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ChatGPT, perché Microsoft scommette sull’intelligenza artificiale tascabile

La chat di AI su cui il gigante tech vuole investire realizza il sogno di Olivetti: offrire a tutti la capacità di progettare propria delle grandi aziende

di Barbara Carfagna

 In preparazione una maxi offerta per OpenAI

2' di lettura

Probabilmente Adriano Olivetti solo oggi vedrebbe il suo sogno realizzarsi pienamente; quando, all’inizio degli anni Sessanta prese la decisione di sviluppare un «computer da tavolo» voleva che ogni individuo potesse creare quello che solo una grande azienda poteva progettare. ChatGPT di OpenAI è la chat animata da un sistema di intelligenza artificiale, AI, con cui tutti gli utenti, anche non esperti, possono interagire per creare nuovi contenuti: poesie, anche alla maniera dei grandi del passato, articoli, quadri - con l’applicazione Dall-E 2 , sempre di OpenAI -, possono essere di supporto nella scrittura di codice e per chi fa ricerca, crea oggetti virtuali, esegue tesine scolastiche. Questa chat ci mette in tasca l’intelligenza di cui solo grandi apparati economici, militari, potevano disporre fino a qualche anno fa. Tutto, per ora, gratis. È l’ultima evoluzione di modelli generativi che possono processare il linguaggio naturale e il suo lancio segna un momento importante nella trasformazione digitale.

Da internauti a «prosumer»

Per capire perché basta guardare ai meccanismi basilari della digital economy. OpenAI ha reso la chat disponibile a chiunque ma non senza un ritorno: le domande degli utenti infatti addestrano il modello di AI e migliorano le sue prestazioni. Gli utenti di internet sono infatti prosumer, consumatori e produttori di questa tecnologia. In questo caso però, a differenza dei motori di ricerca e dei social networks, invece di ricevere in cambio accesso alle informazioni e contenuti, la macchina elabora i contenuti e ce li restituisce in formato creativo.

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Un’«officina» a portata di mano

Internet infatti distribuisce contenuti già esistenti, basti pensare ai motori di ricerca come Google, che indicizzano le informazioni già esistenti in risposte tramite i link. ChatGPT invece crea contenuti dai dati già in rete. Ognuno di noi può ora accedere dunque in tempo reale ad una vastissima porzione dell’oceano dei dati (al netto dei filtri messi per evitare risposte scorrette che possano creare o perpetrare pregiudizi, ledere la reputazione di individui e organizzazioni) e produrre contenuti che contribuiranno ad espanderlo. ChatGPT potenzia la creatività individuale, le capacità professionali, la produttività di singoli individui e di intere categorie. Con immensi vantaggi e cambiamenti anche nel mondo del lavoro. Ognuno di noi avrà un’officina a portata di mano per costruire mondi individuali, pensieri, metaversi. Le preoccupazioni, relative a sicurezza e accuratezza di contenuti, non mancano. Il sistema è ancora imperfetto e commette errori ma la promessa è che crescerà e si perfezionerà in breve tempo.

Su cosa sta investendo Microsoft

A poco serviranno blocchi e divieti come quelli imposti nelle scuole di New York, Los Angeles e San Francisco che hanno bloccato l’accesso a ChatGPT per gli studenti, che potrebbero barare, annullando la necessità di pensare, ricercare ed elaborare. ChatGPt è un passo importante nella trasformazione digitale; le sue capacità combinatorie faciliteranno l’integrazione dell’AI nei processi decisionali, formativi e professionali. Neanche Microsoft, tuttavia, può sapere cosa diventerà e che impatto avrà sulle nostre società. Faremmo bene, dunque, politici in testa, ad immaginare presto come guidare queste trasformazioni, per costruire la società che vogliamo e non farci prendere, ancora una volta, in contropiede. Indietro, infatti, non si tornerà.

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