Cefla, dal Patent box la spinta per nuovo M&A di frontiera
di Ilaria Vesentini
2' di lettura
Si è appena chiuso un 2017 record per il gruppo imolese Cefla, che per la prima volta nei suoi 86 anni di storia ha superato la soglia del mezzo miliardo di euro di fatturato e dei 2mila dipendenti in 26 sedi nel mondo. E si è aperto un 2018 di sfida dirompente sul fronte innovazione: il colosso cooperativo multibusiness ha firmato pochi giorni fa a Roma l’accordo sul Patent box, tra le prime venti grandi imprese italiane a essersi assicurata i benefici del nuovo regime fiscale, con l’obiettivo di valorizzare gli investimenti in R&S (Cefla investe in media 10 milioni di euro l’anno in ricerca) e il proprio portafoglio di brevetti, marchi, disegni e modelli industriali, con quasi 600 titoli di proprietà intellettuale oggi all’attivo. E di partire da qui per dare nuova linfa all’innovazione disruptive anche attraverso acquisizioni di nuove tecnologie.
Un passaggio, quello del Patent box, che corona 15 anni di svolta tecnologia di frontiera del gruppo cooperativo romagnolo e gli ultimi tre anni di rivoluzione interna in termini di strategie e organizzazione per l’innovazione. È stato infatti creato un team centrale “Innovation & Business Development” trasversale ai cinque business tradizionali di Cefla (il medical equipment che vale 200 milioni di ricavi, l’impiantistica civile e industriale che pesa 120 milioni, le tecnologie per il retail e le macchine per la finitura con 100 milioni di fatturato per ognuna delle due divisioni e le tecnologie Led della nuova start-up C-Led).
Un ente centrale trasversale anche rispetto all’attività che i 130 ricercatori Cefla svolgono quotidianamente all’interno delle diverse business unit, che ha il compito di catturare tecnologie disruptive oggi non presenti nel gruppo.
«Come funzione siamo nati nel 2015 per sviluppare business innovativi e implementare iniziative tecnologiche e societarie di carattere straordinario, anche al di fuori dei nostri core business, attraverso scouting tecnologici e operazioni di M&A. E governiamo a livello centrale le attività di estensione e mantenimento del patrimonio brevettuale, con una nuova figura di Ip manager, che oggi poche aziende italiane vantano, che ha il compito di coordinare le politiche di proprietà intellettuale e industriale», spiega Elia Rossi, head of Business development, arrivato nel 2015 e coordinatore del progetto Patent box.
È su queste fondamenta che Cefla, dopo aver archiviato il 2017 con una crescita del 7% e aver superato i 500 milioni di euro di ricavi (66% all’estero) con oltre 200 nuove assunzioni nel triennio si prepara ad altri due anni di forte sviluppo, tra investimenti interni in R&S e shopping sui mercati internazionali per acquisire nuovo know-how.
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