«Caro cittadino ti scrivo». Quando Conte prende carta e penna e scrive ai giornali
Il presidente del Consiglio è solito ricorrere a missive, non solo quando deve illustrare alla Commissione Ue le politiche di bilancio dell’esecutivo giallo verde, ma anche quando intende spiegare ai lettori le scelte politiche compiute
di Andrea Carli
3' di lettura
«Caro cittadino di Lombardia e Veneto ti scrivo». Travolto dalle critiche dei governatori leghisti del Nord sulla riforma dell’autonomia differenziata, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha preso carta e penna per scrivere una lettera al Corriere della Sera e illustrare la sua posizione in merito. L’incipit riecheggia quello della famosa canzone di Lucio Dalla.
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Questa settimana è la seconda volta che Conte ricorre a questa soluzione. Il premier è solito scrivere lettere, non solo alla Commissione Ue per illustrare le politiche di bilancio dell’esecutivo giallo verde, ma anche ai lettori della carta stampata, nel momento in cui avverte l’esigenza di fornire a chi legge una chiave di lettura sulle scelte politiche fatte.
«Cari cittadini della Lombardia e del Veneto»
«Cari cittadini della Lombardia e del Veneto - recita il testo dell’ultima lettera in ordine di tempo, quelle pubblicata oggi sul Corriere della Sera - ritengo doveroso rivolgere, a voi direttamente, un chiarimento. Su molti giornali stanno montando le polemiche sul tema dell’autonomia differenziata, alimentate anche da dichiarazioni di esponenti delle forze di maggioranza, ma in particolare delle prese di posizione dei governatori delle vostre Regioni». Conte rivendica il lavoro che il governo sta facendo. Chiede «rispetto per me e per tutti i ministri che stanno lavorando con me, indistintamente, della Lega e del Movimento 5 Stelle. Le agenzie riportano, da ultimo, dichiarazioni che scadono nell’insulto, tanto più inaccettabili in quanto pronunciate da rappresentanti istituzionali e rivolte a rappresentanti istituzionali».
Due lettere nella stessa settimana
Questa settimana è la seconda volta che il premier scrive. Giovedì un’altra lettera, questa volta a La Repubblica, questa volta per spiegare di aver agito, nelle trattative Ue e non solo, «in trasparenza e nella fedeltà assoluta agli interessi del Paese».
Dalla manovra a un’eventuale crisi di governo: i temi affrontati
Oltre alla scelta della Lega sul non voto a von der Leyen, nel testo Conte ha affrontato altri temi: la prossima manovra di bilancio, la vicenda Lega-Russia e la sua posizione in caso di crisi di governo e di nuove ipotetiche maggioranze. Prima della nomima della presidente della Commissione Ue, ha ricordato in quell’occasione, «ho invitato i parlamentari europei delle forze politiche che sostengono la maggioranza interna ad appoggiare questa candidatura». Sulla decisione della Lega di votare nel senso opposto, ha spiegato: «Non sono in condizione di prefigurare se questa contrarietà avrà ripercussioni sulle trattative che si svolgeranno per definire la composizione della squadra di neo-Commissari», però, «di certo non si tratta di rivendicare una “poltrona” a beneficio di una singola forza politica. Si tratta di difendere gli interessi nazionali e di rivendicare per l'Italia il posto di prestigio che merita». Se questa esperienza di governo dovesse interrompersi in via anticipata, ha continuato Conte, «non mi presterò a operazioni opache o ambigue». E ha assicurato che il percorso si realizzerà «in modo lineare e trasparente, nelle sedi appropriate, per rispetto del Parlamento e dei cittadini».
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Mercoledì la prova al Senato sul Russiagate
Considerato che sono ore caratterizzate da crisi di nervi all’interno della maggioranza M5S-Lega - mercoledì sarà una giornata “di fuoco”, con il premier a riferire in aula al Senato sul Russiagate e la possibile replica di Matteo Salvini dai banchi della Lega -, Conte potrebbe riprendere in mano carta e penna già nelle prossime, politicamente non facili, ore.
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