Ceramica, Civita Castellana promossa per innovazione e risparmio idrico
Indagine sugli obiettivi dell’agenda 2030 dell’Onu: giudizio positivo nel complesso. Gli investimenti sulla sostenibilità cruciali per la competitività
I punti chiave
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Innovazione, sicurezza sul lavoro, risparmio idrico: sono questi i settori dove eccellono le aziende della ceramica sanitaria di Civita Castellana (Viterbo), secondo il rapporto “Sostenibilità territoriale del distretto della ceramica”, realizzato dalla Fondazione Bruno Visentini ed Unindustria e cofinanziato dalla Camera di Commercio di Rieti-Viterbo. L’indagine si è focalizzata sui risultati raggiunti in merito agli obiettivi, ai goal, dell’agenda 2030 dell’Onu, nel contesto di un distretto industriale storico che si estende sul territorio di 8 comuni, dove insistono 28 aziende con una forza lavoro di circa 2.100 unità, che nel 2022 hanno registrato un fatturato di 377 milioni di euro, il 45% di export e 3,1 milioni di pezzi prodotti. Lo studio ha coinvolto 15 aziende che rappresentano il 73% della forza lavoro.
Investimenti in innovazione
«L’obiettivo del report è stato quello di acquisire una fotografia attuale del distretto, mettendo in luce punti di forza e criticità delle imprese sui temi legati alla dimensione sociale, ambientale ed economica della sostenibilità. Nel suo complesso, il distretto ottiene un giudizio positivo, che certifica un percorso di crescita responsabile compiuto nel corso degli anni», ha commentato Sergio Saggini, presidente di Unindustria Viterbo.
«Nel corso degli anni – ha aggiunto Augusto Ciarrocchi, vicepresidente di Confindustria ceramica e presidente di Ceramica Flaminia – le aziende hanno fatto notevoli investimenti su innovazione, design, sicurezza. E i risultati si vedono. Il distretto ceramico ottiene punteggi ragguardevoli per il Goal 6 “Acqua pulita e servizi igienico-sanitari”, per il Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica” e per il Goal 9 “Imprese, innovazione ed infrastrutture”. In merito alle condizioni lavorative, il distretto ha mostrato nel corso degli anni un’attenzione sempre maggiore in tema di sicurezza sul lavoro (ad esempio attraverso l’introduzione degli azzeratori di peso). In tema di innovazione, infine, il distretto risulta ben instradato sugli obiettivi di crescita sostenibile grazie agli investimenti compiuti dalle aziende, in particolare sull’efficientamento tecnologico del processo produttivo».
Bilancio di sostenibilità in progetto per il 66%
Tra gli strumenti per intraprendere un percorso di sostenibilità, l’86% degli intervistati ha sostenuto di aver utilizzato fondi e finanziamenti per avviare iniziative o progetti sul tema. Mentre per quanto riguarda il bilancio di sostenibilità, il 66% afferma di averlo in progetto: un punto importante, che ha conseguenze sull’accesso al credito visto che sempre di più le banche pongono condizioni legate ai temi Esg.
Due gli ambiti in cui il distretto deve ancora lavorare: taglio delle emissioni climalteranti e parità di genere. I risultati dell’indagine in questi campi sono infatti inferiori rispetto agli altri.
Competitività e attrattività del territorio
«Sostenibilità e digitalizzazione sono i due pilastri della trasformazione che stanno affrontando le imprese. È un tema di competitività ma anche di attrattività del territorio, che porta crescita e opportunità, soprattutto per i più giovani. Il tema delle risorse umane è strategico: purtroppo siamo un po’ in ritardo, tuttavia una delle strade da affrontare con decisione è la spinta sulla formazione tecnica e scientifica. Investire sulle risorse umane e sull’innovazione rende le aziende più resilienti. La nostra regione deve puntare a una politica industriale che sostenga questi percorsi di sviluppo, per costruire prospettive di qualità per le aziende e i giovani», ha concluso Angelo Camilli, presidente di Unindustria Lazio.
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