ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’inchiesta

Caso Cospito, il Gip respinge l’archiviazione per Delmastro chiesta dal Pm di Roma

Il sottosegretario alla Giustizia indagato per rivelazione di segreto d’ufficio per i dialoghi dell’anarchico in carcere rivelati da Donzelli (Fdi) in aula

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La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del procedimento in cui è indagato il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, per rivelazione del segreto d’ufficio per la vicenda del caso Cospito, l’anarchico al 41 bis e per mesi in sciopero della fame. Il gip ha però respinto la richiesta dei pm coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi e ha fissato l’ udienza per luglio.

«La richiesta di archiviazione riconosce l’esistenza oggettiva della violazione del segreto amministrativo ed era fondata sull’assenza dell’elemento soggettivo del reato, determinata da errore su legge extrapenale», afferma una nota della Procura.

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I dialoghi di Cospito svelati in Aula

Delmastro era finito nel registro degli indagati a Roma per la vicenda relativa all’intervento alla Camera del vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli sulla vicenda dell’anarchico Cospito. Gli inquirenti avevano ipotizzano i reati di rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio perché gli atti al centro dell’indagine erano coperti da segreto amministrativo e quindi non potevano essere divulgati.

Di fronte ai magistrati Delmastro aveva ribadito di non avere commesso alcun tipo di illecito alla luce del fatto che l’atto poi reso pubblico da Donzelli non era secretato. Nel suo intervento alla Camera Donzelli aveva citato dialoghi carpiti nel carcere di Sassari il 28 dicembre e il 12 gennaio tra Cospito e due esponenti di ’Ndrangheta e Camorra sul 41 bis.

Donzelli era intervenuto durante l’esame del progetto di legge per istituire la Commissione Antimafia nella seduta del 31 gennaio: aveva attaccato Cospito che definiva un influencer usato dalla mafia per convincere il governo a togliere la misura del carcere duro. Poi aveva riferito di alcune conversazioni che l’anarchico avrebbe avuto in carcere con vari boss: dall’esponente della ’ndrangheta Francesco Presta “killer di rara freddezza” a Francesco Di Maio del clan dei Casalesi. Citando i virgolettati.

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