Carpi, a Moda Makers le Pmi incontrano i buyer internazionali
di Natascia Ronchetti
2' di lettura
È un piccolo salone, ospitato in un capannone industriale di 2.700 metri quadrati messo a disposizione dal Comune. In pochi anni ha però saputo ritagliarsi un profilo internazionale: i buyer – costituiti da grossisti e distributori - arrivano da trenta Paesi del mondo, dall’Europa al Giappone per arrivare alla Corea del Sud. Nel distretto della moda di Carpi torna Moda Makers: ottava edizione, dal 12 al 14 novembre. Quattro anni fa fu una scommessa. Adesso è un punto di riferimento per le micro e le piccole imprese, fino a 49 addetti, che costituiscono l’ossatura del cluster.
La forza della subfornitura
Rappresentano il 95% del totale delle aziende del sistema moda carpigiano, che sono complessivamente 783. Una galassia che si muove nella filiera della subfornitura, intorno a big come Liu Jo, Twinset, Blufin, Champion Europe, solo per citare alcune delle prime 15 imprese del distretto per fatturato. Ma che produce anche marchi propri con i quali tenta di aprirsi nuovi varchi all’estero. «Oggi è d’obbligo rivolgersi alle manifestazioni dove ci sono molti buyer stranieri, il mercato interno, con la domanda che arretra, non dà opportunità di crescita», spiega Tamara Gualandi, amministratore unico e contitolare, insieme a Luciana Martinelli, di Donne da sogno, tre brand, sette dipendenti e un fatturato di 2,6 milioni. Donne da sogno è una delle 64 imprese che partecipano quest’anno a Moda Makers, organizzato dal consorzio ExpoModena nell’ambito del progetto Carpi Fashion System, promosso dalle associazioni di categoria – Cna, Confindustria, Confartigianato -insieme al Comune, con il contributo della Fondazione cassa di Risparmio di Carpi.
Il traino dall’estero
Tutte insieme sviluppano un fatturato di 69 milioni di euro e concentrano 368 dipendenti, sugli oltre 6.700 impiegati nelle aziende che costituiscono il distretto. E tutte sono alla ricerca di una ribalta internazionale, di una crescita sorretta dalla domanda proveniente da oltreconfine. «Parliamo di un evento che permette a tante aziende di affacciarsi sull’estero – spiega Roberto Bonasi, presidente del consorzio ExpoModena -. L’internazionalizzazione è del resto uno dei quattro assi di Carpi Fashion System, insieme a formazione, innovazione e promozione, per favorire la crescita del nostro sistema moda». Circa mille i visitatori attesi, anche dall’Est Europa e da Hong Kong.
Un distretto artigiano
Oggi lo storico cluster, nato con la produzione di camiceria poi soppiantata dalla maglieria, «deve anche affrontare le difficoltà del pronto moda, dopo il boom degli anni Ottanta che ha fatto nascere centinaia di piccole aziende artigiane creando una filiera della subfornitura fatta di tante specializzazioni», spiega Gualandi. Tutte le aziende espositrici hanno già una quota di produzione destinata all’export, l’obiettivo è quello di incrementarla, di fronte alla perdita sul mercato domestico. Mercato al quale il distretto carpigiano, che sviluppa un fatturato di circa 1,4 miliardi, è ancora molto ancorato: l’export genera infatti il 37% del volume d’affari.
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