Cdp accelera sulla dismissione delle caserme
di Paola Dezza
2' di lettura
Sono passati otto anni da quando una delegazione del ministero della Difesa è arrivata al Mipim di Cannes - con tanto di cacciatorpediniere ormeggiato davanti al Palais des Festivals - per presentare un ricco dossier di caserme in vendita agli investitori internazionali.
Solo adesso, però, prende forma la cessione tramite le iniziative di
Tornando a Urbis, Cdp, e questo sarebbe l'ultimo atto di Aldo Mazzocco prima di lasciare la società per assumere la carica di ad del team immobiliare di Generali, avrebbe dato l'esclusiva a Gwm, che acquisterebbe per conto di Enasarco. L'ente di previdenza avrebbe dato infatti alla società inglese, di cui Massimo Caputi è socio con il 25%, un mandato discrezionale per investire una cifra consistente arrivata dall'aver smontato un derivato acquistato da Lehman Brothers. Anche se il portafoglio di Cdp, la cui gara è coordinata da Cbre, contiene asset immobiliari adatti a investitori opportunistici avvezzi al rischio e non a una Cassa di previdenza.
Si tratta, infatti, della caserma Mameli di Milano e della caserma Guido Reni di Roma - quest'ultima dovrebbe ospitare un mix di residenze, uffici, retail e il Parco della Scienza - e di alcuni palazzi, ex uffici della pubblica amministrazione a Milano, Roma, Firenze, Bologna e Venezia, edifici in alcuni casi di pregio come Palazzo Vivarelli Colonna nel capoluogo toscano e Palazzo Duodo a Venezia.
Ben avviati anche gli altri progetti al di fuori di Urbis. A Macerata nella ex caserma si insedieranno gli studenti di due scuole inagibili dopo il terremoto, a Torino per la Caserma Lamarmora si è studiato un progetto di smart housing commissionato a Carlo Ratti.
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