ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùDdl di bilancio

Pignoramento conti correnti: l’Italia torna sui suoi passi, ma cosa succede in Europa?

In Spagna accesso diretto ai conti e blocco di auto, immobili del debitore che non paga il debito allo Stato. In Francia arriva l’avviso e la banca è obbligata a sbloccare le somme

di Marco Mobili

Meloni: "Tuteleremo case degli italiani da occupazioni abusive e pignoramenti"

3' di lettura

I pignoramenti sprint, con la possibilità per il fisco di incassare subito il proprio credito bloccando rapidamente la disponibilità sul conto corrente del debitore, è una procedura ampiamente utilizzata da tempo anche dai principali partner europei. Spagna, Francia e Inghilterra nel dare la caccia agli evasori, perché sempre di questi soggetti stiamo parlando, utilizzano lo stesso meccanismo che il governo italiano puntava ad adottare con l’attuazione della delega fiscale nella parte in cui occorre efficientare la riscossione di tasse e contributi. E che ce ne sia bisogno di accelerare e rendere efficace l’azione di recupero nei confronti degli evasori lo dicono sempre i numeri: i tentati pignoramenti presso terzi rappresentano il 47% dei carichi complessivi (256,1 miliardi) per i quali sono state effettuate azioni di recupero non andate però a buon fine. In un documento sulla manovra, la Fabi , principale sindacato dei bancari, ha raccolto le informazioni sulle regole fiscali in alcuni paesi europei. Eccole.

I più severi gli spagnoli

L’Hacienda, l’autorità spagnola pur di incassare i crediti maturati nei confronti dei contribuenti che non saldano il conto delle cartelle esattoriali non fa sconti. L’agente della riscossione può accedere direttamente ai conti correnti dei debitori e, rispetto all’Italia dove gli strumenti sui pignoramenti di beni mobili e immobili è sempre meno utilizzato, può prelevare gli importi dovuti e bloccare i conti fino a quando non verrà saldato il debito. In aggiunta può pignorare proprietà, autoveicoli e altri beni di chi non paga le tasse.

Loading...

Sotto la Torre Eiffel arriva l’avviso a terzi

L’Agenzia di riscossione francese può accedere ai conti correnti bancari, grazie ad una procedura chiamata ATD, l’Avis à Tiers Détenteur. Non esiste nessuna una procedura di ordine di esecuzione forzata e, una volta che l’istituto di credito riceve l’avviso del fisco francese la stessa banca è obbligata a dichiarare il saldo dei conti correnti e a trasferire i soldi all’Erario.

Oltre la Manica

L’Agenzia di riscossione inglese (Hmrc) ha anche lei le mani sostanzialmente libere per recupere i suoi crediti maturati nei confronti dei contribuenti inglesi. Gli uffici possono riscuotere alcuni debiti fiscali accedendo direttamente ai conti correnti bancari dei cittadini. Come voleva fare l’Italia in una delle ultime bozze della legge di bilancio circolate giovedì scorso, il Fisco londinese incaricato di rincorrere i debitori si deve fermare davanti a importi minimi. Il debito fiscale escluso dall’accesso diretto sui conti correnti se l’importo è inferiore o pari a 1000 sterline.

Cambio in corsa in Italia

Il pignoramento sprint sui conti correnti, ben lontano dall’essere un prestito forzoso ma un recupero su chi le tasse e i contributi non li paga, travolto dalle polemiche politiche ora non è più esplicitato nell’ultima versione del Ddl di bilancio e su cui il governo ha corretto il tiro limitandosi a prevedere «la possibilità di utilizzo di strumenti informatici per efficientare strumenti già esistenti utilizzati per il recupero d’importi relativi a cartelle esattoriali per le quali il contribuente non ha presentato ricorso e non ha ottenuto una sospensione giudiziale».

Fisco guarda nei conti correnti, pignoramenti piu' veloci

Pignoramenti sui conti già in uso

Oggi lo strumento del pignoramento presso terzi è già in uso da tempo anche in Italia. E per la cosiddetta riscossione coattiva rappresenta oggi la sola misura per recuperare quelle somme iscritte a ruolo che troppe volte gli evasori non pagano e che nel tempo finiscono per alimentare quel maxi magazzino di cui sempre si parla e che viaggia sui 1.100 miliardi di euro di carichi inesigibili, veri e propri Npl di Stato. Dai dati del 2022 ad esempio il pignoramento presso terzi è stato utilizzato 256.466 volte e di questi 43.978 si riferiscono a pagamenti della Pubblica amministrazione. Ma non finisce qui.

Gli incassi realizzati sui conti correnti

L’agente pubblico della riscossione puntando direttamente ai conti alle disponibilità del debitore nel 2022 ha incassato poco più di un quarto dei 3,9 miliardi versati nelle casse dello Stato con le procedure di riscossione. Oggi i pignoramenti presso terzi valgono in valore assoluto poco meno di un miliardo (997,25 milioni) e in percentuale il 25,7% del totale dei recuperi effettuati con la riscossione coattiva. In termini di efficacia i pignoramenti presso terzi hanno un indice pari al 20,1% ed è tornato ai livelli 2019 pre Covid. Indice che è calcolato come il rapporto tra il numero delle azioni ad “alta efficacia” ed il numero complessivo delle azioni realizzate. Secondo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni , «il pignoramento dei conti correnti va valutato a fondo perché può avere un impatto sociale non irrilevante. Se lo Stato deve recuperare grandi somme dagli evasori, potrebbe prima guardare ai 198 miliardi di euro detenuti nei paesi off shore e dovrebbe cercare di far emergere i 192 miliardi di economia sommersa».

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti