Centro Pecci: 2016 in utile, ma per il futuro fondamentale il contributo pubblico
di Maria Adelaide Marchesoni
3' di lettura
Primo bilancio per il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato che ha riaperto al pubblico il 16 ottobre 2016 sotto la direzione di Fabio Cavallucci nominato nel marzo 2014 con un contratto di collaborazione scaduto lo scorso 30 aprile, ma rinnovato per un altro anno in attesa del nuovo bando. Il direttore percepisce un compenso annuo lordo per la carica pari a 80mila euro e un incentivo annuale variabile in base al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Consiglio Direttivo nella misura massima del 20%.
Il nuovo museo. Dopo sei anni di lavori, tre di chiusura per la costruzione dell'ampliamento a forma di navicella spaziale dell'architetto Maurice Nio e la riqualificazione dell'edificio originale di Italo Gamberini, il museo ora dispone di una superficie totale di 12.125 mq, di cui 7.815 metri quadrati di ampliamento, con aree espositive per 3.110 mq. Completano il Centro un cinema/auditorium da 140 posti, una nuova sala polivalente per 120 persone, una biblioteca specializzata con oltre 50.000 volumi, due dipartimenti specifici – Arti Visive, per le mostre e la collezione, Ricerca e Progetti speciali, che comprendono le sezioni Cinema, Musica, Teatro- Danza e Architettura e la sezione di Educazione.
I numeri del Grand Opening. Con un investimento complessivo di 1,14 milioni di euro che ha richiesto un aumento del budget facendo ricorso all'utilizzo del “fondo spese future ed investimenti” costituito grazie all'erogazione dell'Associazione Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci il Progetto inaugurale con la mostra La fine del Mondo a cura di Fabio Cavallucci ha registrato un'affluenza di 15mila persone nei tre giorni del Grand Opening e complessivamente la mostra è stata vista da 65mila visitatori. Come viene indicato nella relazione al bilancio:
Tra i principali costi operativi della mostra vanno segnalato gli oneri per la realizzazione delle opere (324mila euro), la comunicazione (224mila euro), i trasporti (177mila euro) e gli allestimenti (115mila euro).
Il bilancio: la situazione patrimoniale. A fine 2016 la Fondazione non presentava particolari problemi di liquidità come viene indicato nella relazione. Tuttavia per il futuro sarà fondamentale che i contribuiti del Socio fondatore Comune di Prato (1,077 milioni di euro) e del Socio sostenitore Regione Toscana (un milione di euro) siano mantenuti allo stesso livello in quanto, proseguono gli amministratori: «la Fondazione è, a tutti gli effetti, una start-up dopo tre anni di chiusura del Centro Pecci, e come tale necessita di un sostegno importante per riuscire in prospettiva a raggiungere crescenti livelli di autofinanziamento». Al momento la capacità di autofinanziamento viene generata dalla biglietteria e dell'avvio dell'attività di fundraising ed è pari all'8,19% dei proventi.
Il bilancio: la situazione economica. La gestione 2016 si è chiusa con un avanzo di 11.660 euro. A fronte di proventi per 2,795 milioni di euro, di cui contributi pubblici per 2,238 milioni, la Fondazione ha sostenuto per la gestione ordinaria oneri pari a 1,592 milioni ai quali vanno aggiunti i costi per il progetto inaugurale e per l'attività del centro, pari complessivamente a 1,192 milioni di euro.
La collezione. E' in comproprietà ed è attribuita in tredicesimi: 8/13 al Comune di Prato e per differenza all'Associazione Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci ed include più di mille opere di oltre 300 artisti, in prevalenza sculture, installazioni e ambienti, dipinti e opere video, realizzati dagli anni Cinquanta del Novecento ad oggi e acquisite per lo più in seguito a mostre. Di particolare rilievo risultano lavori di vari esponenti dell'Arte Povera e della Transavanguardia italiana e internazionale, così come di artisti dell'ex URSS e della fotografia d'artista. Vari esempi della recente produzione artistica italiana ed europea sono stati acquistati dagli Amici del Museo e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, altri provengono dalla collezione privata della famiglia pratese Beccaglia. La raccolta comprende, inoltre, un vasto nucleo di opere e progetti di Poesia Concreta, Poesia Visiva, esperienze visuali di musicisti e performers donati dal mercante pratese Carlo Palli.
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