (Ets); il resto dalle risorse stanziate e rimaste inutilizzate nell’ambito dei bonus o dei ristori alle imprese che il governo ha messo in campo per contenere l’impatto dell’emergenza economica scaturita dal coronavirus (si veda anche Il Sole 24 Ore del 19 settembre).
Conto alla rovescia per la Nadef: entro il 27 settembre
Tempi più lunghi rispetto al Cdm settimanale potrebbero essere necessari per il via libera del Governo alla Nadef. Il documento viene presentato alle Camere entro il 27 settembre di ogni anno per aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica del Def in relazione alla maggiore disponibilità di dati ed informazioni sull'andamento del quadro macroeconomico e di finanza pubblica. Difficile che il documento ottenga il via libera già il 23 settembre. Sul debito «la nuova stima nella Nadef sarà significativamente migliore di quella indicata nel Documento di economia e finanza», ha anticipato il ministro dell’Economia Daniele Franco a margine dell'Ecofin informale in Slovenia.
La trattativa sulla riforma del fisco
Il documento di politica economica fornirà più di un indizio non solo sulla manovra d’autunno ma anche sulla riforma del fisco, altra probabile protagonista della prossima riunione dell’esecutivo. Ecco perché il governo potrebbe decidere di approvare insieme la Nadef e la riforma del fisco, che nel cronoprogramma iniziale del Pnrr era indicativamente prevista prima della pausa estiva. Il tutto potrebbe avvenire la prossima settimana. La sensazione è che Draghi non voglia una riforma eccessivamente costosa - l’obiettivo è l’invarianza di gettito - anche perché, se è vero che il deficit migliora è vero anche che il debito italiano resta altissimo. Ed è tutt’altro che scontato che il patto di stabilità, una volta archiviata la fase pandemica, non torni con tutto il suo rigore. Sulla riforma del fisco incombe lo spinoso tema del catasto. Su questo dossier permangono distanze sostanziali all’interno della maggioranza. Sia la Lega sia i Cinque Stelle hanno chiuso a qualsiasi ipotesi che possa determinare un aumento della tassazione della casa. Un’ipotesi è che alla fine l’esecutivo metta in campo una riforma inizialmente piu’ ’”light” a partire dal tema più divisivo. L’intenzione di Draghi e dell’esecutivo sarebbe quella di fare solo un primo passo sul catasto, con dichiarazioni di principio nella riforma del fisco. Inserendo nella delega dei principi ispiratori che si limitino ad indicare la direzione verso la quale l’esecutivo vuole andare su un tema, quello del valore degli immobili, che attende una riforma dal 1989.
La riforma della concorrenza slitta a ottobre
Per la riforma della concorrenza, particolarmente “cara” a Bruxelles, occorrerà attendere ottobre, probabilmente il secondo turno delle elezioni amministrative. Dopo aver recepito le indicazioni dell’Antitrust, il premier punterebbe a un intervento incisivo, che includa i due temi dei balneari e degli ambulanti oggetto da anni di procedure d’infrazione europee. Si starebbe lavorando alla messa a gara, tenendo però conto dell’esigenza di contemperare alcuni aspetti che riguardano i piccoli concessionari, con clausole di tutela sociale e la previsione di corsie preferenziali per chi detenga una licenza di lunga data. Una volta lasciata alle spalle la tornata elettorale, anche lo stop del leader della Lega Matteo Salvini potrebbe essere meno perentorio.
loading...