il ministro all’incontro di federturismo

Centinaio: «Fuori dalla Bolkestein, ma al 99% saremo in infrazione Ue»

di Marzio Bartoloni

Ambulanti in piazza ma non e' mercato, e' protesta

3' di lettura

Era una delle sue priorità prima di entrare al ministero delle Politiche agricole e del turismo (che ha fortemente voluto insieme in un solo dicastero). E ora che Gian Marco Centinaio è al Governo tira dritto e conferma che presto l’Italia «uscirà dalla Bolkestein» non rispettando la direttiva europea che obbliga i Paesi a mettere a gara le concessioni demaniali, a partire da quelle balneari che sono un nervo scoperto in Italia: «Il mio obiettivo è arrivare alla soluzione il più velocemente possibile. Parlo di 2018 o al massimo gennaio 2019». Una decisione che però ha un prezzo, ammette Centinaio: «Andremo al 99,9% in infrazione»

«La strada è stretta, è come camminare su un filo di seta, al 99,9% andremo in infrazione comunitaria», ha spiegato il ministro parlando della direttiva Bolkestein durante un incontro organizzato a Roma da Federturismo («Il turismo internazionale e le prospettive per l'Italia») che ha messo a confronto nuovi e vecchi competitor dell’Italia (come Slovenia, Austria o Portogallo che hanno messo il turismo al centro delle loro strategie con ottime performance).

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La soluzione per «uscire dalla Bolkestein» - l’Italia tra l’altro è già stata condannata dalla Corte di Giustizia europea sulle gare mai fatte per le concessioni balneari nel 2016 - dovrebbe arrivare con una norma ad hoc nelle prossime settimane (forse in manovra). Centinaio ha aggiunto anche che di fronte a una procedura di infrazione quasi certa «basta saperlo e avvisare i cittadini italiani che per una questione di dignità e tutela del nostro Paese il ministro rischia di andare in infrazione ma consapevole di farlo». Parole che dall’opposizione sono state subito criticate: «Una eventuale procedura di infrazione causerebbe un danno economico rilevante soprattutto nei confronti degli ignari cittadini italiani», ha commentato Massimo Iervolino di Europa+.

Il ministro parlando della futura programmazione per l’Italia ha sottolineato poi la necessità di «guardare sempre di più non il numero dei turisti ma quanto stanno e quanto spendono». «Cosa dobbiamo preferire - aggiunge - mille turisti che spendono un euro o uno che spende mille euro? Quelli da un euro ne abbiamo fin troppi, abbiamo città che stanno meditando il numero chiuso. Dobbiamo rivolgerci a un turismo alto spendente, che sia all'altezza di quello che vogliamo proporre». Centinaio ha poi sottolineato il male atavico della promozione del turismo italiano con mille voci spesse discordanti: «L’Italia va in giro a promuoversi nel mondo come l’Armata Brancaleone: regioni, comuni, operatori, ambasciate e consolati, di tutto e di più, i privati utilizzano sempre meno gli organi preposti alla promozione», ha spiegato Centinaio. Che indica una possibile soluzione nella trasformazione e nel potenziamento di Enit: «È assolutamente necessario trasformare l'Enit in un interlocutore privilegiato e autorevole, che serva alle regioni per andare all'estero, che serva a privati per andare all'estero. Lo fanno già la Francia, la Spagna e molti altri e possiamo farlo anche noi».

L’Ente nazionale per il turismo presto dovrebbe vedere l’arrivo come presidente, acquisito il parere delle commissioni parlamentari, di Giorgio Palmucci, attuale presidente di Confindustria Alberghi: «Auspichiamo che si concluda a breve il processo per la nomina di Giorgio Palmucci all'Enit, siamo entusiasti di averlo come candidato», ha spiegato Gianfranco Battisti, presidente di Federturismo e amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. Battisti dopo aver sottolineato come Palmucci abbia le competenze giuste per l’Enit - che nei piani di Centinaio ospiterà fisicamente nella sua sede a Roma anche il nuovo Dipartimento del turismo del ministero - promette: «Non lo lasceremo solo perché aziende importanti come quella che rappresento fa parte di un discorso integrato. Sarebbe un primo precedente nel Paese».

Il ministro è intervento anche sulla stessa procedura di nomina fugando ogni dubbio di conflitto di interessi: «Sulla nomina di Giorgio Palmucci alla presidenza dell'Enit abbiamo anche chiesto all'Anac e Cantone ci ha risposto che non è incompatibile e non è inconferibile. Il problema è che nel momento in cui Enit dovesse votare qualcosa che riguarda la sua professione o la sua azienda: in quel caso lui deve non partecipare o astenersi, un po' è già successo con la ex presidente Evelina Christillin o il consigliere Fabio Maria Lazzerini». «Se la burocrazia vuole che io nomini una persona che non ha niente a che fare con il turismo oppure un disoccupato perché devo dargli un posto di lavoro allora - ha concluso Centinaio - cade tutto il progetto di avere un Enit autorevole».

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