Cattolica: Minali vota per audit, niente da nascondere
Faro sulle deleghe e sull’internal deal. Dopo Consob anche l’Ivass chiede gli atti del consiglio
di Laura Galvagni
3' di lettura
La decisione del cda di Cattolica di avviare due audit nei confronti di Alberto Minali ha ricevuto il voto favorevole dello stesso manager, le cui deleghe di ad sono state improvvisamente revocate lo scorso 31 ottobre. «Ho votato a favore dell'audit perché non ho nulla da nascondere o di cui pentirmi –, ha dichiarato Minali –. Noto soltanto che prima mi sono state tolte le deleghe e poi si vanno cercando le ragioni per giustificarlo».
I due audit su Minali - il primo relativo al rispetto delle
sue deleghe e dei suoi poteri di ad, il secondo relativo al
rispetto delle procedure di internal dealing che regolano
l’acquisto di azioni di Cattolica - sono infatti successivi al
ritiro delle deleghe. L’annuncio del manager arriva nel giorno in cui il Sole-24 Ore dà la notizia che, dopo Consob, anche Ivass avrebbe chiesto a Cattolica il verbale e il materiale della riunione del consiglio di amministrazione del 31 ottobre scorso che ha tolto le deleghe all’ex ad Alberto Minali.
La compagnia, dal canto suo, smentisce di aver ricevuto al momento alcuna sollecitazione dall’Autorità che, tuttavia, secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, si sarebbe mossa recentemente.
Documenti già consegnati alla Consob
Un primo faldone, invece, sarebbe stato inviato lo scorso mercoledì alla Commissione. D’altra parte, la lettera di Consob aveva fissato paletti piuttosto stringenti. Arrivata sul tavolo del management all’inizio della scorsa settimana, la missiva auspicava una risposta entro i due giorni successivi. E così è stato. Agli atti è stato messo il verbale del consiglio, la registrazione audio e la lettera che il presidente Paolo Bedoni avrebbe ricevuto da alcuni consiglieri nella quale i membri del board chiedevano la convocazione di un consiglio per discutere delle deleghe in capo all’ex ad. Resta, sullo sfondo, la questione delle parti correlate. Le Autorità avrebbero infatti acceso un faro sull’elenco dei soggetti “sensibili”, evidentemente con l’obiettivo di verificare l’esistenza di potenziali operazioni in conflitto di interesse. Tutto questo rientrerebbe nella normale attività di vigilanza che spetta alle diverse Autorità, chiamate evidentemente in questo a caso a verificare la ratio dell’improvvisa uscita di scena del manager.
Vertici già ascoltati da Ivass
Per farlo sono già stati sentiti in Ivass l’ex ceo Minali e l’attuale vertice, il presidente Bedoni e il direttore generale Carlo Ferraresi, cui sono stati trasferiti i poteri del precedente amministratore delegato.
Buona parte di questi aspetti, di fatto, non sono stati affrontati nel corso del consiglio di amministrazione ordinario che ha tenuto la società ieri e durato quasi cinque ore. Riunione anticipata rispetto a quella precedentemente in calendario per il 28 e che è servita innanzitutto per ratificare quanto già inviato a Consob ma anche per avviare alcune verifiche interne.
I due audit
In particolare, sono stati avviati due audit interni. Uno punta in sostanza ad appurare che nel corso degli anni i poteri e le deleghe in capo all’ad siano stati esercitati in maniera corretta mentre il secondo intende accertare che siano state rispettate le procedure relative all’internal dealing. Infine, sono stati anche chiesti dei pareri legali relativi alla compliance delle procedure utilizzate alla vigilia e in occasione del consiglio di amministrazione che ha definito la staffetta al vertice.
Staffetta che ha in parte inciso sul corso di Borsa della compagnia che nell’ultimo mese ha perso il 9,61% e che ha visto uno dei soci forti della società battere leggermente in ritirata. La Fondazione Cariverona ha infatti manifestato il proprio disappunto riducendo la quota sotto il 3%. Warren Buffett, invece, sarebbe fermo al 9%. Proprio recentemente Ferraresi è volato negli Usa, nell’ambito di un roadshow al seguito di Borsa Italiana, e ha incontrato Ajit Jain, responsabile delle attività assicurative della Berkshire Hathaway. L’incontro sulle prospettive della società sarebbe stato «positivo».
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