Caso Fassone, «io, cronista pedinato su ordine del vecchio Milan»
di Carlo Festa
2' di lettura
Erano i mesi del tentativo di rifinanziamento dei 300 milioni di debito del fondo Elliott. Quando l'amministratore delegato Marco Fassone e l'azionista Yonghong Li, tra Milano e Londra, stavano provando a trovare un nuovo investitore pronto ad entrare al posto del fondo americano. Sono iniziati in quei giorni pedinamenti di alcuni cronisti di Repubblica, Libero e, appunto, Il Sole 24 Ore. Oggi molti mi chiedono se io mi sia mai accorto di essere pedinato, alla luce della pubblicazione di alcuni stralci del dossier presentato al Tribunale dal nuovo Milan targato Elliott sull’attività di spionaggio ordinata dal vecchio management collegato all’azionista cinese.
Devo dire che, a posteriori, ci sono stati mesi, appunto ad inizio anno, in cui mi sentivo controllato. In cui mi sembrava di vedere ripetutamente le stesse facce per strada nel corso della giornata. Ma era un’impressione.
Del resto, il lavoro di investigatore privato presuppone che il controllato non debba accorgersi del pedinamento. L’agenzia Carpinvest ha messo alle calcagna dei cronisti, che stavano seguendo le vicende societarie del club evidenziandone le criticità, ben quattro operatori e due auto per numerosi giorni, anche la domenica. Quasi 80mila euro spesi dal club, tranne una fattura non pagata che ha poi svelato la vicenda.
Da quanto mi risulta sarebbero stati spiati anche momenti personali dei cronisti che nulla hanno a che fare con l’attività lavorativa. Con lo scatto di foto: immaginatevi, foto rubate al supermercato, oppure mentre si esce di casa o si prende la metropolitana. Un po’ come una moglie tradita che vuole trovare il marito con le mani nella marmellata, scoprendolo con l’amante.
Ma qui si parlava di calcio, di una delle squadre più blasonate al mondo, come il Milan. Si sapeva che Yonghong Li aveva una sorta di idiosincrasia per la stampa.
Ora, anche Marco Fassone dimostra lo stesso difetto. Il dossier dell’agenzia Carpinvest, che secondo quanto spiega il documento presentato al Tribunale è stata scelta proprio proprio da Fassone e dalla ex-dirigenza, è stato consegnato nella sua interezza nelle mani del nuovo Milan, sotto la gestione Elliott. Mi piacerebbe averlo tra le mani per leggerne la cronologia. Da anni seguo vicende di finanza e societarie.
La vicenda mi sorprende, ma non più di tanto. Siamo in un'epoca dove le informazioni, sapute prima degli altri, sono merce rara e di grande valore. Mi sorprende molto, invece, che a ordinarla (almeno secondo quanto indica il dossier agli atti) siano stati Fassone e la dirigenza passata. Dovevano portare un'ondata di novità e buoni propositi e invece hanno accompagnato il club nella peggiore delle sceneggiature da film thriller.
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