Chi è Jordan Bardella, il volto giovane e «italiano» alla corte di Marine Le Pen
di Riccardo Sorrentino
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Giovane, perché l’esigenza è di ringiovanire un elettorato troppo âgé. Figlio di immigrati (europei, e integrati) per dar l’idea di sostenere un nazionalismo “aperto”. Cittadino delle banlieues, che in passato erano una roccaforte del partito, da tempo incapace però di riconquistarle. La scelta di Jordan Bardella, il 23enne capolista alle elezioni europee del Rassemblement national (Rn), l’ex Front national di Marine Le Pen, cerca di cogliere contemporaneamente più obiettivi.
Portavoce del partito
Nato il 13 settembre 1995, Jordan Bardella potrebbe essere il secondo deputato più giovane della storia dell’Europarlamento. Non si può dire però che sia totalmente privo di esperienza politica. Iscritto al Front national dall’età di 16 anni, dal dicembre 2015 è consigliere regionale dell’Île-de-France e dal settembre 2017 - dopo la ristrutturazione del partito voluta da Marine le Pen in seguito alla sconfitta nelle presidenziali - è uno dei portavoce di Rn. Da marzo 2018 è anche direttore generale di Génération Nation, l’ex Front national de la jeunesse, l’organizzazione giovanile del partito. Due le sconfitte elettorali: nelle dipartimentali del 2015 e alle legislative del 2017, quando è stato battuto dal candidato macroniano. È stato anche assistente parlamentare a Strasburgo, e il suo nome sarebbe apparso in una lista ufficiale di persone sospettate di aver fatto un uso irregolare dell’indennità.
Il modello Salvini
Figlio di italiani, e in grado di parlare la nostra lingua, Bardella ha scelto come modello Matteo Salvini. «È riuscito a dare fiducia al suo popolo, ha ridotto del 95% il numero di sbarchi di migranti, ha rifiutato il trattato di libero scambio con il Canada», ha detto a marzo, mostrando - non solo in questo caso - anche la stessa disinvoltura sui dati di fatto di altri leader populisti. Salvini, secondo Bardella, è il candidato naturale per guidare i sovranisti europei (che però appaiono, e soprattutto di fronte alle difficoltà dell’Italia, piuttosto divisi).
Obiettivo: superare Macron
Il suo mandato è quindi quello di battere la lista di Emmanuel Macron, che si propone come la bandiera dell’europeismo, in nome di una Francia più forte in un’Unione più forte. La République en Marche ha fatto, elettoralmente, la scelta opposta a quella di Rn: ha nominato come capolista, nel collegio unico nazionale, l’ex ministro degli Affari Europei, Nathalie Loiseau, molto competente ma piuttosto grigia - soprattutto nei dibattiti politici, dove Bardella è più brillante - e, come il presidente, incline alle gaffe. Parlando della sua campagna ha per esempio parlato di un «Blitzkrieg», una guerra lampo, suscitando le proteste per il suo linguaggio bellico.
La svolta «moderata»
Le urne potrebbero premiare Bardella che, in contrasto con l’enfasi sui premiers de cordée, i capocordatadi Macron, si presenta come campione della France des oubliés, la Francia dei dimenticati. I sondaggi su Rn, per ora, non vanno al di là di una riconferma dei risultati ottenuti nel 2014, quando il Front national aveva sfiorato il 25% dei voti, risultando la forza politica più votata. Era però un partito un po’ diverso: questa campagna elettorale ha segnato una svolta importante, per il movimento nazionalista, ed è toccato proprio a Bardella annunciarlo, prima ancora della Le Pen: Rn, oggi, non è più a favore di Frexit, dell’uscita della Francia dall’Unione europea.
L’«Europa delle libere cooperazioni»
È un’operazione tutta elettorale, per conquistare il voto della destra moderata, e contrastare Les Républicain, che sotto la guida di Laurent Wauquiez si sono avvicinati al populismo e al nazionalismo. L’Europa di Bardella resta in effetti - come nota il programma elettorale - un’«Europa delle cooperazioni liberamente accettate», in cui ciascuno Stato resta libero di applicare o meno le regole comunitarie. Probabilmente è la nuova frontiera degli euroscettici, ora che le vicende della Gran Bretagna hanno mostrato come l’uscita formale possa trasformarsi in un incubo.
Recuperare la sovranità
Bardella, del resto, non smette - nei suoi comizi - di invocare anche la sovranità monetaria della Francia, e quindi la scomparsa o almeno il forte depotenziamento della Banca centrale europea. Il programma sull’Europa del Rn, del resto punta a fare del solo Consiglio europeo - composto dai capi di Stato e di governo e quindi espressione dei singoli Paesi membri - l’organo legislativo dell’Unione (oggi il potere legislativo è affidato anche a Parlamento e Commissione Ue).
Le liste disturbo
La svolta ha però portato alla nascita di altri piccoli partiti a destra della destra del Rn: oltre a Debout La France, che potrebbe ottenere un 4%, si presentano Les Patriotes, movimento fondato da Florian Philippot, l’ex portavoce del Front national (sostituito proprio da Bardella), che contesta la svolta “moderata” di Marine Le Pen e potrebbe raggiungere il 2% dei voti. Difficile però che possano davvero ottenere candidati.
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