domani a versailles

Cento supermanager alla corte di Macron per investire in Francia

di Riccardo Sorrentino

(REUTERS)

3' di lettura

«Scegliete la Francia». O meglio, con una scelta linguistica inconsueta a Parigi, «Choose France!». Domani, nella reggia di Versailles, il governo francese prima, e poi il presidente Emmanuel Macron incontreranno più di cento manager delle grandi multinazionali globali. Un incontro organizzato dall’Eliseo molto rapidamente, on line, chiedendo agli invitati un’unica cosa: presentarsi con il proprio piano di investimenti in Francia.

Le adesioni sono state tante. La data è stata ben scelta: molti manager erano già in viaggio per il World Economic Forum di Davos, che inizia martedì (oltre a essere giorno di chiusura al pubblico della reggia...). Si parla di nomi molto importanti come Sheryl Sandberg, ceo di Facebook, Lloyd Blankfein di Golman Sachs, Jamie Dimon di JPMorgan, Dominic Barton di McKinsey, James Quincey di Coca Cola, Lakshmi Mittal dell’omonimo gruppo siderurgico. Non mancano defezioni importanti: la Pepsi Cola, a quanto sembra, e la General Electric i cui piani “francesi” sono stati ostacolati in passato (anche se Macron, da ministro dell’Economia dette il via libera all’operazione Ge-Alstom).

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Non mancheranno alcune aziende italiane: si parla di Generali, che nel tempo ha costruito una forte presenza in Francia; Barilla, che già possiede a Châteauroux il maggior panificio industriale del paese; Lavazza (con il vicepresidente Giuseppe Lavazza), che ha acquisito Carte Noir, il maggior produttore di caffè; e Fincantieri: l’amministratore delegato Giuseppe Bono avrà quindi, con tutta probabilità, la possibilità di fare il punto sul complesso impegno preso con il governo di Parigi per l’acquisizione del controllo dei cantieri Stx - da completare operativamente - e per la definizione entro giugno di una roadmap per rafforzare i legami con Naval Group, attiva nel settore militare.

L’incontro di Versailles, che inizierà alle 13, permetterà ai manager di incontrare il presidente del consiglio Édouard Philippe e quindici ministri, tra cui il ministro dell’Economia Bruno Le Maire e la ministra del lavoro(ed ex manager) Muriel Pénicaud. L’organizzazione prevede, a quanto sembra, una serie di speed date, molto rapidi che permetteranno di fare una sorta di “manutenzione” dei rapporti tra Parigi e i maggiori gruppi mondiali. Macron dovrebbe arrivare solo in serata, per un discorso a porte chiuse,prima della cena. La giornata potrebbe essere segnata da alcuni annunci importanti di accordi: quattro o cinque intese che sono sul punto di essere finalizzate, e tra queste una nel settore del digitale e un’altra in quello dell’intelligenza artificiale e una nel settore tradizionale. Le Maire chiederà inoltre alla Bosch un impegno maggiore per l’impianto di Rodez, nel sud della Francia, dove sono a rischio tra 300 e 800 posti di lavoro.

Non è la prima volta che la Francia organizza simili incontri con la comunità finanziaria e produttiva globale. Macron, che oltre a quella di funzionario pubblico vanta un’esperienza alla Rothschild, peraltro molto apprezzata, è riuscito però ad attirare molti più manager rispetto al passato. Choose France, per quanto sia al momento un’iniziativa poco più che occasionale - sia pure ben pensata - è stata quindi subito paragonata alla Great Britain Campaign, che ha la funzione di mostrare agli investitori stranieri quanto possa offrire il Regno Unito.

Il confronto con Londra non è estemporaneo. È chiaro che dopo Brexit la Francia abbia l’ambizione di candidarsi presso le multinazionali come un’alternativa valida, all’interno dell’Unione Europea, alla Gran Bretagna per i loro investimenti. La riforma del lavoro, alcuni interventi per le aziende, l’idea di armonizzare il trattamento fiscale delle imprese con la Germania - in modo da evitare concorrenza tra i due Paesi - sono iniziative che vanno tutte in questa direzione e saranno illustrate domani ai manager raccolti nella reggia fuori Parigi. Macron che - senza mai essersi definito liberale (è stato socialista, non sempre moderato) - si presenta come un presidente attento alle esigenze delle aziende, ritiene di poter ottenere in questo campo risultati importanti. La business community internazionale sembra in ascolto.

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