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Cento per cento di occupati a 12 mesi dal diploma: la scuola per tecnici ferroviari che garantisce un lavoro (ben pagato)

Occupazione al cento per cento a 12 mesi dal diploma per tecnici ferroviari nella scuola nata all’interno del Porto di Venezia su richiesta delle imprese

di Barbara Ganz

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3' di lettura

Cento per cento di occupazione a 12 mesi dal diploma. I numeri del percorso per «tecnico Superiore per la gestione e conduzione dei mezzi ferroviari» all’interno dell’ITS Marco Polo Academy - nato nel 2015 all’interno del Porto di Venezia allo scopo di dare risposta alle richieste delle imprese portuali di avere un istituto formativo in grado di soddisfare il fabbisogno di figure logistiche con alta professionalità - non raccontano solo di un settore in espansione affamato di personale specializzato.

La richiesta di 3mila tecnici

A ben guardare, nelle precedenti edizioni ad arrivare al traguardo non è mai stata la totalità degli iscritti (25 ogni anno); nel biennio 2020/2022 sono arrivati alla fine in 16, nel 2019/2021 in 14, nel 2017/2019 addirittura in 9, nel 2016/2018 in 16. «Non c’è alcuna dispersione scolastica: quello che vediamo è una certa quantità di ragazzi che ricevono offerte di lavoro già dopo avere frequentato i primi step e avere ottenuto le relative certificazioni, immediatamente spendibili», spiega Giulia Saccardo, direttrice coordinatrice del corso.

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La “cura del ferro”, che ha spostato su rotaie una quantità di merci che prima viaggiavano su gomma, ha ridotto traffico e inquinamento e ha dato la spinta alle aziende della logistica: secondo una stima di Confetra, la Confederazione dei trasporti e della logistica, nei prossimi tre anni ci sarà bisogno di 3mila lavoratori specializzati, in particolare proprio nel trasporto ferroviario di merci.

Le certificazioni richieste

Il biennio permette di conseguire le Certificazioni di “Preparatore Treno” (ex “Manovratore”, Verificatore”, “Formatore) e “Macchinista”, oltre a competenze tecniche e gestionali nel settore dei trasporti ferroviari. I tecnici superiori che si formano a Venezia superano infatti diversi livelli di preparazione e ottengono specifiche certificazioni: «Si tratta di titoli che, per molte aziende, sono richiesti a prescindere dal diploma finale. Questo accade con molte realtà del settore privato, ma naturalmente non con quelle che aderiscono alla Fondazione Its, nata proprio per dare risposta alla richiesta di personale».

Il primo step è la licenza Pdt (preparatore dei treni), segue la licenza comunitaria e infine il certificato armonizzato dei treni: il primo e il terzo titolo richiedono poi una fase di formazione in azienda a seconda della tipologia (quali merci si movimentano) e la certificazione resta poi di proprietà dell’azienda stessa, non dell’operatore.

Il settore è quello del trasporto merci, non passeggeri: «L’ambito lavorativo va dalla manovra all’interno dei porti e interporti, dove si movimentano le merci, fino alla guida vera e propria del convoglio a destinazione. Prima c’è tutta la parte di verifica della regolarità del treno, gli agganci, le ispezioni, manovre e movimentazioni». Un lavoro di responsabilità, tanto che - unico caso nei percorsi dell’Its logistica - richiede anche una certificazione medica di idoneità.

Stipendi fino a 3mila euro al mese

La selezione è aperta per i 25 posti di quello che sarà il settimo biennio: finora le domande sono arrivate da tutta Italia, e fra gli studenti in corso ce ne sono da Palermo e Reggio Calabria. Un dato che spiega facilmente: l’Its veneziano è l’unico percorso che consente di ottenere una serie di titoli fino alla “patente” (per la guida dei treni) all’interno di un percorso scolastico, con una retta di 800 euro l’anno. Nel privato il valore dei corsi supera i 15-20mila euro.

Ora l’obiettivo è rendere il settore un po’ più al femminile: «Abbiamo una sola ragazza iscritta, vorremmo far passare l’idea che non è un lavoro solo al maschile, soprattutto per le parti più tecniche». Gli stipendi sono più alti della media; per un giovane al primo ingresso si arriva fino anche a 3mila euro per un macchinista che accetti viaggi e trasferte, «ma l’aspetto più gratificante è la possibilità di ricoprire un ruolo di responsabilità e di prestigio professionale», conclude Saccardo.

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