Caso Regeni, Alfano: ambasciatore Cantini torna al Cairo. La famiglia: indignati, è resa
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«Alla luce degli sviluppi registrati nel settore della cooperazione tra gli organi inquirenti di Italia ed Egitto sull'omicidio di Giulio Regeni, di cui fa stato il comunicato congiunto emesso oggi dalla Procura della Repubblica di Roma e dalla Procura Generale de Il Cairo, il Governo italiano ha deciso di inviare l'Ambasciatore Giampaolo Cantini nella capitale egiziana, dopo che - l'8 aprile 2016 - l'allora Capo Missione Maurizio Massari venne richiamato a Roma per consultazioni». Lo ha annunciato in una nota il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. I genitori del giovane ucciso si dicono «indignati» per una decisione che «ha il sapore di una resa confezionata ad arte». Ma il premier Gentiloni li rassicura: «La ricerca della verità è impegno al quale non rinunceremo».
La famiglia: siamo indignati , è resa
I genitori di Regeni hanno espresso la loro «indignazione per le modalità, la tempistica ed il contenuto della decisione del Governo italiano di rimandare l'ambasciatore al Cairo», rilevando come «ad oggi, dopo 18 mesi di lunghi silenzi e anche sanguinari depistaggi, non vi e' stata nessuna vera svolta nel processo sul sequestro, le torture e l'uccisione di Giulio».
«La decisione di rimandare ora, nell'obnubilamento di Ferragosto, l'ambasciatore in Egitto - aggiungono - ha il sapore di una resa confezionata ad arte». «Solo quando avremo la verità sul perchè e chi ha ucciso Giulio - continua la famiglia - quando ci verranno consegnati, vivi, i suoi torturatori e tutti i loro complici, solo allora l'ambasciatore potrà tornare al Cairo senza calpestare la nostra dignità».
«Si ignora contenuto degli atti inviati»
La famiglia di Giulio Regeni rileva anche che «si ignora il contenuto degli atti, tutti in lingua araba, inviati oggi, dal procuratore Sadek alla nostra procura, invio avvenuto con singolare sincronia mentre il governo ordiva l'invio dell'ambasciatore Cantini». «La Procura egiziana -dicono ancora - si è sempre rifiutata di consegnare il fascicolo sulla barbara uccisione di Giulio ai legali della famiglia, cosi violando la promessa pronunciata il 6/12/2017 al cospetto dei genitori di Giulio e del loro legale Alessandra Ballerini».
Gentiloni alla famiglia: con ambasciatore per ricerca verità
Ma il premier Paolo Gentiloni ha assicurato che Cantini «avrà, tra l'altro, il compito di contribuire alla azione per la ricerca della verità sull'assassinio di Regeni, una ricerca su cui prosegue la collaborazione tra le Procure dei due paesi, come chiarito oggi dal Procuratore Pignatone». «Un impegno - ha aggiunto - al quale non rinunceremo, come ho confermato anche oggi ai genitori di Giulio Regeni».
«Impegno del Governo: fare chiarezza»
«L'impegno del Governo italiano - afferma il ministro - rimane quello di fare chiarezza sulla tragica scomparsa di Giulio, inviando a Il Cairo un autorevole interlocutore che avrà il compito di contribuire, tramite i contatti con le autorità egiziane, al rafforzamento della cooperazione giudiziaria e, di conseguenza, alla ricerca della verità. In qualità di rappresentante della Repubblica italiana, l'Ambasciatore Cantini curerà gli interessi nazionali in Egitto e la nostra importante comunità in quel Paese».
Atti di un nuovo interrogatorio
La procura del Cairo ha trasmesso oggi a quella di Roma gli atti relativi ad un nuovo interrogatorio, cui sono stati sottoposti i poliziotti che hanno avuto un ruolo negli accertamenti sulla morte del giovane, il cui cadavere venne rinvenuto il 3 febbraio del 2016 lungo la strada tra Il Cairo e Alessandria. Interrogatori che erano stati sollecitati proprio da piazzale Clodio. La consegna viene considerata «un passo avanti nella collaborazione» tra le due procure, come viene sottolineato in una nota congiunta firmata da Giuseppe Pignatone e Nabil Ahmed Sadek. Durante un colloquio telefonico con il procuratore della Repubblica di Roma Pignatone, il procuratore generale della Repubblica Araba d'Egitto, Nabil Ahmed Sadek, ha spiegato che - come già annunciato nel maggio scorso - è stata affidata ad una società esterna l'attività di recupero dei video della metropolitana. Attività che prenderà il via a settembre con una riunione tra l'azienda e la procura egiziana, alla quale sono stati invitati anche gli inquirenti italiani. Nel corso della telefonata, è stato concordato un nuovo incontro tra i due uffici, che sarà organizzato dopo la riunione di settembre «per fare il punto della situazione e confrontarsi su quanto fin qui raccolto e sui possibili ulteriori sviluppi investigativi». «Entrambe le parti - si legge in una nota congiunta - hanno assicurato che le attività investigative e la collaborazione continueranno fino a quando non sarà raggiunta la verità in ordine a tutte le circostanze che hanno portato al sequestro, alle torture e alla morte di Giulio Regeni».
Alfano: non rinunceremo a ricerca verità
«Il fatto che l'Egitto sia un interlocutore ineludibile su questioni di primaria importanza per l'Italia, come la stabilizzazione della Libia e la lotta al terrorismo - ha detto Alfano - non significa che l'Italia intenda voltare pagina nella ricerca della verità sull'omicidio di Giulio Regeni. Al contrario, consegnerò all'ambasciatore Cantini una lettera di missione che conterrà tante raccomandazioni per seguire passo passo l'evolversi delle indagini sul caso che ci sta a cuore» «Le iniziative di cui il nostro ambasciatore si farà carico - ha aggiunto - toccheranno tre aspetti: politico-diplomatico; contro l'oblio; a sostegno di azioni umanitarie».
L'università italo-egiziana intitolata a Regeni
«In ambito politico-diplomatico - ha aggiunto Alfano - rientra la decisione di inviare a Il Cairo un esperto italiano incaricato della cooperazione giudiziaria sulla vicenda Regeni. Giulio non verrà dimenticato: contro l'oblio gli verranno intitolati l'università italo-egiziana e l'auditorium dell'Istituto Italiano di Cultura a Il Cairo». Il ministro degli Esteri ha poi spiegato che il governo si sta attivando «affinché ai Giochi del Mediterraneo di Spagna del 2018 la memoria di Giulio sia ricordata dagli atleti partecipanti» e «sul piano umanitario, saranno incrementati i progetti di cooperazione allo sviluppo finanziati dall'Italia nel campo della tutela e della promozione dei diritti umani».
Amnesty: Governo dimostri utilità rientro ambasciatore
Ma Amnesty International non è d'accordo con la scelta dell'esecutivo e, tramitre il presidente della sezione italiana, Antonio Marchesi chiede al governo italiano di «dimostrare che il ritorno dell'ambasciatore italiano al Cairo serve davvero per ottenere la verità per Giulio».
«A meno di mezz'ora da quando è stata data la notizia che la procura di Roma ha ricevuto alcuni documenti ulteriori dalle autorità egiziane - afferma Marchesi - il governo ha preso una decisione grave: quella di rinunciare all'unico strumento di pressione per ottenere verità nel caso di Giulio Regeni di cui l'Italia finora disponeva». E ora serve «dimostrare - ha continuato - che questa mossa temeraria può servire e che non si tratta solo di una giustificazione maldestra della scelta di sacrificare i diritti umani sull'altare di altri interessi». «Quel che è certo - conclude il presidente - è che Amnesty rimane al fianco della famiglia Regeni e che la battaglia per la verità per Giulio non si ferma».
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