«Cherry», la perdita dell'innocenza raccontata dai fratelli Russo
Tra le novità della settimana c'è l'attesissimo film con Tom Holland firmato dai registi di «Avengers: Endgame» e disponibile su Apple Tv+
di Andrea Chimento
3' di lettura
Il nuovo film dei fratelli Russo: dopo aver guadagnato il primo posto nella classifica dei migliori incassi di tutti i tempi con «Avengers: Endgame», i due registi sono tornati dietro la macchina da presa per «Cherry», un film più piccolo sia per il budget che per le ambizioni, arrivato direttamente su Apple Tv+.
Per il ruolo del protagonista hanno scelto Tom Holland, già interprete di «Spider-Man» negli ultimi film della Marvel: l'attore interpreta Cherry, un uomo che, tornato a casa dall'Iraq, non riesce a superare quanto vissuto in guerra né tantomeno a riprendere la sua vita normale. Sofferente a causa di un forte disturbo post-traumatico da stress, che riesce a sedare soltanto quando fa uso di stupefacenti, Cherry si trova presto senza denaro e inizia a rapinare banche per poter ottenere facilmente dei soldi.
Tratto dall'omonimo romanzo (in parte autobiografico) del 2018 di Nico Walker, il film diventa presto una riflessione sulla perdita dell'innocenza non solo di un personaggio, ma di un'America intera: Cherry è infatti una metafora degli Stati Uniti che hanno perso se stessi dopo l'11 settembre.
La fine del sogno americano
«Cherry» può così risultare l'ennesimo film sulla fine del sogno americano, anche se questi spunti dal taglio sociale e politico rimangono un po' in superficie in una pellicola che bada molto più alla forma che alla sostanza.
I fratelli Russo ci sanno fare con la cinepresa e creano più di una sequenza molto coinvolgente ed esteticamente di alto livello, ma si ha altrettanto spesso la sensazione di un esercizio di stile un po' fine a se stesso e già visto.Resta comunque un prodotto godibile e tra i più interessanti della settimana, grazie anche a un ritmo efficace e alla buona prestazione del cast. Inoltre, sapere che alla base c'è (almeno in parte) una storia vera aiuta ad accrescere l'interesse.
Fino all'ultimo indizio
Tra le novità on-demand c'è anche un altro titolo atteso come «Fino all'ultimo indizio» di John Lee Hancock.Al centro della trama ci sono due poliziotti che devono dare la caccia a un serial killer che sta terrorizzando la città di Los Angeles. Ben presto, però, uno dei due si rende conto che il caso è meno semplice del previsto e che potrebbe collegarsi ad alcuni misteri del suo passato rimasti irrisolti. L'atmosfera del film (oltre all'ambientazione) è quella dei classici thriller degli anni Novanta ed è indubbiamente piacevole ritrovare suggestioni e svolte narrative tipiche di un cinema che si fa sempre meno nella Hollywood di oggi.
Peccato però che questi riferimenti da un lato nostalgicamente emozionanti dall'altro diano l'idea di un prodotto troppo derivativo e fuori tempo massimo, che ricorda davvero da vicino numerosi titoli del passato.Cast delle grandi occasioni: i tre protagonisti sono Denzel Washington, Rami Malek e Jared Leto.
Il principe cerca figlio
Totalmente imperdonabile è infine «Il principe cerca figlio» di Craig Brewer, sequel del cult di John Landis del 1988 «Il principe cerca moglie».Eddie Murphy torna in uno dei ruoli più belli e divertenti della sua carriera, ma la nuova pellicola non riesce mai a intrattenere come dovrebbe, ha una scrittura ai limiti dell'imbarazzante e non si capisce davvero il senso di un'operazione come questa, che piacerà poco sia ai giovanissimi sia ai nostalgici del film di Landis degli anni Ottanta.Un prodotto pesantemente insufficiente che annoia per la sua intera durata.
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