Chi è Crimi, fedelissimo di Casaleggio che traghetterà il M5S nell’era post-Di Maio
Dalla prima esperienza (deludente) come candidato governatore in Lombardia fino all’ingresso nei governi Conte
di Andrea Marini
2' di lettura
Vito Crimi è uno dei pilastri del M5s, grillino della prima ora, da quando il movimento si presentava alle elezioni locali per prendere solo una manciata di voti. Già vicino a Beppe Grillo, è ora uno degli uomini più fidati di Davide Casaleggio. Sarà lui il nuovo reggente del M5s, colui che in seguito delle dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico assumerà ad interim la guida del partito a norma di Statuto: Vito Crimi è il componente più anziano del Comitato di garanzia.
VIDEO: Quale nome per il dopo Di Maio
Palermitano, lombardo di adozione
Palermitano di nascita (classe 1972), bresciano di adozione (si era trasferito lì nel 2000 per lavorare come assistente giudiziario alla Corte d'Appello), Vito Crimi è stato il candidato governatore del M5S alle elezioni regionali lombarde del 2010. Sostenuto da Beppe Grillo in persona, in quella esperienza non è stato fortunato: si piazza quarto ottenendo solo il 3%.
Primo capogruppo del M5S
Crimi fa tesoro della sua prima esperienza politica: con la folgorante ascesa del M5S alle politiche del 2013, entra in Senato e diventa il primo capogruppo M5s a Palazzo Madama. Insieme Roberta Lombardi capogruppo alla Camera era stato protagonista dell'indimenticabile “streaming” con Pier Luigi Bersani, allora segretario del Pd, in cui i due esponenti pentastellati chiusero la porta ad una alleanza di governo con i democratici.
L’ingresso nel Governo Conte (uno e due)
Vito Crimi è da subito una figura di riferimento del Movimento e non solo per la sua età anagrafica, più alta della maggioranza dei parlamentari che nel corso delle due legislature sono entrati in Parlamento. Rieletto nel 2018, viene cooptato nel governo gialloverde: è sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria. In questa fase ha avuto anche la delega alla ricostruzione post-sisma nell’Italia centrale. Finisce bersagliato di critiche per i tagli all’editoria e a Radio Radicale (tentativo, quest’ultimo, in parte fallito). Con l’insediamento del secondo Governo Conte (sostenuto stavolta da M5S e Pd) Crimi diventa vice ministro dell’Interno.
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