Case, nel I trimestre 2023 acquisti in calo dell’8,3%, ma per i prezzi bisogna attendere
Secondo le statistiche regionali Omi, le transazioni diminuiscono fortemente in tutti i capoluoghi e in particolare sono in calo di oltre il 20% a Milano e Bologna. A soffrire sono soprattutto le metrature oltre i 100mq. Per una riduzione dei prezzi, però, bisognerà attendere la seconda metà dell’anno, soprattutto per le case più vecchie e da ristrutturare
di Laura Cavestri
4' di lettura
Il calo ora si vede. E parla con i numeri. Secondo le ultime statistiche regionali OMI, rese note ieri, nel I trimestre 2023 (sullo stesso periodo del 2022) le compravendite di abitazioni (nuove e usate) sono in calo dell’8,3 per cento. Se si considerano le abitazioni già costruite, il calo si quantifica in -7,2%. Mentre sul nuovo sfiora il 20% (-19,8 per cento, con un calo di transazioni, per le nuove abitazioni, passato dalle quasi 26mila stimate a inizio periodo, alle circa 12mila dell’ultima rilevazione).
Il quadro delle principali città
I dati delle compravendite di abitazioni nel I trimestre del 2023 relativi alle otto principali città italiane per popolazione evidenziano una variazione tendenziale annua negativa del 13%, più accentuata rispetto al dato nazionale; sono quasi 4mila le abitazioni acquistate in meno nel primo trimestre 2023 rispetto allo stesso trimestre del 2022.
I tassi sono negativi per tutte le città, ma Bologna e Milano si distinguono per i cali più elevati, con tassi tendenziali del -23,9% e del -22,9% rispettivamente. Si accodano Roma, con una diminuzione a due cifre che supera il 10%, e Firenze, dove il calo supera il 9 per cento. A Torino e Napoli la diminuzione è del 7%, mentre è più contenuta a Genova e Palermo, dove il dato negativo è del -5,5% e -4,4%, rispettivamente.
Negli altri tre trimestri del 2022 tornano a diminuire con continuità i tassi di Roma, Torino, Genova e Bologna, per poi chiudere il 2020 con un rialzo per Milano, Firenze, Napoli. Il primo trimestre del 2023 segna una diminuzione degli scambi generalizzata in tutte le grandi città. Sempre nel primo trimestre 2023, la quota prevalente di acquisti, circa il 41% riguarda il taglio dimensionale medio piccolo, da 50 mq fino a 85 mq,, con circa 10mila unità scambiate nel complesso delle otto grandi città.
Per i prezzi, si attende ancora
In Italia, secondo l’Istat, i prezzi delle abitazioni nel quarto trimestre del 2022 mostrano un tasso tendenziale di crescita, +2,8% rispetto allo stesso trimestre del 2021. La crescita tendenziale è da attribuirsi sia ai prezzi delle abitazioni nuove che aumentano del 4,6%, in accelerazione rispetto al trimestre precedente (era +2,9%), sia ai prezzi delle abitazioni esistenti (che pesano per più dell'80% sull'indice aggregato) che aumentano del 2,4% decelerando lievemente rispetto al terzo trimestre 2022 (era +2,9 per cento).
«Tradizionalmente considerata un’ àncora anti-inflazione, la casa – ha sottolineato Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma – risulta sempre meno “bene rifugio” e sempre più legata alle dinamiche macro-economiche del mercato.I dati che emergono sono perfettamente in linea con le nostre aspettative e la frenata è più evidente proprio in quei mercati che in questi anni si erano dimostrati più vivaci, in testa Milano, Bologna, e poi Roma e Firenze. Il mercato della piccola proprietà è più “vischioso”, reagisce più lentamente agli shock. Quando ci sarà un repricing? Impossibile prevederlo. Forse presto o forse mai. Dipenderà dall’andamento delle imprese, dall’occupazione. Se la crisi economica colpirà duro e in maniera prolungata la vedremo nei prossimi mesi. Ma se sarà più leggera e sarà superata in tempi brevi, potrebbe anche non arrivare mai o essere poco percettibile».
«L’andamento delle compravendite residenziali in Italia, nel primo trimestre di quest’anno, conferma le previsioni che erano state formulate alla fine dell’anno scorso, ovvero che il 2023 sarebbe stato un anno in cui la crescita degli scambi avrebbe subito uno stop, probabilmente per tutti i dodici mesi – dichiara Alessandro Ghisolfi, responsabile del Centro studi di Abitare Co –. L’aumento dei tassi di interesse applicato ai mutui pesa sulle decisioni di acquisto delle famiglie e pare essersi esaurita la spinta della ricerca di spazi più ampi del periodo post pandemia: calano infatti gli acquisti degli appartamenti in generale, ma in particolare di quelli con superfici superiori ai 100 metri quadrati. Se ci saranno ripercussioni sui prezzi di vendita, dovremo aspettare probabilmente la seconda parte dell’anno per registrare un calo in primis delle abitazioni più vecchie e da ristrutturare».
«Il dato è un po’ peggiore delle attese – ha detto Enzo Albanese, founder di Idee Urbane –Ci attendevamo il 15% su Milano e non migliorerà nel corso dell’anno. Credo che ci vorranno 24-36 mesi per uscire definitivamente da questa fase. La frenata è “figlia” dalla crescita dei tassi di interesse e di una situazione che ci aveva abituati a vivere in un quadro di tassi di interesse forse irripetibile. Certamente irripetibile a breve. Bisogna che il mercato si adegui. Vediamo poi che cresce il prodotto sui portali, perché si vende meno. I prezzi si sono fermati ma l’aumento del prodotto a disposizione porterà a una riduzione dei prezzi e a un aumento delle opportunità di chi compra per una trattativa. Il prodotto nuovo di fascia media fa, invece, fatica ad avviare il cantiere per gli aumentati costi di costruzione e operatività. Quindi – ha conclusi Albanese – credo che vedremo un calo del nuovo prodotto sul mercato nei prossimi mesi».
Brand connect
Newsletter RealEstate+
La newsletter premium dedicata al mondo del mercato immobiliare con inchieste esclusive, notizie, analisi ed approfondimenti
Abbonati
loading...