Analisi

L’anno chiude con volumi intorno a dieci miliardi per il non residenziale

A dare un contributo sostanziale l'ultimo trimestre dell'anno che ha fatto registrare 4,6 miliardi di euro di investimenti (+52% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente)

di Paola Dezza

(AdobeStock)

6' di lettura

È pari a 10,3 miliardi di euro il volume degli investimenti commercial real estate in Italia nel 2021, un dato quello di Cbre che segna una crescita del 13% rispetto al 2020. Gli fa eco Dils che pubblica investimenti immobiliari in Italia nel 2021 a quota 9,8 miliardi. La spinta è arrivata nell'ultimo trimestre dell'anno, in cui sono stati totalizzati investimenti per 4,4 miliardi, circa il 32% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Un trend che sispera continui nel corso del 2022 appena iniziato.

Per Dils la Logistica è protagonista del mercato nel 2021 e rappresenta il 28% del volume totale investito (2,7 miliardi), con una crescita dell'83% rispetto al 2020 in termini di volumi transati. La logistica si conferma un settore in continuo sviluppo dal 2017, quando rappresentava circa il 10% del volume totale investito su base annua. Si registra, inoltre,un crescente fermento legato alle attività di investitori istituzionali con focus su prodotto core, che iniziano a guardare con interesse questo settore. L'interesse è confermato dalla significativa compressione del prime net yield, pari al 4% nell'ultimo trimestre dello scorso anno, e con previsione di un'ulteriore contrazione verso il 3,5% nel corso del 2022.

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La logistica ha registrato un take up pari a 2,5 milioni di mq a fine 2021 (+9,3% rispetto al2020), di cui il 32% nell'ultimo trimestre (circa 790.000 mq). Il 14% del take-up annuo ha riguardato sviluppi speculativi, il 26% nuovi magazzini per e-commerce, e il 4,6% proviene da progetti di express courier, la cui attività è spesso legata all'e-commerce. A Milano e Bologna i prime rent hanno raggiunto i 58 €/mq/anno, mentre a Piacenza si attestano a 47€/mq/anno. Bologna in particolare ha registrato il maggior incremento in termini percentuali.

La seconda asset class preferita dagli investitori sia domestici che internazionali è quella degli Uffici, che nel 2021 totalizza transazioni per 2,3 miliardi per Dils (con Milano in testa per quasi 1,8 miliardi di euro), in calo rispetto al 2020 ma in parziale recupero nell'ultimo trimestre, con 760 milioni investiti che hanno contribuito a ridurre il divario con l'annoprecedente. Il contesto ancora incerto causa il perdurare della pandemia ha contribuito ad orientare le scelte di investimento su prodotti uffici di tipo core (con outlook relativo al prime net yield in contrazione), piuttosto che favorire deal con profili di rischio più elevati che invece riteniamo saranno di nuovo protagonisti a partire dal 2022, anche in considerazione dei dati di assorbimento raggiunti.

Nel 2021, il mercato letting uffici a Milano ha registrato un take-up di spazi direzionali paria 390.000 mq (+32% rispetto al 2020), di cui 97.000 mq locati nell'ultimo trimestre. A Roma il take-up ha raggiunto circa 148.000 mq nel corso dell'anno (+22% rispetto al 2020), di cui circa 41.000 mq locati nel quarto trimestre. Nel corso del 2021, i numeri relativi all'assorbimento di spazi hanno continuato ad evidenziare la preferenza dei tenant per uffici di grado A/A+, che rappresentano rispettivamente il 68% e il 41% dei metri quadri assorbiti a Milano e Roma.

«L'interesse nei confronti del settore è ancora molto forte e il calo degli investimenti è stato accompagnato da una riduzione dei rendimenti prime, grazie anche alla forte concentrazione di operazioni su prodotto core e stabilizzato. La ricca pipeline per il 2022, che include anche operazioni inizialmente previste in chiusura per l'anno appena concluso, lascia presagire una forte e rapida ripresa dei volumi su tutti i risk profile. Il take up conferma le buone prospettive del settore e la potenziale crescita della domanda: l'assorbimento su Milano è tornato ai livelli registrati in media negli ultimi cinque anni, con un valore di circa 360.000 metri quadri, e mostra segnali positivi, come anche il mercato di Roma, dove l'assorbimento si attesta a circa 138.000 mq» dicono da Cbre.

Nel 2021 anche il settore del Retail deve la sua ripresa all'eccezionalità del Q4, in cui si è registrato un volume investito pari a circa 978 milioni (quasi quattro volte il volume dei primi nove mesi dell'anno), colmando il divario percentuale con l'anno precedente e portandolo a un calo più contenuto pari a -9,6%. A tale volume, dicono da Dils, ha contribuito in particolar modo la finalizzazione di un deal che ha coinvolto un grande portafoglio con importante componente High Street Retail a Milano e Torino.

Oltre alla Logistica, un altro settore in fortissima e costante crescita è quello del Living, che nel corso del 2021 registra il massimo storico degli investimenti, con un volume pari a 780 milioni, superando il risultato già record del 2020 (€740 milioni circa).

Uffici e Living a conferma della leadership nei rispettivi settori. Giuseppe Amitrano, ceo di Dils ha commentato: «Nonostante le premesse iniziali, il 2021si è rivelato un anno particolarmente positivo e sono state confermate le previsioni fatte da Dils già alla fine del primo semestre. Per il 2022, riteniamo che i settori Logistica e Living continueranno a essere protagonisti e ci aspettiamo una forte ripresa degli investimenti anche nel settore Uffici a Milano e Roma non solo per capitali core, ma vedremo un ritorno del value add finalizzato allo sviluppo di edifici e rigenerazione urbana contraddistinti da nuovi concept ibridi e innovativi. Questa volta le premesse iniziali appaiono più rosee rispetto allo scorso anno e ci attendiamo un volume di investimenti e valori in crescita, con rendimenti in ulteriore leggera contrazione.”

La crescita dell'economia italiana e la maggiore stabilità politica hanno inoltre contribuito a risollevare la fiducia degli investitori verso il Paese.

«L'asset class Hotels raggiunge quota 1,9 miliardi di euro di investimenti da inizio anno, registrando un volume record (a eccezione solo del 2019) e confermando quindi a tutti gli effetti la ripresa del settore (+82% rispetto all'anno precedente). La maggior parte delle transazioni ha interessato prodotti value add (transazioni vacant possession, immobili da convertire o hotel da rebrandizzare e pertanto con necessità di capex), molti di questi con posizionamento potenzialmente luxury o trophy asset - recita ancora il comunicato di Cbre -. Il 2021 ha segnato l'importante presenza, nel panorama degli investimenti, del segmento resort (mare, montagna, lago e campagna), visto prima della pandemia come fortemente rischioso e oggi sempre più al centro dell'interesse degli investitori. Questo trend sui resort proseguirà con buone probabilità nel 2022, sia per il segmento luxury sia per quello midscale/upscale, col supporto di performance che si prospettano molto positive per la prossima stagione estiva».

Il recupero delle performance del settore in termini di fatturati e visitatori sarà uno dei principali driver per la ripresa dell'attività d'investimento nel corso del 2022. Fortissima crescita per il settore Alternatives, guidata da trend di lungo periodo e strutturali, ulteriormente messi in luce dalla situazione pandemica: il totale registrato a fine anno è pari a 1,2 miliardi di euro investiti. Le transazioni hanno interessato ogni macro-asset class (Healthcare, Centraline, Data Center), incluse quelle più di nicchia (parking facilities), ma il segmento Healthcare ha pesato notevolmente sul totale attraverso numerose transazioni di RSA e operazioni di sale & lease-back di portafogli. Il settore mostra numerosi segnali di maturità e vedrà di certo buoni risultati anche nei mesi a venire.I volumi d'investimento registrati per il settore Residential raggiungono il totale di 700 milioni di euro, in aumento rispetto al 2020, segnando un altro anno record. L'80% del totale ha interessato il segmento Multifamily, che risente ancora però di una sostanziale carenza di prodotto istituzionale e spinge gli investitori verso le attività di sviluppo. Si iniziano a vedere i primi deal in forward commitment, anche se a rendimenti ancora lontani dai prime degli altri paesi europei.

Gli investimenti si sono concentrati principalmente su Milano, ma Roma e città secondarie, come Firenze e Bologna, confermano la propria attrattività.Il segmento Student Housing ha fatto registrare numerose operazioni principalmente value add e iniziative di forward purchase nelle principali città italiane. Il mercato avrà sempre più spazio nel totale degli investimenti e vedrà probabilmente un primo consolidamento con deal core già nel 2023.I rendimenti registrati si stanno contraendo, avvicinandosi agli yield dei prime a livello EMEA. Incoraggiante è l'apertura degli investitori verso il management agreement, già diffuso a livello europeo, in un mercato in cui fino al 2020 la formula preferita era il lease.

Il 2022, data la pipeline di operazioni previste in chiusura, potrebbe portare per la prima volta il settore non lontano dal miliardo di euro di investimenti.

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