Centrodestra, no ad ammutinamenti: lasciamo lavorare Meloni
La coalizione molto difficilmente potrebbe giocare una carta alternativa se l'alleanza con Salvini o Berlusconi dovesse davvero allentarsi
di Giancarlo Mazzuca
2' di lettura
Il governo Meloni ha appena mosso i suoi primi passi ma anche dopo il voto di fiducia ricevuto in Parlamento, diversi osservatori continuano a rilevare contrasti all'interno del centrodestra. Anche se la nuova premier non potrà abbassare la guardia perché i suoi alleati non sembrano essersi abituati all'inedita «leadership» di Fratelli d'Italia, la situazione non dovrebbe, comunque, degenerare con qualche dirottamento del premier verso altri lidi. Perché? Tanti i motivi, ma uno soprattutto: Meloni è sempre stata contraria ad alleanze fuori dal centrodestra. Me lo confermò lei stessa in un'intervista durante la scorsa legislatura. Mi disse in modo categorico: «No a qualsiasi inciucio». E poi aggiunse: «Per quello che ci riguarda, voglio essere molto precisa: noi preferiamo semmai andare all'opposizione piuttosto che cercare accordi con altre forze politiche al di fuori delle quattro gambe del centrodestra».
Cosa che Meloni ha fatto finora: così, quando nel 2021 è nato l'esecutivo Draghi, Fdl è rimasto l'unico partito fuori dalla coalizione governativa a differenza di Lega e Forza Italia che entrarono alla corte di Super Mario allargata al Pd e ai grillini. Giorgia ha dimostrato, insomma, di essere coerente alle proprie idee e, a maggior ragione, lo dimostrerà oggi.
Ecco perché, molto difficilmente potrebbe giocare una carta alternativa se l'alleanza con Salvini o Berlusconi dovesse davvero allentarsi. Anche se Calenda e Renzi stanno facendo qualche «avance»: il primo, l'altro giorno, ha ribadito in un'intervista di essere aperto al dialogo pur aggiungendo che non entrerà mai in questa maggioranza. Un'affermazione, quest'ultima, che potrebbe avere un significato recondito: se questa maggioranza dovesse cambiare….
Ma, superato lo scoglio delle nomine governative, la nave-Meloni dovrebbe navigare in acque interne un po' più tranquille anche perché, a rifletterci bene, quanto è appena accaduto al nuovo governo è la puntuale ripetizione di ciò che era successo ad altri esecutivi al momento di varare un piroscafo dai cantieri di Palazzo Chigi. Ora non ci sarà più tempo da perdere perché sono tante le emergenze che Meloni & C. dovranno cercare di superare. In effetti, dagli anni dell'«austerity», con il grande «choc» petrolifero, l'Italia non ha mai dovuto affrontare una situazione tanto grave come quella attuale: basta guardare agli ultimi dati sull'inflazione. Qui ci vogliono nervi ben saldi e, davanti ad un quadro così nero, occorre evitare in tutti i modi possibili ammutinamenti: ne va del futuro stesso degli italiani.
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