Case: dopo un anno di covid, sull’usato i prezzi iniziano a scendere
Secondo l’indice dei prezzi elaborato da Idealista, a gennaio i valori del costruito hanno fatto registrare un calo del -0,6% rispetto al mese precedente (nonostante il +2,2% su gennaio 2020). Discesa attesa al -1,5% per il I trimestre. Dopo, dipenderà dall’andamento di economia e vaccini
di Laura Cavestri
3' di lettura
Sono le prime crepe del dopo-covid. Ma la stima è che si ricompongano nel II semestre, se i vaccini consentiranno di ripartire e il recovery fund sosterrà l’economia. L’anno del mattone si è aperto in terreno negativo per i prezzi delle case usate, che a gennaio fanno registrare una diminuzione dello 0,6% rispetto al mese precedente, attestandosi a un valore medio di 1.734 euro al metro quadro (+2,2% la variazione rispetto a gennaio 2020). È quanto emerge dall'indice dei prezzi elaborato dall’Ufficio studi di Idealista, che, dopo il calo delle transazioni adesso vede i primi effetti sui prezzi delle abitazioni diffusi in parecchie zone del paese.
Regioni
L'indice generale osserva una spaccatura del mercato nel mese di gennaio, con la metà regioni in crescita e l’altra metà in discesa.
Le macroaree che vedono una maggiore diminuzione dei prezzi sono Lazio (-2,4%) e Lombardia (-1,2%), seguite da Puglia (-0,9%) e Veneto (-0,7%). Calo dello 0,3% per Liguria, Emilia-Romagna e Campania, dello 0,2% in Basilicata e Piemonte.
Dal lato opposto le regioni che vedono aumentare maggiormente le richieste dei proprietari sono Valle d'Aosta (2,9%), Molise (1,5%), Marche (1,2%) e Friuli-Venezia Giulia (1,1%). Chiudono in terreno positivo Umbria e Trentino-Alto Adige (0,5% in entrambi i casi), Sardegna (0,4%), Toscana (0,3%), Abruzzo e Calabria (0,2% entrambe le regioni), Sul versante dei prezzi la Liguria (2.451 euro/m²) si conferma la più cara, seguita da Trentino-Alto Adige (2.449 euro/m²) e Valle d’Aosta (2.404 euro/m²). Le richieste più basse dei proprietari in Sicilia (1.041 euro/m²), Molise (909 euro/m²), Calabria (902 euro/m²).
Province
Il trend ribassista di gennaio trascina 49 aree provinciali sulle 106 monitorate in terreno negativo (invariati i valori a Cremona, Perugia, Genova, La Spezia, Pisa e Sondrio). A Lecco (-3,7%), Vicenza (-3,6%), Matera (-2,5%) e Frosinone (-2,4%) si registrano i cali maggiori mentre, all'opposto, Nuoro (4,5%), Belluno (3,7%) e Aosta (2,9%) segnano le migliori performance del mese.
Relativamente ai prezzi, Bolzano (3.697 euro/m2) è ancora la provincia più cara d’Italia davanti a Savona (3.081 euro/m2) e Firenze (2.895 euro/m2). Nella parte bassa del ranking Biella, con 628 euro, è la più economica davanti a Caltanissetta (699 euro/m2) e Isernia (753 euro/m2).
Capoluoghi
L’andamento generale dei prezzi nei capoluoghi di provincia ha visto una prevalenza di segni positivi, in 58 dei 110 capoluoghi analizzati, con 7 città stabili a gennaio. I maggiori incrementi spettano a Urbino (6,7%), Alessandria (2,7%) e Udine (2,5%). Di contro, le maggiori percentuali di ribasso spettano a Lecco (-2,2%), Frosinone ed Enna (-2,3%) e Isernia (-2,4%).
Tra i mercati principali tengono in terreno positivo Firenze (0,3%), Milano (0,2%) e Bologna (0,1%). Stabile Torino. Prezzi giù a Palermo (-0,1%), Bari (-0,6%), Roma (-1%) e Napoli (-2%).
I prezzi di vendita, vedono Venezia (4.441 euro/m²) confermarsi al top dei valori, subito davanti a Milano (4mila euro/m²) e Firenze (3.980 euro/m²). Nella parte bassa della graduatoria i capoluoghi più economici restano Ragusa (799 euro/m²), Caltanissetta (778 euro/m²) e Biella (716 euro/m²).
«Se per l’andamento degli affitti si evidenzia un impatto diretto e più immediato in alcune città campione significative – spiega Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio studi di Idealista – l’andamento dei prezzi è tradizionalmente differito rispetto al quadro dell’economia reale. Cioè quello che succede sul mercato ha riflessi non immediati. Anche perchè tassi di interesse così bassi e mutui così diversificati aiutano moltissimo a sostenere la domanda di residenziale. Ci attendiamo un calo contenuto dei valori, nel I trimestre, pari a -1,5 per cento. Ma su base annua, se le cose andranno verso il miglioramento, potremmo addirittura vedere un aumento tra il 2 e il 3%, in linea con il dato di quest’anno. L’offerta è stata stabile e nelle grandi città addirittura in calo rispetto alla domanda. Mentre la domanda, dopo il covid, e la chiusura delle agenzie nella prima parte del 2020, è stata sostenuta , animando le compravendite».
Chi compra cosa
Differente il punto di vista dell’Osservatorio Immobiliare del Gruppo Tecnocasa, che si sofferma sull’identikit del compratore e sulla tipologia di abitazione acquistata. L’analisi delle compravendite effettuate in Italia da Tecnocasa evidenzia anche che nel 2020 il 70,2% degli acquisti è stato concluso da coppie e famiglie ed il 29,8% da single. Prendendo in considerazione solo le grandi città italiane la quota di acquirenti single aumenta e raggiunge il 35,5% del totale. Prendendo in considerazione solo le grandi città italiane la tipologia più scelta dai single diventa il bilocale che compone il 43,3% degli acquisti, mentre il trilocale passa in seconda posizione attestandosi al 32,6 per cento.
Infine, coppie e famiglie nel 53% dei casi comprano con l'ausilio di un mutuo, mentre per i single la percentuale è più bassa e si ferma al 46,4 per cento. Si tratta comunque di percentuali in aumento rispetto al 2019 quando si attestavano rispettivamente al 49,9% ed al 44 per cento.
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