ChatGpt e l’integrazione con il motore di ricerca Bing. Ecco cosa cambia
La grande novità è l'utilizzo di fonti attuali. L'intelligenza artificiale decide come raccogliere le informazioni più rilevanti per rispondere all'utente e poi utilizza gli strumenti di ricerca per trovarle.
di Alessandro Longo
4' di lettura
L'intelligenza artificiale che comincia a essere integrata nel motore di ricerca Microsoft Bing è ben di più di quello che avevamo sperimentato su ChatGpt. È un'esperienza diversa, più accurata e con risultati più attuali. Si coglie questa novità nella prova che abbiamo fatto del nuovo Bing, per ora disponibile solo a utenti selezionati, prima del lancio ufficiale che potrebbe essere a marzo.
Se a ChatGpt si chiedono notizie recenti o le previsioni del tempo di oggi, infatti, si ottengono solo scuse. O addirittura invenzioni di sana pianta. Com'è noto ChatGpt usa solo un database fermo al 2021, con cui è stato addestrato per poter rispondere alle nostre domande. L'intelligenza artificiale di Bing usa sì la stessa tecnologia alla base di ChatGpt (di Open Ai), ma è una versione migliorata con la collaborazione tra Microsoft e OpenAI. Tanto che alcuni (come riporta il New York Times) sospettano che sia una tecnologia Gpt-4, contro la versione 3.5 di ChatGpt.
Di sicuro, la grande novità è l'utilizzo di fonti attuali. L'intelligenza artificiale decide come raccogliere le informazioni più rilevanti per rispondere all'utente e poi utilizza gli strumenti di ricerca per trovarle. Il sistema manda poi questi dati, che sono i risultati della ricerca, al modello di base, che li utilizza per comporre la risposta in linguaggio naturale.
È come se ci fossero due livelli di conoscenza in Bing, come spiega Antonio Cisternino, esperto informatico del CNR di Pisa.
“Da una parte c'è la conoscenza profonda dell'IA. Il modello costruito con l'addestramento di base su milioni di pagine web e di libri, con cui l'IA di Open AI ha imparato a comprendere il linguaggio naturale e può rispondere mettendo assieme una parola dopo l'altra. Dall'altra c'è una conoscenza più superficiale e temporanea, di cui l'IA si avvale ogni volta che è interrogata dall'utente e che utilizza i risultati di ricerca”, dice Cisternino.
Bing fa così una sintesi dei risultati della ricerca e dà una risposta diretta alla domanda. Un po' come farebbe ChatGpt se gli incollassimo un link o un documento e gli chiedessimo di farne una sintesi.
Si noti che anche altre aziende, tra cui Neeva, utilizzano questo metodo anche se nel nuovo Bing sembra funzionare meglio.
È così che Microsoft è riuscita a risolvere diversi limiti di ChatGpt. Non solo il fatto di avere dati vecchi, ma anche un altro problema: la tendenza dei modelli linguistici di grandi dimensioni a inventare fatti e dati. I chatbot non hanno la percezione di ciò che è vero o falso; sono specchio di ciò che si trova su Internet, con tutti i crismi. Queste “allucinazioni” – come le chiamano gli esperti – profferite con grande sicurezza dal bot possono diffondere disinformazione e falsità. L’anno scorso Meta ha dovuto ritirare il suo chatbot rivolto alla comunità scientifica, Galactica, dopo che è stato scoperto che sparava sciocchezze scientifiche.
Ebbene, dare al modello l’accesso a dati aggiornati ha ridotto, anche se non eliminato, il tasso di allucinazioni per la funzione di chat di Bing. “Molte delle allucinazioni erano dovute al fatto che il modello cercava di riempire gli spazi vuoti di cose accadute dopo la fine dei dati di addestramento”, spiega Kevin Scott, Chief Technology Officer di Microsoft. L’azienda sta utilizzando altre tecniche per ridurre ulteriormente il tasso di errore. Tra queste, la possibilità data agli utenti di votare quali risposte sono migliori e quali informazioni sono affidabili; e la possibilità di aggiungere una memoria ai sistemi, in modo che gli algoritmi imparino dalle conversazioni. ChatGpt al momento ha una memoria di sole 4mila parole.
Bing affronta il problema dell'inaffidabilità anche scaricandolo un po' sugli utenti, perché aggiunge alle risposte – a differenza di ChatGpt – un elenco di fonti usate e cliccabili.
Al momento è un lavoro imperfetto, come riconosciuto dalla stessa Microsoft. Nella nostra prova ha confuso diverse edizioni di San Remo. Il suo “riassunto della guerra d'Ucraina ad oggi” si ferma a marzo 2022, stranamente. A volte dopo avere scritto un po' si blocca nel mezzo di una frase (come ChatGpt) e se gli diciamo di proseguire ci dice che non può scrivere articoli lunghi, “per non violare il copyright”. Forse un segno della cautela nei confronti degli editori di cui usa le fonti e nell'alveo dei principi del fair use americani. La stessa Microsoft ha dichiarato (come anche Google) che vorrà sempre tutelare la sostenibilità degli editori digitali e la possibilità che gli utenti clicchino sui loro siti (senza fermarsi alle risposte del chatbot).
Abbiamo chiesto consigli per una cena vegetariana a Milano e ha dato un elenco di ristoranti, non citando quello di qualità più alta (stella Michelin), pure presente in prima posizione in tutte le sue fonti. Glielo abbiamo fatto notare e si è giustificato dicendo che non aveva capito volessimo includere anche ristoranti raffinati.
È stato molto utile però nel consigliare un mutuo. La sua sintesi dei risultati web ha permesso di evidenziare subito opportunità alternative.
La sensazione generale è di trovarsi davanti a un nuovo, acerbo quanto sbalorditivo, frutto della tecnologia umana, che cambierà il modo di vivere internet per tutti noi.
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