ChatGPT, task force europea dopo il blocco del Garante italiano
L’idea è quella di intraprendere azioni comuni per tutelare i dati dei cittadini dell’Unione. Roma ha fatto da apripista
di Biagio Simonetta
2' di lettura
La mossa del Garante italiano su ChatGPT potrebbe aver aperto una strada comune europea. In queste ore, infatti, è stata annunciata una task force comunitaria proprio per intraprendere una politica comune per la definizione di regole sulla privacy in materia di intelligenza artificiale.
L’iniziativa è del Comitato europeo per la protezione dei dati, l’organismo che riunisce i garanti della privacy dei vari stati membri. E, come detto, segue la mossa dell’Italia, che dal 31 marzo scorso ha di fatto bloccato ChatGPT in attesa che OpenAI (la società californiana che produce il chatbot intelligente) si adegui alle normative previste dal GDPR.
Una posizione, quella italiana, che ha aperto discussioni anche in altri Paesi, come Francia e Germiana, con il commissario tedesco per la protezione dei dati che nei giorni scorsi ha fatto intendere di poter seguire le orme di Roma. ChatGPT in questi primi 4 mesi del 2023 ha attirato l’attenzione del grande pubblico per la sua capacità di scrivere rapidamente risposte a un’ampia gamma di domande. Una tecnologia che ha conquistato facilmente gli utenti, tanto da risultare la piattaforma con la crescita più rapida della storia, con oltre 100 milioni di utenti attivi mensili. Allo stesso tempo, però, il boom dell'intelligenza artificiale generativa ha sollevato interrogativi sulle minacce che la stessa potrebbe rappresentare per la sicurezza, la privacy e i posti di lavoro. Tanto che circa 2mila firme autorevoli (fra le quali quella di Elon Musk) hanno sottoscritto una lettera per chiedere la sospensione dello sviluppo di questa tecnologia, in attesa di trovare regole precise.
Dicevamo del Garante per la Privacy italiano, che di fatto è stato il primo a bloccare l'utilizzo di ChatGPT. Negli ultimi giorni, però, anche il governo degli Stati Uniti e diversi altri governi europei hanno espresso preoccupazione per la rapida crescita dell’adozione di ChatGPT e di prodotti di intelligenza artificiale simili. Tanto da arrivare alla decisione del Comitato europeo di intraprendere azioni comuni: «I membri dell’EDPB hanno discusso la recente azione esecutiva intrapresa dall’autorità italiana per la protezione dei dati contro OpenAI in merito al servizio ChatGPT. - si legge nella dichiarazione - L’EDPB ha deciso di avviare una task force dedicata per promuovere la cooperazione e lo scambio di informazioni su eventuali azioni di enforcement condotte dalle autorità di protezione dei dati».
Una fonte interna al comitato, citata dall'agenzia Reuters, ha dichiarato che gli Stati europei sperano di allineare le loro posizioni politiche, ma che questo potrebbe richiedere del tempo. Il punto alla base di questa scelta, tuttavia, non è quello di punire o di stabilire regole che colpiscano il proprietario di ChatGPT (OpenAI), sostenuto da Microsoft, ma creare politiche generali «trasparenti».
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