Carpineto investe su ricerca e sostenibilità per crescere
In arrivo a Greve una nuova linea di imbottigliamento da 2,4 milioni che servirà per il Chianti Classico. Pannelli solari, impianti di irrigazione e parco macchine nuovi per tagliare i costi dell'energia
di Silvia Pieraccini
3' di lettura
I sogni si possono avverare. Anche quelli di due giovanotti un po’ incoscienti, un veneto e un pugliese, che negli anni Cinquanta si misero in testa di fare il vino “buono” e, dopo aver provato col bianco vicino a Frascati, nel 1967 comprarono all’asta 12 ettari a Greve in Chianti, in Toscana. Era l’epoca in cui dalle campagne i contadini volevano scappare per andare a lavorare in città, e il Chianti era lontano dal diventare una delle migliori aree vinicole al mondo per i rossi.
Da quell’acquisto fatto da Giovanni Carlo Sacchet, 19 anni, e Antonio Mario Zaccheo, 23 anni, è nata Carpineto, l’azienda che ancora oggi fa capo alle due famiglie e che ha scommesso sulla Toscana: conta cinque tenute nelle denominazioni storiche, Chianti Classico, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino, oltre che in Maremma e Valdarno, per un totale di 200 ettari di vigneti, 30 etichette e 3,5 milioni di bottiglie prodotte all’anno.
«La nostra forza è il buon rapporto qualità-prezzo», spiega elencando i punteggi ottenuti nelle guide vinicole Antonio Michael Zaccheo, figlio del fondatore che segue l’export ed è appena tornato dal Vinitaly, a cui l’azienda partecipa da sempre: «Ma chissà se lo faremo ancora in futuro», dice. Quel che è certo, invece, è che Carpineto intende accelerare sulla strada della sostenibilità, imboccata 25 anni fa alleggerendo il peso delle bottiglie e ora focalizzata sul miglioramento delle performance. Tutte le cantine di Carpineto sono certificate Viva (il programma del ministero dell’Ambiente sulla sostenibilità del comparto vitivinicolo) e dal 2017 il gruppo redige il bilancio di sostenibilità. «Una delle strategie che ci guidano è il contenimento dei consumi energetici», aggiunge Zaccheo spiegando che, grazie a 200 ettari di boschi e oliveti, l’azienda ha un saldo netto positivo nell’impronta di carbonio (l’ossigeno immesso in atmosfera supera del 26% le emissioni di Co2 di tutti i processi).
«Ma non ci accontentiamo – sottolinea – e negli ultimi due anni abbiamo investito 800mila euro per rinnovare il parco macchine agricolo delle tenute, acquistando trattori 4.0 che consumano meno e aiutano a migliorare l’agricoltura di precisione, e abbiamo installato colonnine di ricarica per auto e bici elettriche per favorire la sostenibilità dell’enoturismo». Impianti di irrigazione (investiti 150mila euro) e invasi alimentati dall’acqua piovana (uno già realizzato, un altro in programma) sono le altre sfide per il risparmio idrico. Ora è la volta delle energie rinnovabili. L’impianto fotovoltaico in funzione nella tenuta di Montepulciano è stato appena potenziato oltre i 200 kilowatt, e copre all’80% il fabbisogno elettrico. Nella tenuta di Greve saranno investiti 320mila euro per installare, entro l’anno, pannelli fotovoltaici sempre da 200 kilowatt sul tetto della cantina, che la faranno avvicinare all’autosufficienza.
L’ultimo tassello è una nuova linea di imbottigliamento sempre a Greve, che servirà per il vino Chianti Classico: «Stiamo investendo 2,4 milioni – spiega Zaccheo – in una linea digitalizzata che consumerà meno energia e si collegherà col sistema informatico aziendale nella gestione degli inventari, aiutandoci ad essere più puntuali».
L’obiettivo ora è spingere la crescita dopo gli impegnativi anni del Covid. «Abbiamo capito che il vino è immune alla pandemia – aggiunge Zaccheo – perché la gente costretta a stare in casa ha fatto acquisti online». Carpineto nel 2020 ha tenuto nelle quantità vendute (3,2 milioni di bottiglie) perdendo solo qualche punto di fatturato («è stato un miracolo»). Nel 2021 sono cresciute sia le bottiglie vendute (3,5 milioni) che il fatturato, arrivato a 18 milioni di euro per il 90% realizzato all’estero, in 70 Paesi in testa Usa, Canada, Germania, Giappone, Regno Unito. Il 2022 è stato un anno difficile per gli approvvigionamenti, gli aumenti energetici e l’inflazione («non c’era più l’euforia del 2021») ma Carpineto è riuscita a tenere le posizioni (-2% le bottiglie).
Quest’anno è cominciato sui livelli del 2022, con grandi tensioni internazionali: «Dobbiamo capire se il vino, dopo essere stato immune alla pandemia, è immune anche alle crisi finanziarie». Ma intanto l’azienda ha progettato nuovi interventi: nei prossimi cinque anni investirà 5-6 milioni per rinnovare vigneti e fare una bottaia a Greve. Tra i programmi futuri c’è anche l’ospitalità, con la ristrutturazione di una casa colonica a Montepulciano.
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