Cashback di Natale, rimborsi su conto corrente entro il 1 marzo. E il premio da 1.500 euro è a rischio sospensione
Procedura online ad hoc per i reclami: le ultime stime parlano di oltre mille segnalazioni da parte di chi, una volta effettuata una verifica sui pagamenti effettuati e quelli effettivamente registrati dall’app IO, si è reso conto che alcune operazioni non sono state calcolate ai fini del rimborso
di An.C.
3' di lettura
È opportuno che il 1 marzo gli oltre 3 milioni e 200mila cittadini che nell’ambito della fase sperimentale del programma Cashback, dall’8 al 31 dicembre 2020 (“Extra Cashback di Natale”) hanno effettuato almeno 10 transazioni con carte e app di pagamento presso negozi, bar, ristoranti, supermercati e grande distribuzione o per artigiani e professionisti controllino il proprio estratto conto. Entro l’inizio della prossima settimana, infatti, il rimborso di Stato del 10% sulle spese effettuate (entro una soglia di 150 euro) dovrà essere accreditato sul conto corrente. Si tratta nel complesso di oltre 222 milioni di rimborsi, per un importo medio di circa 69 euro a testa.
In parallelo si delinea un nodo rimborsi. Le ultime stime, aggiornate all’ultima settimana, parlano infatti di oltre mille reclami da parte di chi, una volta effettuata una verifica sui pagamenti effettuati e quelli effettivamente registrati dall’app IO, si è reso conto che alcune operazioni non sono state calcolate ai fini del rimborso.
La procedura per i reclami
Consap, ovvero la società che si occupa di gestire i rimborsi per conto del Mef, ha predisposto un portale per i reclami. Il reclamo può essere presentato alla scadenza delle procedure per l'erogazione del rimborso per cui si lamenta il mancato o inesatto pagamento. Per quanto riguarda il periodo sperimentale 8 - 31 dicembre, le istanze potranno essere presentate fino al 29 giugno. Una volta registratosi nel sito, il cittadino può inserire un reclamo. Si deve ricordare di allegare alla domanda l’eventuale documentazione a sostegno della richiesta di rettifica del rimborso ricevuto (ad esempio gli scontrini Pos) che consentano di effettuare le verifiche del caso. Una volta inserito il reclamo, Consap - si legge nelle indicazioni riportale sul sito - «risponderà entro 30 giorni. Eventuali richieste di integrazione/comunicazioni da parte del Team assistenza reclami Cashback, verranno inserite direttamente sul portale, nell'area personale del cittadino, e notificate via mail».
I furbetti del Super cashback
Un altro nodo da sciogliere è quello che riguarda i cosiddetti “furbetti del Super cashback”. Un problema sollevato dai gestori delle stazioni di servizio e distributori. Sono quelli che effettuano micro transazioni così da scalare la classifica di chi effettua più pagamenti con moneta elettronica, e da aumentare le chances di vincere il Super Cashback di 1.500 euro ogni sei mesi. Si ha diritto al Super Cashback se si rientra nei primi 100.000 cittadini che hanno totalizzato, in un semestre, il maggior numero di transazioni con carte di credito, carte di debito e prepagate, bancomat e app di pagamento. La prassi di frazionare i pagamenti, va ricordato, è in linea con il regolamento nella versione attuale (in quella precedente, poi modificata, non era consentita). Conta il numero di transazioni, non gli importi spesi (ad es. un caffè vale come un televisore). Allo stato attuale il Super Cashback si articola in tre periodi, della durata di sei mesi ciascuno, a partire dal 1° gennaio 2021: dal 1° Gennaio 2021 al 30 Giugno 2021 (primo semestre), dal 1° Luglio 2021 al 31 dicembre 2021 (secondo semestre) e dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2022 (terzo semestre).
Il superpremio appeso a un algoritmo
Il Super cashback, a questo punto, potrebbe essere “a rischio” sospensione: il congelamento, come ha segnalato Il Messaggero, potrebbe scattare fino a fine anno, il tempo necessario a PagoPa per predisporre un algoritmo che consenta di individuare le micro transizioni più sospette. L’ipotesi è allo stato attuale al vaglio del ministero dell’Economia. In generale, l’operazione Cashback nel suo complesso, promossa dall’esecutivo Conte per limitare al massimo i pagamenti in contanti e, quindi, le occasioni più a rischio evasione, nei mesi scorsi è finita sotto la lente dei partiti. Alcune forze, anche all’interno della maggioranza, hanno chiesto di utilizzare quelle risorse per sostenere i ristori alle attività economiche colpite dalla crisi Covid. Non è pertanto escluso che con il cambio di governo possa esserci un restyling del programma.
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