Certi atterraggi sono una questione di fortuna
La Fed afferma che il suo obiettivo è portare a termine la stretta monetaria con un atterraggio morbido: l’inflazione che torna moderata, senza pagare il costo di una recessione
di Donato Masciandaro
3' di lettura
La Fed afferma che il suo obiettivo è portare a termine la stretta monetaria con un atterraggio morbido: l’inflazione che torna moderata, senza pagare il costo di una recessione. È credibile? I precedenti ci dicono che è una chimera. È invece più verosimile che l’intensità e la velocità con cui continuerà la politica monetaria della Fed dipenderanno dalla politica e dalla finanza: il numero uno della Fed Jerome Powell manterrà il piede pigiato sull’acceleratore, come vorrebbe il presidente americano Joe Biden, oppure rallenterà la corsa, come sembra scommettere Wall Street?
Da quando, lo scorso marzo, la Fed ha iniziato a innalzare i suoi obiettivi sui tassi, c’è stato sempre e solo un ritornello: occorre combattere la crescita dell’inflazione, ma nel contempo minimizzare i rischi di una recessione. Prefiggersi di ridurre i costi in termini di crescita reale e occupazione di una politica monetaria disinflazionistica è dichiarazione che ogni manuale del buon banchiere centrale consiglia di fare. Se poi la banca centrale si chiama Fed, con mandato istituzionale che le chiede di dare la stessa importanza alla stabilità monetaria e al mercato del lavoro, la dichiarazione diventa un obbligo. Ma c’è da fidarsi?
Le passate performance della banca centrale americana ci aiutano a rispondere alla domanda.
Definiamo come atterraggio morbido la sequenza di due eventi: una salita dei tassi di interesse, seguita da una caduta della crescita economica. Parlando della Fed, possiamo essere ancora più precisi: prima abbiamo una salita dei tassi a brevissimo termine sul mercato interbancario – che è l’obiettivo dichiarato – che non è seguita, per almeno un anno, da una caduta del prodotto interno lordo di almeno l’1 per cento. Con questa metrica, si possono passare in rassegna le 11 recessioni che hanno colpito gli Stati Uniti dagli anni Sessanta a oggi.
Cominciamo a eliminare le ultime due – quella del 2008 e del 2020 – perché il detonatore non è stata di per sé la politica monetaria restrittiva: nel primo caso abbiamo lo scoppio della bolla finanziaria e nel secondo l’inizio della pandemia da Covid-19. Il ruolo di un evento esterno – la Guerra del Golfo – fu l’innesco della recessione del 1990. Degli otto casi rimanenti, sei volte la restrizione monetaria è stata seguita da una recessione. In soli due casi vi è stato un atterraggio morbido, legato rispettivamente alle politiche monetarie del 1965 e del 1999. Ma quanto restrittive furono quelle due politiche? Utilizziamo come parametro il fatto che l’aumento dei tassi di interesse, negli 11 casi considerati, è stato in media di 524 punti base. Ebbene, le “strette” del 1965 e del 1999 consistettero di un aumento di rispettivamente 174 e 191 punti base, che sono i due valori più bassi di tutto il campione. Cambiando le metriche, il bicchiere sarebbe solo meno vuoto.
Semplici calcoli dietro una busta, che però danno una indicazione: l’atterraggio morbido può essere al massimo un auspicio, non certo una credibile scelta di politica monetaria. Tutte le banche centrali, Fed inclusa, dovrebbero dare più evidenza di quali sono i limiti delle politiche monetarie. La politica monetaria può ridurre i suoi tassi di riferimento, e aumentare in modo credibile la sua trasparenza, con l’obiettivo di influenzare le aspettative di mercati, famiglie e imprese verso una direzione auspicabile.
Nel caso della Fed, sarebbe più efficace rinunciare all’attuale miscuglio tra dichiarazioni roboanti dei singoli banchieri centrali e l’assenza di annunzi vincolanti da parte dell’istituzione Fed. Certo l’ambiguità aiuta Powell e i suoi colleghi a galleggiare tra
quelle che da sempre sono le Scilla e Cariddi di cui una banca centrale di fatto non indipendente come la Fed deve tener conto:
la politica e la finanza. Cambiano negli anni i ballerini, ma il minuetto è sempre lo stesso. Se sarà atterraggio morbido, la Fed sarà stata solo fortunata.
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