Carrefour, VéGé e Gruppo Pam: Nuova alleanza italiana nelle centrali d’acquisto
di Giovanna Mancini
3' di lettura
l risiko delle alleanze che sta ridisegnando la mappa della grande distribuzione a livello internazionale lascia il segno anche in Italia. Carrefour italia, Gruppo VéGé e Gruppo Pam hanno dato vita a una nuova Centrale d’acquisti, con l’obiettivo dichiarato di valorizzare le produzioni industriali – dell’industria di marca come delle piccole e medie imprese fornitrici – e garantire prezzi equi ai clienti. Nasce così la nuova AiCube, che della vecchia AiCube (di cui facevano parte VéGé e Gruppo Pam) mantiene soltanto la sigla ma cambia nome e sostanza: da Associazione imprenditori italiani indipendenti ad Associazione delle imprese internazionali indipendenti.
Un soggetto che, con 16 miliardi di euro di giro d’affari complessivo (comprensivo dei gruppi mandanti) e quasi 5.200 punti di vendita in tutte le regioni italiane, diventa la quarta centrale italiana con il 14,3% delle quote di mercato (fonte Gnlc Nielsen), alle spalle di Esd Italia (17,5%), Coop (16,5%) e Conad+Finiper (15,2%). Una realtà «completamente nuovo», precisa l’amministratore delegato di VéGé, Giorgio Santambrogio, che precisa: «Non è un’operazione muscolare, ma la volontà di evolvere per affrontare i cambiamenti del mercato».
Cambiamenti innescati soprattutto dalle innovazioni del digital, ma anche da uno scacchiere internazionale in fermento, con sempre più frequenti operazioni tra grandi gruppi: l’alleanza tra Carrefour e Tesco; quella tra Auchan e Gruppo Casino; l’acquisizione di Asda (gruppo Wal-Mart) da parte di Sainsbury’s; quella di Whole Foods da parte di Amazon.
L’accordo che dà vita alla nuova AiCube ha valenza esclusivamente nazionale, una durata almeno triennale e vede i tre soci fondatori in una posizione «totalmente paritetica», aperto all’ingresso di altre organizzazioni distributive. Come dire: il processo di concentrazione in Italia non è ancora finito. Tra gli obiettivi dell’alleanza (che ha avuto PwC come advisor strategico), ha precisato il presidente del gruppo VéGé Nicola Mastromartino, quello di «garantire prezzi più convenienti ai nostri clienti, ma anche di tutelare le piccole e medie imprese». Un punto importante, quest’ultimo, perché la crescente concentrazione tra gruppi della distribuzione ha messo in allarme il mondo della produzione. Ma il senso di alleanze come questa, precisa Santambrogio, è al contrario «assicurare un nuovo equilibrio nei rapporti commerciali tra industria e distribuzione, a tutela delle piccole e medie imprese». Da entrambe le parti: «L’associazionismo è un modo per far vivere anche le piccole e medie aziende della distribuzione, in un mercato sempre più competitivo», osserva il presidente del Gruppo Pam, Salvatore Dina .
L’accordo si propone inoltre di valorizzare le produzioni made in Italy, mettendo “a disposizione” dei fornitori delle tre catene partner (550 in tutto, di cui circa 500 italiani) gli scaffali di oltre 5mila punti vendita in Italia, oltre che sinergie sul fronte della marca del distributore, politiche comuni verso i copacker per la private label “premium”. Ma si tratta anche di «un’opportunità per l’industria di marca, rispetto alle logiche discount», sottolinea Santambrogio. Senza contare le potenzialità che si aprono anche oltreconfine, come ricorda Stéphane Coum, presidente di Carrefour Italia, gruppo che «già oggi esporta 640 prodotti di circa 100 fornitori italiani nei nostri negozi di Francia, Belgio e Spagna per un totale di oltre 180 milioni di euro».
Infine, cruciale il tema delle sinergie sui servizi: la forza AiCube consentirà ai partner di trattare condizioni migliori con i gruppi ad esempio del’energia e della telefonia, con un contenimento dei costi che andrà a favore dei prezzi finali per i clienti. Sul fronte della logistica, al momento non ci sono hub comuni, ma «ci lavoreremo», assicurano i soci.
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