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Cartelle, nel decreto Aiuti pressing sulle rateizzazioni

L'attenzione del Parlamento torna a concentrarsi ancora una volta sulle rateizzazioni delle cartelle e sulle possibili riaperture delle rottamazioni

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Fisco, rottamazione "inutile": magazzino cartelle sopra i 1.100 miliardi

2' di lettura

Non di sola delega vive il Fisco. Il ritorno nel vivo dell’esame della riforma non esaurisce gli sforzi che il Parlamento dedica alla sempre fortunata materia fiscale; e che sono destinati a esercitarsi presto anche nella ricca partita degli emendamenti in arrivo per il decreto Aiuti.

L’attenzione torna a concentrarsi ancora una volta sulle rateizzazioni delle cartelle e sulle possibili riaperture delle rottamazioni. Al primo tema guarda Italia Viva, che propone di utilizzare l’occasione del decreto Aiuti per una revisione organica dei criteri che guidano la rateizzazione.

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Parametri ampi in cambio di certezze

L'obiettivo è il riordino di una materia che nei lunghi mesi dell’emergenza pandemica è stata al centro di sospensioni, modifiche e riaperture in un lavorio fitto quanto scoordinato come spesso capita alle nostre regole fiscali. Per mettere un punto fermo, Iv propone di fatto uno scambio: parametri più ampi accompagnati però da più certezze per l’Erario.

La proposta che confluirà in un emendamento al decreto Aiuti chiede prima di tutto di portare al raddoppio, da 60mila a 120mila euro, il limite del debito che si può rateizzare senza dover certificare una condizione di difficoltà economica con l’Isee per le persone fisiche o i bilanci per quelle giuridiche. Il tetto, poi, andrebbe calcolato per singola cartella, e non cumulando i debiti del contribuente.

Margini estesi per saltare le rate

Una terza mossa di favore allargherebbe da cinque a otto il numero delle rate che si possono saltare senza decadere dalla dilazione. In cambio, però, finirebbe in archivio il complesso sistema attuale dei “ripescaggi”, che permettono ai contribuenti decaduti di rientrare sul treno delle rate e finiscono per incentivare un utilizzo strumentale del beneficio fiscale. Spesso, come mostrano i dati forniti in Parlamento dall’agenzia delle Entrate-Riscossione, molti contribuenti versano il primo chip che serve ad avviare il meccanismo e poi non si presentano agli appuntamenti successivi.

Più tempo per i decaduti

Dei decaduti dalle rottamazioni si occupano invece i Cinque Stelle, che puntano a riproporre il correttivo già tentato senza successo al Senato nel decreto Bollette. In pratica si tratta di una proroga del termine per la rateizzazione delle cartelle pendenti al 30 novembre 2022, riaprendo così una finestra che si era chiusa il 30 aprile scorso.

Al centro dell'agenda leghista resta invece la richiesta di «una grande pace fiscale», rilanciata ancora nelle scorse ore dal segretario del Carroccio Matteo Salvini.

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