Il Credito

Cassa Centrale, focus sulle comunità locali

I numeri. Il gruppo si articola in 26 Bcc, Casse Rurali e Raiffeisenkassen: il 36% dei 71 istituti affiliati sull’intero territorio nazionale, con 626 filiali e 4.250 addetti. Settori. Al momento tra i settori su cui fare più affidamento per gli impieghi quelli legati all’edilizia, al manifatturiero, alla meccanica e alla agricoltura

di Paolo Paronetto

3' di lettura

La crisi geopolitica sfociata nella guerra in Ucraina consiglia prudenza sulle prospettive per il 2022, ma i buoni risultati del 2021 e le pulizie di bilancio consentono al gruppo Cassa Centrale di confermare l’impegno a favore dei territori del Nord Est, facendo leva sullo storico radicamento degli istituti cooperativi.
«Le Comunità locali, oggi più che mai, hanno un grande bisogno di attenzione e di intermediari competenti e radicati sul territorio, in grado di accompagnarne lo sviluppo – spiega il presidente Giorgio Fracalossi -. Il modello del credito cooperativo, ancora di più nell’articolazione a gruppo prevista dalla riforma, rappresenta una risposta efficace e concreta a queste necessità, coniugando la conoscenza dei territori e delle realtà economiche locali con l’efficienza, superando, attraverso una soluzione organizzativa del tutto peculiare, i limiti della piccola dimensione e mantenendo i propri tratti identitari». «È la combinazione di tali elementi - aggiunge - che ci consente di continuare a svolgere il nostro ruolo, anzi di rafforzarlo, come i numeri e la risposta dei nostri soci e clienti dimostrano, anche in un contesto di evoluzione degli assetti bancari nel territorio del Nord Est». In Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia il gruppo Cassa Centrale si articola in 26 Bcc, Casse Rurali e Raiffeisenkassen, vale a dire il 36% dei 71 istituti affiliati sull’intero territorio nazionale, con 626 filiali e 4.250 dipendenti, a cui si aggiungono quasi mille persone della capogruppo e delle società controllate che operano nelle sedi territoriali del Nord Est. La raccolta diretta sul territorio sfiora i 28 miliardi e quella complessiva i 43 miliardi, mentre gli impieghi superano i 21 miliardi.
«Il 2021 si è chiuso molto bene per il gruppo, che ha saputo abbinare risultati economici importanti all’azione creditizia di sostegno al territorio», rileva Fracalossi, sottolineando che lo scorso anno «l’erogato nel Nord Est è stato pari a 2,66 miliardi». Quanto alle prospettive sul 2022, nota, «siamo passati rapidamente da previsioni improntate alla fiducia a uno scenario molto più prudente in ragione della situazione geopolitica venutasi a creare, che sta già avendo delle ripercussioni anche economiche». «Non possiamo quindi prevedere gli impatti della situazione di incertezza sulla dinamica dei crediti in termini di volumi e di deteriorato - ammette -. Il gruppo e le 26 banche del Nord Est, tuttavia, non faranno mancare il loro sostegno, anche grazie alle consistenti rettifiche sul credito effettuate in questi tre anni, che hanno portato a livelli molto alti le coperture delle sofferenze, e più in generale del deteriorato».
In questo contesto, spiega Fracalossi, al momento tra i settori su cui si potrebbe «fare più affidamento per gli impieghi» ci sono quelli legati all’edilizia, al manifatturiero e in particolare alla meccanica e all’agricoltura. Prospettive da valutare, oggi più che mai, anche alla luce delle opportunità offerte dal Pnrr. Su questo fronte Cassa Centrale ha già stanziato un primo plafond per sostenere le imprese che accederanno agli interventi del piano nazionale e avviato un programma di formazione per i consulenti corporate delle banche affiliate. «Parallelamente - nota Fracalossi - sono state attivate convenzioni strutturate di consulenza qualificata, coordinate da una cabina di regia centralizzata in capogruppo, per assistere le banche affiliate e, per loro tramite, le imprese, fornendo un panel di strumenti e di prodotti specialistici». Il 2022 per Cassa Centrale segna anche l’appuntamento con il primo rinnovo degli organi sociali dalla nascita del gruppo nel 2019. Nei mesi scorsi il cda ha approvato alcune modifiche statutarie, che sono ora al vaglio dell’autorità di Vigilanza e che prevedono tra le altre cose un riequilibrio dei poteri al vertice, rendendo facoltativa la figura di amministratore delegato. «Tali modifiche - commenta Fracalossi - sono il risultato di una doverosa verifica e manutenzione dello statuto dopo il primo triennio dalla costituzione del gruppo, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente le regole interne di governo societario e mettere la capogruppo in condizione di seguire in maniera più efficace le evoluzioni e le necessità del mercato, oltre che di recepire le modifiche alla regolamentazione nel frattempo intervenute». Spetterà quindi al nuovo cda decidere il nuovo assetto, anche alla luce della recente nomina di Sandro Bolognesi come a.d. e direttore generale dopo l’uscita di Mario Sartori. Quanto all’orizzonte strategico, in ogni caso, dopo l’addio all’ipotesi Carige le prospettive di Cassa Centrale sembrano escludere operazioni di consolidamento. Anche l’idea di creare un gruppo unico del credito cooperativo attraverso la fusione con Iccrea sembra quindi destinata a rimanere un miraggio: «Il nostro piano strategico - rimarca Fracalossi - ha una visione a medio lungo termine di crescita autonoma, grazie alla solidità e alla redditività dimostrate in questo primo triennio e ai consolidati rapporti con i clienti e soci dei territori che contraddistinguono il gruppo».

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