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Cento anni di Le Mans: tra storia e futuro tutto italiano

Un secolo dell'endurance più famoso e prestigioso al mondo che viene festeggiato con il ritorno di Ferrari che ricorda quanto di italiano ci sia in questa gara. Per l'occasione, Brembo, eccellenza italiana, è partner dell'evento

di Giulia Paganoni

Ferrari 499P, la supercar del ritorno a Le Mans

3' di lettura

Sessantadue vetture al via, suddivise in quattro classi, parteciperanno alla 100° edizione della storica 24 Ore di Le Mans in programma il 10 e 11 giugno 2023. Per l'occasione Brembo, eccellenza italiana per gli impianti frenanti, è per la prima volta partner ufficiale dell'evento, in qualità di Braking Technology.

Le Mans: cento anni di storia che parla italiano

Le Mans è Le Mans. Una gara endurance storica nata nel lontano 1923 e che ha un sapore molto nostrano grazie a due marchi italiani: Alfa Romeo e Ferrari.

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Negli anni '20 e '30 del ‘900 Alfa Romeo dominò la corsa ottenendo quattro vittorie consecutive. La Alfa Romeo 8C è stata una delle migliori auto in termini di performance e fu guidata anche da Tazio Nuvolari nel 1933.

Dopo la seconda guerra mondiale la 24 ore di Le Mans ripartì nel 1949 e il pilota Luigi Chinetti, già vincitore della 24 ore nel 32 e nel 34 con Alfa Romeo, tornò in gara e vinse con la Ferrari 166MM.

La Ferrari ha accumulato uno straordinario record di successi nella classica di Le Mans: ben 453 vetture. La casa del Cavallino Rampante ha continuato a partecipare a Le Mans fino al 1973 nella classe principale per poi decidere di dedicarsi principalmente alla Formula1, senza puntare davvero alla vittoria della 24 ore. Tra tutte si ricordano cinque vetture particolarmente emblematiche con il cavallino rampante: la Ferrari 166 MM, il primo modello del marchio a partecipare alla 24 Ore, la 250 LM, un prototipo che dominò la competizione e vinse tre edizioni consecutive tra il 1963 e il 1965, la 330 P4, rivale della Ford GT40 Mk IV nel 1967, la 512 M e la 333 SP.

Nel 2023 i nuovi regolamenti di durata hanno stimolato la Scuderia Ferrari a tornare nella gara che Enzo Ferrari definì “il gran premio delle capacità umane e tecniche” nella classe regina delle Hypercar. 50 anni dopo la sua ultima partecipazione nella classe principale, Ferrari torna così in pista con l’obiettivo di vincere l’edizione del Centenario.

E, ricordiamo che il pilota italiano di maggior successo alla 24 ore di Le Mans è stato Emanuele Pirro (5 vittorie) con Audi.

Brembo: eccellenza italiana al centenario

Per la gara in programma il 10 e 11 giugno 2023, Brembo sarà presente per il 35° anno consecutivo come fornitore della maggior parte di vetture al via. La gara si corre dal 1923 sul circuito semi-permanente de la Sarthe, caratterizzato da frenate impegnative, soprattutto in prossimità delle due chicane che dividono il lungo rettilineo di Mulsanne.

L'attenzione dei tecnici Brembo, anche per questa edizione, si è concentrata nel trovare il migliore equilibrio tra leggerezza degli impianti frenanti, massimizzazione della rigidezza e garanzia di affidabilità, grazie soprattutto al fatto che il materiale d'attrito, se impiegato nelle corrette condizioni di utilizzo, dura per l'intera competizione, senza necessità di sostituzione. L'usura incredibilmente bassa permette inoltre di mantenere le prestazioni inalterate e ripetibili da inizio a fine gara: in una competizione di regolarità, in cui la vettura attraversa condizioni estremamente variabili e dove si alternano alla guida piloti diversi, avere un impianto frenante che garantisca ripetibilità delle prestazioni e prevedibilità della risposta è sicuramente una delle chiavi di successo.

Specifiche tecniche sugli impianti

Sulle vetture Hypercar il materiale d'attrito è il carbonio, in quanto meglio coniuga la capacità di dissipare il calore e la leggerezza. L'attenzione dei tecnici Brembo si è concentrata sull'ottimizzazione della ventilazione e delle misure dei dischi, che hanno uno spessore massimo di 38 mm, mentre il diametro massimo è di 380 mm, con una percorrenza prevista che va oltre i 6.000 km. I fori di ventilazione dei dischi sono 432, con un range di temperatura di esercizio tra i 250°C e gli 850°C.

Nella classe LMP2 invece, i dischi in carbonio hanno uno spessore massimo di 32 mm, mentre il diametro massimo è di 380 mm, con un consumo previsto in grado di consentire fino a 6.000 km di percorrenza. I fori di ventilazione dei dischi sono 48, con un range di temperatura di esercizio tra i 250°C e gli 850°C.

Nella classe LMGTE, infine, le vetture utilizzano dischi freno in ghisa, con spessore massimo di 35 mm e diametro massimo di 390 mm, con un consumo fino a 4.000 km. I dischi in ghisa non presentano fori di ventilazione, ma pale o alette (fino a 72), mentre il range di temperatura di esercizio è compreso tra i 250°C e i 750°C.

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