2' di lettura
Il forte aumento dei costi energetici e delle commodity alimentari, destinate all’allevamento, ha avuto un impatto importante sulla produzione di latte e sulla zootecnia veneta. I settori hanno sofferto anche degli effetti del caldo eccessivo e del calo dei consumi derivati dall'impennata dell'inflazione.
Per quanto riguarda il primo segmento, il Report di Veneto Agricoltura mette in luce il calo del numero degli allevamenti, 2.807 al 30 settembre (- 92 stalle; -3%) e la conseguente contrazione nella produzione di latte che si riduce a circa 12mln di quintali (-1,3%). Il prezzo medio annuo è salito a 45,8 euro per ettolitro (senza Iva e premi), + 24% rispetto all’anno precedente. Poiché circa l’80% del latte viene dirottato sulla produzione di casearia Dop, la flessione di consegne ha avuto conseguenze sulla produzione di formaggi: il Grana Padano evidenzia un calo di forme del -3%, l’Asiago d’allevo e il Piave flettono a due cifre (-34% il primo; -23% il secondo).
Se si sposta l’attenzione sulla zootecnia, la regione si caratterizza per produzione bovina del vitellone e in parte per il vitello a carne bianca, complessivamente in calo del 3,5%. Il numero di allevamenti da carne è stabile a circa 6mila unità. I prezzi degli animali da macello sono aumentati in conseguenza all’incrementi dei costi di allevamento. Il mercato ha risposto con una riduzione dei consumi domestici. Anche nella produzione di carne suina, concentrata nelle province di Verona e Treviso, che porta il Veneto tra le regioni della filiera di alta qualità Igp-Dop, si è evidenziata una contrazione degli animali macellati, pari a 779,5mila capi (-2,4%), circa il 7,5% del totale nazionale.
Male l’avicolo, specializzazione in cui il Veneto risulta primo in Italia. Il totale dei capi mandati al macello nei primi tre trimestri del 2022 è sceso del 15,4%. A pesare sul trend ancora l’aumento dei costi di allevamento, la presenza di focolai di influenza aviaria, che nei primi quattro mesi dell’anno ha costretto ad un numero considerevole di abbattimenti e la minore richiesta al consumo (-2,9%). Meno pesante la situazione degli allevamenti da uova, la cui produzione si è mantenuta stabile. Nel periodo è risultata a rischio soprattutto la redditività delle imprese, ragion per cui la Regione sembra intenzionata ad aprire un tavolo con il ministero dell’Agricoltura e sovranità alimentare, per sostenere le aziende.
- Argomenti
- produzione
- Treviso
- Italia
loading...