Cefla festeggia i 90 anni e punta a 700 milioni di fatturato nel 2024
Al via un piano di espansione da 50 milioni nel triennio. Dopo la crisi le divisioni industriali hanno chiuso il 2021 in crescita
di Ilaria Vesentini
4' di lettura
Il prossimo 4 maggio festeggerà 90 anni di attività. I nove fondatori della “Cooperativa Elettricisti, Fontanieri, Lattonieri e Affini” di Imola oggi sono diventati oltre 1.800 lavoratori e attorno al quartier generale, trasformato in uno dei più grandi stabilimenti produttivi lungo la via Emilia, si sono sviluppate 25 sedi in giro per il mondo, di cui 14 fabbriche. Cefla, pur nelle vesti di big industriale multinazionale – il preconsuntivo 2021 si chiude attorno ai 570 milioni di euro di fatturato, 50% export - rimane però saldamente nelle mani dei suoi lavoratori, una società cooperativa «fedele alla propria identità e allo spirito dei fondatori di creare valore nel tempo con continuità e senza mai abdicare ai principi della condivisione, della solidarietà e della vicinanza al territorio, e questo ci ha permesso di tornare già lo scorso dicembre ai risultati pre-Covid, senza aver soffert0 un giorno di chiusura e senza perdere un ordine» afferma Paolo Bussolari, da due anni direttore generale del gruppo e da oltre otto di una delle quattro business unit, Medical equipment, la punta di diamante per la leadership conquistata in Europa nelle attrezzature per studi ortodontici, nonché per ricavi e marginalità.
Nonostante il terzo anno di pandemia, il piano industriale 2022-2024 appena approvato dai soci prevede una crescita consistente, già visibile nei conti di quest’anno «con un programma di investimenti nel triennio da 50 milioni di euro, di cui 20 messi a budget per il 2022 per espandere sia gli asset sia la gamma prodotti. Non abbiamo messo in agenda acquisizioni, anche se siamo sempre aperti a valutare opportunità, soprattutto per integrare tecnologie. Il traguardo che ci siamo posti è arrivare a 700 milioni di euro di fatturato a fine 2024» anticipa Bussolari.
Dietro all’acronimo Cefla si muovono oggi quattro divisioni molto diverse tra loro: quella storica dell’impiantistica civile e industriale (Engineering) che ha firmato opere come la riqualificazione climatica degli Uffizi di Firenze e l’impiantistica meccanica della Torre Isozaki di 50 piani di Allianz al CityLife di Milano; la già citata BU Medical Equipment, che da fine anni Novanta a oggi ha accorpato sette marchi (Anthos, Castellini, Stern Weber, MyRay, NewTom, Mocom e BioSAFin) che coprono ogni esigenza della professione odontoiatrica, dalle poltrone attrezzate – cosiddetti riuniti – agli apparecchi di sterilizzazione fino agli strumenti di protesica e di radiologia 2D e 3D; il Finishing, altro ramo storico, che ha trainato l’internazionalizzazione e in 70 anni di lavoro è arrivato alla leadership mondiale negli impianti industriali per verniciatura, decorazione, stampa digitale e ricopertura con fabbriche in Italia, Germania, Usa e Cina e clienti che vanno dai big del’'arredo a quelli dell’automotive e dell’aerospaziale; e la piccola e giovane BU del Lighting, specializzata in tecnologie LED e smart con il nuovo brand C-Led per le coltivazioni in serra, fino a marzo protagonista all’Expo 2020 di Dubai nel Padiglione Italia, dove le lampade fotosintetizzanti alimentano le cinque grandi vasche coltivate ad alghe di Tolo Green. Mentre è stato ceduto nel 2020 al gruppo svedese Itab il quinto ramo d’azienda Shopfitting degli arredi per supermercati, in cui Cefla continua fino al prossimo anno a mantenere una quota di minoranza per garantire un passaggio “soft”.
«Non è facile raccontare chi siamo, queste quattro divisioni hanno logiche, processi e tecnologie diverse, in comune hanno l’esser parte di un gruppo con una forte solidità finanziaria e pur non beneficiando di particolari sinergie tra loro si avvantaggiano di una struttura centrale che segue tutti i servizi e integra lo sviluppo estero. E hanno tutte due punti di forza riconosciuti universalmente dai clienti: la competenza e l’affidabilità» sottolinea il managing director. Gli alti e bassi della pandemia hanno avuto effetti diversi sulle attività, con l’impiantistica (che vale 185 milioni di euro di fatturato) che esce fiaccata dal 2021 dopo un ottimo 2020, mentre le BU industriali, che hanno sofferto di più due anni fa, chiuderanno il consuntivo 2021 con tassi di crescita a doppia cifra.
«L’obiettivo per il triennio è riequilibrare lo sviluppo e le marginalità dei quattro rami» precisa Bussolari, che guida la divisione-pilastro Medical Equipment, «Cefla è entrata nel business nel 1998 per salvare i posti di lavoro di un’azienda del territorio, la Cir Anthos, che all’epoca faceva un migliaio di poltrone odontoiatriche l’anno. Dopo un primo decennio di acquisizioni per consolidare tecnologie, marchi e specializzazioni produttive, gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da crescita interna a suon di investimenti: oggi produciamo dalle 10 alle 12mila poltrone medicali (“riuniti”) l’anno, l’80% dei volumi sono esportati, siamo leader di mercato nelle poltrone non solo in Italia ma anche in Europa e primi per soluzioni di imaging e sterilizzazione sul mercato nazionale. E quest’anno partiranno i lavori di ampliamento dello stabilimento di Imola, dove abbiamo accentrato tutta la produzione a livello mondiale». La storia della BU medicale è la spiegazione più chiara di come il gruppo Cefla si muove sul mercato da nove decadi e del perché saranno festeggiamenti in grande stile per Imola quelli del prossimo 4 maggio, Covid permettendo.
Le 90 candeline saranno l’occasione per dare il via anche al piano di espansione da oltre 50 milioni di euro nei prossimi tre anni e per fare il punto sui progetti di respiro internazionale in cantiere. A partire dalla gara europea da 45 milioni di euro vinta da Cefla per preparare gli spazi all’interno dell’ex Manifattura Tabacchi di Bologna che ospiteranno il supercalcolatore europeo Leonardo (una macchina con una potenza di calcolo di 250 milioni di miliardi di operazioni al secondo e oltre 100 petabyte di conservazione), opera all’avanguardia tecnologica per gli standard di sicurezza richiesti al Data Center, inattaccabile da qualsiasi evento fisico e con percorsi di distribuzione dell’energia indipendenti e multipli, che anche in caso di guasti simultanei permettano al “cervellone” di lavorare ininterrottamente.
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