Catania, con l’incendio dell’aeroporto «perso solo il 5% dei passeggeri»
Il bilancio dei danni da parte della società di gestione Sac.Lo scalo siciliano è a regime dopo 24 giorni di disagi. Usati 1.100 bus per i collegamenti
di Nino Amadore
2' di lettura
All’aeroporto di Catania non partono più i collegamenti straordinari delle navette da e verso gli altri aeroporti siciliani. È un segno evidente di ritorno alla normalità a distanza di 24 giorni dall’incendio che ha mandato in tilt lo scalo etneo: sono stati in totale 1.100 gli autobus messi gratuitamente a disposizione degli utenti dirottati o riprogrammati sugli altri scali.
L’aeroporto è ormai a regime, assicura l’amministratore delegato della Sac Nico Torrisi, e da oggi anche l’ultimo vettore ha ripreso i collegamenti: i terminal sono stati tutti riaperti e rimane operativo anche quello montato in via d’emergenza dall’aeronautica militare. Catania, e dunque tutta la Sicilia orientale, escono così dall’emergenza e si comincia a fare il conto dei danni e dei costi sostenuti e da sostenere per il ripristino definitivo dell’aeroporto.
Ma cominciano già a circolare dati sui numeri reali dei passeggeri: secondo stime di fonte aeroportuale a luglio sarebbe stato perso solo il 5% in gran parte a causa della soppressione dei voli da parte di Turkish airlines,Fly Dubai e Jet2.com (mercato inglese) che hanno scelto di non riproteggere i voli su altri aeroporti siciliani (e hanno già ripreso la piena operatività, assicurano dalla Sac). A conti fatti a luglio (prima della chiusura) l’aeroporto di Fontanarossa ha avuto 823 mila passeggeri in transito mentre sono stati 100mila i passeggeri sull’altro aeroporto della Sac, quello di Comiso. Secondo questa lettura dunque i danni per i mancati arrivi sarebbero stati veramente limitati.
L’anno scorso a Catania erano arrivati a luglio 1,1140 milioni di passeggeri: secondo i calcoli fatti dalla Sac nel periodo di crisi per l’incendio 130mila passeggeri destinati a Catania sono stati riprotetti su Trapani e un po’ più di 50mila su Palermo quindi in totale gli arrivi in Sicilia diretti a Catania (compresi i riprotetti su altri aeroporti) sarebbero stati 1,123 milioni, meno del due per cento rispetto al dato dello scorso anno. E sempre secondo questo ragionamento e secondo stime pur tenendo conto di un possibile incremento nella stagione 2023 non si arriverebbe a un calo di oltre il 5 per cento. Numeri parecchio distanti dai 40mila passeggeri al giorno persi che sono stati diffusi nei giorni della crisi dell’aeroporto di Catania. Si vedrà. Bisognerà aspettare i dati ufficiali sui movimenti nel mese di luglio per avere un’idea chiara di cosa è accaduto.
A giugno l’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania aveva registrato 1.102.727 passeggeri con un incremento del 6,4% sul 2022. E luglio, ovviamente, era destinato a migliorare e nessuno nega che siano mancati passeggeri extra Schengen e quindi turisti. Così come nessuno nega i disagi per i passeggeri che hanno dovuto sorbirsi anche cinque ore di viaggio in più per raggiungere la destinazione: «Non finiremo mai di scusarci e non finiremo mai di ringraziare i nostri colleghi degli altri aeroporti che ci hanno dato una mano fondamentale» dice Torrisi.
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