Catanzaro, sequestrato il Ponte Morandi: «La ’ndrangheta imponeva materiali scadenti»
Sono 4 le persone arrestate. l’Anas con una nota annuncia massima collaborazione e conferma la sicurezza statica delle opere
I punti chiave
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La Procura di Catanzaro nell’ambito dell’indagine che ha portato all’esecuzione di 6 misure cautelari nei confronti di imprenditori, ha disposto il sequestro, con facoltà d’uso, del viadotto “Bisantis”, noto come ponte Morandi di Catanzaro, e della galleria Sansinato sulla Statale 280 dei «Due mari», allo scopo di svolgere accertamenti di natura tecnica.
Per un ingegnere dell’Anas è stata disposta l’interdizione dall’esercizio della professione per 6 mesi e per un geometra per una durata di 9 mesi. Il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo di 3 società di costruzione e di oltre 200mila euro quale profitto dei reati contestati. L’Anas, con una nota del pomeriggio del 3 novembre ha annunciato massima collaborazione.
Arrestati 2 imprenditori
Sono 4 le persone arrestate, 3 in carcere e 1 ai domiciliari, nell’operazione “Brooklyn” condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro, con il coordinamento della Dda del capoluogo, e incentrata sui lavori di manutenzione del viadotto Morandi di Catanzaro e di un tratto della statale 280 dei due mari che ha portato al sequestro probatorio dello stesso ponte e della galleria Sansinato.
Le indagini hanno permesso di acquisire gravi indizi a carico di 2 imprenditori operanti nel settore delle costruzioni e dei lavori stradali, che, consapevoli del rischio di incorrere in misure di prevenzione di natura patrimoniale, hanno costituito delle società intestandole fittiziamente a una loro collaboratrice, pur mantenendone il controllo di fatto.
Una di queste società si è aggiudicata i lavori di manutenzione straordinaria per il ripristino del calcestruzzo del ponte Morandi e di rifacimento dei muri di contenimento di un tratto della Strada statale 280 “dei Due Mari”.
L’attività investigativa ha delineato un grave quadro indiziario, a carico degli imprenditori, titolari “di fatto” dell’impresa aggiudicataria dei lavori, i quali a causa di problemi finanziari, con la complicità del direttore dei lavori e di un ingegnere dell’Anas, avrebbero impiegato nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato.
Inoltre è emersa l’appartenenza dei 2 imprenditori ad associazioni per delinquere già emerse nell’ambito della operazione “Basso Profilo”, e finalizzate alla commissione di reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego e trasferimento fraudolento di valori. Fra gli indagati raggiunti dalla misura cautelare in carcere figura anche un ispettore della Guardia di Finanza, già coinvolto nell’operazione “Rinascita-Scott”, ora indagato per corruzione in atti giudiziari e rivelazione di segreto d’ufficio per fatti commessi quando era in servizio alla Dda di Catanzaro. Il militare, nello svolgimento di indagini delegate sui due imprenditori, in cambio di utilità di vario genere, si adoperava per attenuare la posizione dei due, informandoli costantemente dello sviluppo del procedimento nei loro confronti.
La presa di posizione di Anas
Anas ha diffuso una nota nel pomeriggio del 3 novembre, dove, «in relazione alle indagini sui lavori di manutenzione del ponte Morandi e della galleria Sansisato sulla Statale 280 “dei due Mari” a Catanzaro, che hanno portato al sequestro con facoltà d'uso delle opere e all'emissione di misure cautelari», Anas «sta fornendo tutta la necessaria collaborazione alle Autorità inquirenti».
La società, inoltre, «conferma la sicurezza statica delle opere, poiché il sequestro riguarda il risanamento di alcune porzioni delle infrastrutture, senza impatto per la viabilità. Entrambe le opere sono aperte al traffico».
Cosa dicono le intercettazioni
«Secondo lui dice non va bene. Perché noi al Morandi con questo materiale l’abbiamo fatto... e casca tutto». E’ un passaggio, in cui parla il capo cantiere, delle intercettazioni agli atti dell’ordinanza dell’operazione Brooklyn.
Dalle conversazioni registrate emerge l’impiego nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato. Direttore tecnico: «A me serve nu carico 488 urgente, altrimenti devo vedere... devo mettere quella porcheria di******* qui sui muri eh.., che c’hanno stoccato per Catanzaro nu... nu bilico... però vorrei evitare ste simbrascugli...». Rappresentante ditta fornitore: «Eh...fai...fai...fai...fai una figura di merda... perché quel prodotto non funziona».
Direttore tecnico: «Che prodotti stai usando? Gli ho detto sto usando *******. Ma purtroppo perché è una questione finanziaria. Gli ho spiegato io è come su? Fanno cagare...(sorride)». Rappresentante ditta fornitore: «Eh...». Capo cantiere: «Oh Gaetà, è passato ******** quest’altro fenomeno cà no». Direttore tecnico: «Eh...». Capo cantiere: «E stasera misura, vabbé? L’aggiu pigghiate ma ha visto qui. Dove àmo spicconare hai visto?».
I nomi delle persone coinvolte
Sono gli imprenditori Eugenio e Sebastiano Sgromo, rispettivamente di 52 e 55 anni, l’ispettore della Guardia di finanza Michele Marinaro (52) e Rosa Cavaliere (54), collaboratrice dei due imprenditori, le persone arrestate (la donna è stata posta ai domiciliari). Per altre due persone è stata disposta la misura dell’interdizione dall’esercizio delle attività professionali: Silvio Baudi, di 43, ingegnere, dipendente Anas, per 6 mesi, e Gaetano Curcio di 42, geometra, per 9 mesi. Gli imprenditori, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero costituito delle società intestandole fittiziamente alla loro collaboratrice, pur mantenendone il controllo di fatto.
Una di queste società, la Tank si è aggiudicata i lavori di manutenzione straordinaria per il ripristino del calcestruzzo del ponte Morandi e di rifacimento dei muri di contenimento di un tratto della Strada statale 280 “dei Due Mari”.
Il “Morandi” di Catanzaro inaugurato nel 1962
Ufficialmente è il viadotto Bisantis, ma tutti lo chiamano “Ponte Morandi”, dal nome del progettista, l’ingegnere Riccardo Morandi (padre anche del ponte di Genova che crollò il 14 agosto del 2018 provocando 43 vittime), è la principale strada di accesso a Catanzaro.
Il viadotto di Catanzaro, realizzato dalla So.Ge.Ne di Roma, fu inaugurato nel 1962, dopo soli 3 anni dall’inizio dei lavori e dopo aver superato una imponente prova di carico a cui assistettero moltissimi cittadini. In poco tempo è divenuto il simbolo della città anche per alcune caratteristiche che, soprattutto all’epoca, lo rendevano unico nel suo genere.
Il viadotto - chiamato Bisantis in ricordo del presidente della Provincia Fausto Bisantis che ne autorizzò la realizzazione - è un ponte ad arco costruito su una sola arcata in calcestruzzo armato ed al momento dell’inaugurazione era il primo ponte al mondo in calcestruzzo armato per l’altezza ed il secondo per luce. Adesso, per l’altezza, è il secondo ponte in Europa con quelle caratteristiche. E’ ancora soggetto a interventi di manutenzione appaltati dall’Anas.
Il sindaco: ho sollecitato lavori
«Il ponte non è stato interdetto all’utilizzo, perché secondo gli inquirenti non vi sono segnali di pericolo, ma l’auspicio è che, fatti tutti i doverosi accertamenti del caso, non si registrino ritardi rispetto all’ultimazione dei lavori e, quindi, alla totale riapertura della circolazione sul viadotto». A parlare è il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo che ricorda: «Ho sollecitato, e ottenuto in tempi abbastanza rapidi, una risposta concreta da parte dell’Anas per la progettazione e il finanziamento dei lavori di rifacimento delle parti esterne, quando iniziavano ad intravedersi primi segni di ammaloramento».
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