Cavo Dragone al vertice della Difesa. Pilota di Harrier e interista sfegatato
Il Consiglio dei ministri lo ha nominato capo di Stato maggiore della Difesa
di Marco Ludovico
I punti chiave
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L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone riporta la divisa bianca, blu navy in inverno, al vertice dello Stato Maggiore Difesa. Lascia il timone della Marina Militare a Enrico Credendino mentre approda al comando dell’Aeronautica il generale di squadra aerea Luca Goretti. Il Consiglio dei ministri di ieri, su proposta del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, a scadenza degli attuali vertici ha così rinnovato i numeri uno delle Forze Armate. A breve sarà nominato anche il comandante del Covi (comando operativo di vertice interforze) in sostituzione di Luciano Portolano designato a settembre segretario generale della Difesa.
Marinaio pilota, classe speciale
La carriera di Cavo Dragone - Pino per gli amici - attraversa gli impieghi navali e interforze con una caratteristica inconfondibile: è pilota specializzato. Così l’orgoglio di essere ufficiale di Marina, è il caso di dirlo, decolla e vola alto. I piloti di Marina hanno un senso di appartenenza speciale. Cavo Dragone, corso “Invicti” in Accademia Navale, con il grado di capitano di corvetta è stato tra i primi a fare il corso negli Stati Uniti - «presso gli squadroni operativi del U.S. Marine Corps» - si legge sul sito della Difesa - sui velivoli a decollo e atterraggio verticale Harrier AV8-B (Ha), preceduto da un gruppo di sottotenenti di vascello del corso Thalatnikos. Così come pilota è Giuseppe De Giorgi, autorevole e tuttora influente ex capo di Stato maggiore della Marina.
Nome in codice: Akela
Cordiale e diplomatico, molti sanno il suo nome in codice «duca di Hormuz» dal nome del leggendario genio militare portoghese. Pochi conoscono l’altro, tranne i suoi ufficiali più vicini: Akela, il lupo grigio del «Libro della Giungla» di Rudyard Kipling, capobranco protettivo e generoso. Interista sfegatato, il neo capo di Smd ai vertici del comparto Difesa, sicurezza e intelligence condivide la passione nerazzura con il direttore dell’Aise Gianni Caravelli. In contrasto col ministro Guerini, milanista così come il comandante generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana. Poi c’è il gruppo dei laziali accaniti come Mario Parente (Aisi) e Pietro Serino (Esercito). Un romanista nel sangue, il capo della Polizia Lamberto Giannini. Uno juventino irriducibile, l’autorità delegata Franco Gabrielli. Facile immaginare le telefonate reciproche di lunedì.
Nuove strategie di sicurezza nazionale
Sulla Difesa il ministro Lorenzo Guerini sta sviluppando una strategia di rilancio e sviluppo dell’industria nazionale. L’Aeronautica, con il capo di Smd uscente Enzo Vecciarelli, e ora la Marina militare con l’approdo di Cavo Dragone, sono forze armate ad alta intensità tecnologica e manifatturiera fermo restando l’apporto comunque significativo dell’Esercito. La nuova articolazione dei vertici militari, dunque, dovrà fare i conti con un indirizzo politico fondato dalla necessità per l’Italia di presentarsi nei consessi internazionali con maggiore forza strategica. L’input operativo è per il capo di Smd e il segretario generale della Difesa. Il governo presieduto da Mario Draghi farà a breve i conti in Parlamento per alimentare le risorse destinate ai programmi di sviluppo. La scommessa politica è solo all’inizio.
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