le attività per bambini e ragazzi

Centri estivi, ecco il «pacchetto» di proposte di centri sportivi, oratori e fattorie didattiche

Il Csi offre un pacchetto formativo, con assicurazione e servizio di sanificazione incluso ai centri estivi che vorranno aderire. Ma il nodo dei costi preoccupa gli enti locali

di Michela Finizio

Scuola: centri estivi al via dal 15 giugno. Piccoli gruppi e ingressi scaglionati

5' di lettura

Uscite in bicicletta, cammini a piedi, outdoor education. Gruppi stabili di pochi bambini, triage e igienizzante all’ingresso, mascherine per tutti. Con incluso un “pacchetto” per la sanificazione dei locali (e dei materiali) e una tessera settimanale assicurativa per i partecipanti. Sono queste alcune delle proposte per i centri estivi 2020, presentate della rete dei comitati sportivi del Csi e dagli oratori nelle ultime ore. Un servizio difficile da proporre alle famiglie in questo periodo di emergenza da Covid-19, tra problemi organizzativi, scarsità di risorse, tempi stretti e necessità di rispettare i protocolli sanitari. Ma che potrebbe rispondere ai bisogno di migliaia di famiglie con figli alle prese con la fase 2 di convivenza del virus.

Centri estivi al via dal 15 giugno, ma alcune Regoni partono prima

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Al momento è difficile sapere se le famiglie, ben 5,3 milioni di nuclei familiari con figli minorenni, correranno o meno a iscrivere bambini e ragazzi ai centri estivi. Alcuni, infatti, hanno dovuto già organizzarsi per l’imminente mese di giugno e le proposte nelle singole città non sono ancora definite. Le linee guida anti-contagio approvate dal Comitato tecnico scientifico per i centri estivi sono ormai state diffuse da qualche giorno, ma alcuni si arrangeranno tra congedi parentali, nonni e smart working. Altri ancora sfrutteranno il bonus babysitter da 1.200 euro, che si potrà utilizzare anche per pagare i centri estivi (come previsto dal Dl Rilancio), ma preferiscono tenere i figli in casa.

In questo contesto l’operazione centri estivi per i bambini 3-17 anni partirà con date differenti nelle varie Regioni a seconda del calendario delle riaperture stabilito sul territorio. In Lazio dal 15 giugno, in Veneto dal 1° giugno, in Liguria del 1° giugno con test sierologici agli educatori, in Emilia Romagna dall’8 giugno, e così via. Viste le adesioni degli anni precedenti (solo all’offerta di oratori e centri sportivi l’anno scorso hanno partecipato circa 2,9 milioni di bambini), gli organizzatori puntano a garantire anche quest’anno un’offerta adeguata, che per alcuni potrebbe rappresentare l’unica possibilità per accudire i figli (tra ferie esaurite e necessità di lavorare) e per far tornare i ragazzi alle prime forme di socialità dopo mesi di lockdown.

Ma quali saranno le proposte a cui le famiglie potranno aderire?

A “confezionare” un’offerta adeguata al contesto attuale è innanzitutto la Pastorale giovanile della Cei che presso i circa 8mila oratori presenti in Italia intende promuovere il progetto «Aperto per ferie», lanciato attraverso una piattaforma web a cui tutte le parrocchie potranno aderire. La riapertura degli oratori non sarà generalizzata, perché tutto passa dalle Regioni e il documento messo a punto dalla Conferenza episcopale italiana andrà declinato a livello territoriale. La Lombardia, ad esempio, da sola raccoglie il 40% degli oratori italiani.

L’unica certezza è che «la Chiesa non lascerà da soli i ragazzi nel periodo estivo», si legge nella nota della Cei, e nel rispetto delle istruzioni nazionali dal 28 maggio è online il sito internet «Aperto per ferie» che offre «materiale a sostegno delle iniziative estive organizzate da oratori e parrocchie». I materiali verranno trasmessi alle diocesi e ai rispettivi responsabili con la prescrizione «di valutare le diverse possibilità nei propri territori, tenendo aperto il dialogo con le istituzioni ecclesiali e civili». Il suggerimento è quindi di porsi in dialogo con tutti gli enti locali nonché con le Regioni, che proprio in questa fase stanno stilando, tramite appositi tavoli di lavoro, le linee guida territoriali, prevedendo - aspetto fondamentale - anche le risorse economiche. I Comuni, infatti, dovranno autorizzare i progetti «in accordo con le autorità sanitarie». I ragazzi saranno accompagnati da adulti, che potranno essere volontari ma «opportunamente formati», si legge nel documento della Pastorale giovanile. Sottolineata anche l’integrazione di ragazzi disabili, con modi studiati caso per caso. Per gite ed escursioni la Cei indica due formule ripescate dalla tradizione, le uscite in bicicletta o i cammini a piedi, le più adatte al momento. Ampia, infine, la valutazione dei contenuti formativi delle attività, che si avvarranno di «un uso più sapiente della tecnologia» - in continuazione con la “tele-didattica” - mentre anche gli approfondimenti sulla pandemia da Covid-19 potranno essere «uno dei temi del percorso educativo e formativo».

Anche la presidenza nazionale del Centro sportivo italiano (Csi) ha avviato un programma, denominato «Safe-sport», un pacchetto di regole e strumenti per avviare i centri estivi negli oltre 1.500 comitati sportivi presenti sul territorio che ogni anno accolgono 560mila bambini. Il Centro sportivo Italiano , avvalendosi anche della preziosa collaborazione scientifica dell dipartimento di Igiene e Sanità pubblica dell’università Cattolica di Roma, ha confezionato un modello che i territori potranno attuare con una serie di convenzioni e accordi con aziende qualificate per gestire i centri estivi in questo momento delicato: moduli di formazione online attraverso la piattaforma CSI Academy (sulle attività compatibili con le normative vigenti per gli educatori; sulla sicurezza sul lavoro e i protocolli anti Covid-19 con rilascio di attestato; sulle regole di pulizia per gli addetti alla sanificazione; sulle linee guida igienico-sanitarie da rispettare; sull’organizzazione sportiva per i covid manager); servizio di redazione del Dvr e protocollo anticontagio Covid-19 necessari per avviare un centro estivo; servizio di pulizia e sanificazione svolto da aziende e cooperative convenzionate; software gestionale sportrick per centri estivie per monitorare i gruppi dei centri estivi (ragazzi/e-operatori-responsabili), in piena conformità alla normativa sulla privacy, gestire i pagamenti online e tracciare i partecipanti, per qualsiasi esigenza sanitaria; partnership con Cometax Srl per l’acquisto di mascherine, guanti e prodotti per sanificazione e igienizzazione; pacchetto assicurativo tramite una tessera, in collaborazione con Marsh e Unipol, con durata settimanale e inclusiva della copertura malattia (Covid-19 incluso); schede di attività e giochi sportivi da svolgere nel rispetto delle esigenze del distanziamento fisico, con schede e spunti metodologici concreti per costruire, di settimana in settimana, un percorso per i ragazzi.

A queste due proposte si aggiungono quelle delle oltre 3mila fattorie didattiche presenti nelle campagne italiane che possono accogliere durante l’estate i bambini in sicurezza con attività ricreative ed educative a contatto con la natura nei grandi spazi all’aria aperta. Attraverso il progetto Educazione alla Campagna Amica di Coldiretti negli ultimi venti anni sono stati coinvolti circa 10 milioni di bambini di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% studenti più grandi medie e superiori.

Il nodo dei fondi ai Comuni e i costi da valutare

L’autorizzazione e certificazione di ogni singolo centro estivo è comunque compito dei Comuni, che potranno a loro volta promuoverne sul terriorio e presso le strutture comunali. Da venerdì 29 maggio, ad esempio, e fino a mezzanotte del 15 giugno sarà possibile fare domanda per partecipare ai centri estivi per le scuole primarie organizzati, nelle sedi di 41 istituti scolastici, dal Comune di Milano, nell’ambito del progetto Milano Summer School.

L’importante è che le attività vengano svolte in piccoli gruppi (da 5 a 10 ragazzi in base all'età), con rotazioni di orari e nell'uso di spazi, anche divesi dal solito. Inoltre, ogni attività dovrà contemplare l’utilizzo di mascherine, guanti, igienizzanti, materiale per il triage, con conseguenti costi. Ecco perché diventa fondamentale che i fondi messi a disposizione dal Governo, in tutto 185 milioni annunciati e stanziati con il Dl Rilancio, vengano trasferiti in fretta alle Regioni e poi ripartiti agli enti locali che - altrimenti - faranno fatica a far partire in tempo le attività.

Per approfondire:
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