Cdp, Iccrea e Martini, contratto di filiera da 44 milioni per la carne sostenibile
Il progetto “Filiera integrata carni di alta qualità Cafar-Magema-Gruppo Martini” punta a rafforzare il posizionamento sui mercati dei prodotti a marchio
di Silvia Marzialetti
2' di lettura
Un contratto di filiera del valore di 44 milioni, per promuovere la sostenibilità ambientale nelle produzioni a marchio Martini, gruppo di riferimento nei comparti delle carni di suino, pollo e coniglio, con dieci stabilimenti industriali e oltre 2.200 collaboratori diretti. Lo hanno siglato Cassa Depositi e Prestiti e il gruppo bancario cooperativo Iccrea, con un finanziamento da 19 milioni di euro ciascuno. A questi fondi si aggiungono i contributi del ministero delle Politiche Agricole per 5 milioni di euro - a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione - e i contributi delle regioni Piemonte, Sardegna e Campania per oltre 570 mila euro, a sostegno degli investimenti programmati nei rispettivi territori.
Il progetto “Filiera integrata carni di alta qualità Cafar-Magema-Gruppo Martini” punta a rafforzare il posizionamento sui mercati dei prodotti a marchio, con particolare riguardo al benessere animale, alla riproduzione, ai mangimi, alla logistica. In particolare l'azienda –che grazie a questo investimento dice di poter guardare al futuro e di consolidare la sua posizione all'interno del mercato agroindustriale – potrà incrementare le produzioni zootecniche di alta qualità antibiotic-free, realizzare nuove strutture di allevamento (nonché ampliare le esistenti), coordinare e potenziare l'assistenza tecnica e veterinaria.
L’operazione rientra nei cosiddetti fondi rotativi di sostegno alle imprese, strumenti che coinvolgono ministero delle Politiche agricole, Cassa depositi e sistema bancario attraverso bandi pubblici (in questo caso l’operazione poggia sul IV bando dei contratti di filiera e di distretto gestiti dal Mipaaf).
In pool con le banche, Cdp finanzia a medio-lungo termine, a condizioni economiche agevolate, i soggetti che realizzano gli investimenti ammessi alle agevolazioni pubbliche. La quota di finanziamento agevolato copre di norma il 50% del finanziamento, raggiungendo il valore massimo del 90% nei programmi di ricerca, sviluppo e innovazione. Nel biennio 2019-2020 sono stati 62 i contratti di questo tipo chiusi da Cdp in ambito agroalimentare, per un valore complessivo di 43 milioni (quota Cdp).
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