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Il latte degli allevatori della Val d’Aveto e della Val Trebbia per produrre lo yogurt fatto colare a freddo su piani inclinati per ore con un procedimento antico e i formaggi tipici del territorio ligure: anche in un percorso di crescita l’identità artigianale è il dato distintivo del Caseificio Val d’Aveto - piccola realtà genovese acquisita 5 anni fa dal gruppo marchigiano Sabelli. Entro l’anno è previsto il lancio di un nuovo gusto di yogurt e all’inizio del prossimo di un nuovo formaggio, con l’obiettivo di arrivare a 5 milioni di fatturato nel 2024 contro i 4,5 previsti per fine 2023, allargando anche le aree di distribuzione, oggi concentrata soprattutto sul Nord Ovest italiano, un po’ nel cento Italia e meno al sud e nelle isole, con una piccolissima quantità di yogurt Val d’Aveto che arriva pure a Pechino, e tramite Eataly a Monaco.
Nato nel 1991 dall’idea di tutelare una produzione locale, oggi il Caseificio Val d’Aveto ha ventotto dipendenti, un fatturato di 2 milioni e 195 mila euro nel primo semestre dell’anno, in crescita del 5% sul primo semestre 2022 che aveva registrato una lieve riduzione; 3 milioni e mezzo di vasetti di yogurt prodotti all’anno, fra bianco, con creme o composte di frutta, 140 mila Kg di formaggio fra freschi e stagionati, 1 milione e mezzo di litri di latte acquistato.
«Mio padre era uno dei soci fondatori: un gruppo di amici che di mestiere facevano tutt’altro, che si sono uniti per la voglia di salvaguardare la produzione casearia della nostra valle, legata al formaggio San Sté. Nel tempo si sono aggiunti altri formaggi e dal 2007 lo yogurt, che ha segnato la svolta e ci ha permesso di uscire dai confini allargandoci anche a Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna», racconta Elisa Fontana direttore dello stabilimento di Rezzoaglio e componente del consiglio del Caseificio val d’Aveto di cui detiene una quota dell’8% (il gruppo Sabelli è all’86,94%), unica rappresentante delle famiglie fondatrici rimasta azionista e socio operativo.
«Come gruppo Sabelli il 2023 ci vedrà superare i 250 milioni di fatturato con circa 600 collaboratori in Italia e all’estero – spiega Simone Mariani, amministratore delegato del gruppo e nipote di Archimede Sabelli -, il Caseifico Val d’Aveto è un’azienda di piccole dimensioni ma è un gioiello di famiglia. Rappresenta la tradizione del saper fare italiano apprezzata in Italia e nel mondo, e le tipicità di una regione. È emblematico che vi si realizzino prodotti per molti italiani sconosciuti, come il formaggio San Stè o la prescinseua che è utilizzata solo in quella valle, per le ricette liguri: è una diversità che ci ha affascinati e ci ha convinti ad acquisirne la maggioranza». Il prodotto di punta, “iconico” come lo definisce Mariani, lo yogurt colato, che ricorda per consistenza lo yogurt greco ma più dolce e cremoso, realizzato con una lavorazione totalmente artigianale, affinata dopo prove e tentativi partendo dalla quella adottata per produrre la prescinseua, ha ricevuto diversi riconoscimenti anche internazionali. Ed è la testa di ponte per ampliare volumi e mercati.
«Stiamo lavorando ad una innovazione per arrivare ad una seconda linea di prodotto mantenendo le stesse caratteristiche di rotondità e piacevolezza di gusto per farlo conoscere ad una platea più ampia di consumatori e target differenti, e abbiamo fatto investimenti nella sede di Rezzoaglio anche in termini di capacità produttiva della stabilimento», continua Mariani.
«Per ora si tratta di consolidare il mercato dell’Italia del centro nord e guardare l’Europa. È la priorità che abbiamo anche come gruppo Sabelli: cercheremo di fare leva sui nostri distributori e sui nostri clienti per presentare e far conoscere questo prodotto che però rimane e rimarrà un prodotto di nicchia. Perché non vogliamo farlo diventare un prodotto industriale, vogliamo garantire gli standard qualitativi. Gli allevatori della Val d’Aveto da cui compriamo il latte sono una decina e hanno costi più alti, perché allevare in queste valli dove non ci sono produzioni di mais e grandi distese è un lavoro difficile», continua Mariani sottolineando che per il gruppo Sabelli, fra i più importanti player nel mercato della mozzarella, della cui galassia fanno parte oltre a Sabelli, Caseificio Val d'Aveto, Trevisana Lat e, in Slovenia, Ekolat, la vicinanza alle comunità locali e ai piccoli allevatori è uno dei pilastri delle politiche di sostenibilità.
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