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Centaurus, cosa sappiamo finora della nuova variante Covid

Sono 290 i casi confermati nel mondo di Ba.2.75. Per i virologi prematuro esprimere previsioni in base ai dati disponibili

Covid: ondata estiva, decalogo medici famiglia

4' di lettura

I casi di sottovariante Ba.2.75 (la cosiddetta “Centaurus”) isolati fino a ieri nel mondo ammontano a 290. Oltre l’82% delle sequenze depositate nel database Gisaid provengono dall’India, nella quale, a partire da inizio giugno, sono state depositate 239 sequenze del virus, pari a quasi il 4% dei virus isolati nel Paese tra il 14 giugno e il 5 luglio. I casi rimanenti sono stati rilevati in altri 14 Paesi: 14 nel Regno Unito, 9 in USA, 6 in Nuova Zelanda, 4 in Canada, 4 in Indonesia, 3 in Giappone, 2 in Australia, Germania e Nepal, 1 in Danimarca, Lussemburgo, Martinica, Olanda e Turchia. I dati, estratti dalla database Gisaid, sono stati diffusi su Twitter da Raj Rajnarayanan, professore alla Arkansas State.

Crisanti: presto per dire se può correre

La sottovariante di Omicron Ba.2.75 è «una variante che desta preoccupazione principalmente perché è modificata la regione che viene riconosciuta dagli anticorpi neutralizzanti. Quindi di fatto questa variante potrebbe essere totalmente invisibile ai vaccini. Se ha il potenziale per diffondersi? Su questo esistono dei dati un po’ contrastanti, perché l’indice di infezione secondario» - che fa riferimento alla quota di casi secondari che derivano dal contatto con un caso primario - «era piuttosto basso, perlomeno dalle prime misure. Devo dunque dire che è un po’ prematuro vedere se questa variante ha una capacità di trasmissione uguale a queste ultime che abbiamo adesso». A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. «Non è detto», dunque, che quella ribattezzata variante Centaurus sia la prossima variante dominante riuscendo a scalzare Omicron 5. «Però sicuramente la preoccupazione degli organi di sorveglianza è direttamente legata a questi aspetti, alle caratteristiche delle mutazioni», che sarebbero un problema pure perché potrebbero eludere l’immunità naturale guadagnata con infezioni contratte da altre varianti Omicron. «A quel punto si riparte da zero - chiosa il virologo - e questo è il problema».

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Clementi: deve ancora dimostrare il suo valore

La “fenomenologia” della variante Centaurus mostra un unico dato certo per il virologo Massimo Clementi. Che ormai sul battesimo «si sbizzarriscono anche i poeti. Vuol dire che stiamo arrivando a livelli in cui c’è qualcuno che prende in mano il controllo, come se fosse un film di fantascienza». Cosa si può dire di Ba.2.75? «Che deve ancora dimostrare il suo valore». E se sarà all’altezza del nomignolo altisonante che le è stato attribuito «è da vedere», sottolinea il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. L’esperto avverte: «Avremo altre ondate» di Covid. Ma «le varianti non si può dire in anticipo che cosa rappresentino. Devono conferire un vantaggio e c’è un solo modo per capirlo. Lo ha descritto Darwin un paio di secoli fa: il più adatto sopravvive. Adatto, per un virus di questo tipo, significa replicare di più, perché è l’unica modalità che ha per essere più performante» e per continuare a esistere, «come tutte le varianti Omicron hanno dimostrato». Per l’esperto, Omicron «ha ridotto il problema clinico di Covid-19, l’ha derubricato a un’infezione delle vie aeree superiori. Che ci sia qualche polmonite non c’è dubbio. Ma sui morti che oggi conteggiamo, io ho sempre la stessa idea: penso che i numeri che raccogliamo siano sovradimensionati, perché, se muore una persona con un carcinoma gastrico e nel frattempo era positiva a Omicron, questo caso viene ascritto ai morti Covid».

Iss, oltre 75% contagi è Omicron 5

In Italia, il 5 luglio scorso, la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante Ba.5 predominante, stimata al 75,5%. Sono questi i risultati dell'indagine rapida condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni e Province Autonome in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse.

Gb, quarta dose da settembre a tutti over 50

Sarà intanto estesa da settembre a tutte le persone residenti nel Regno Unito sopra i 50 anni d’età l’offerta della quarta dose di vaccino anti Covid (o secondo booster), inizialmente prevista a regime solo per gli over 65. Lo ha stabilito il Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI), l’organismo formato da specialisti e chiamato a dare indicazioni al governo centrale britannico come a quelli locali di Scozia, Galles e Irlanda del Nord in materia di campagne vaccinali. L’indicazione prevede anche l’ulteriore vaccinazione per tutto il personale sanitario, per le persone vulnerabili o malate di ogni età, per chi (dai 16 anni un su) assista personalmente individui fragili e per tutti i familiari conviventi maggiori di 5 anni di pazienti gravemente immunodepressi. La correzione di rotta è stata decisa sullo sfondo del rimbalzo dei contagi e (parzialmente) dei ricoveri negli ospedali causato nell’ultimo mese, sull’isola come in altri Paesi, dalla varianti Omicron Ba.4 e Ba.5; nonché della recente comparsa della sotto-variante Ba.2.75, individuata nel Regno, come in Germania, negli Usa, in Canada e in Australia, dopo aver provocato un’impennata dei casi in India da inizio maggio e a aver rivelato un numero di mutazioni tale da suggerire rischi d’una maggiore trasmissibilità. Gli esperti britannici non hanno invece per ora avanzato raccomandazioni formali del ripristino di alcuna limitazione, in un Paese nel quale a partire da fine gennaio sono state abolite pressoché tutte le restrizioni, fino anche alla revoca inclusa dell’obbligo legale della mascherina ove che sia.

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