Draghi riceve Sanna Marin: chi è la giovane premier che vuole la Finlandia nella Nato
Socialdemocratica, attenta al mondo giovanile e ai temi dell’ambiente, a suo tempo record per età come capo di governo
di Nicola Barone
I punti chiave
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Nella Capitale d’Italia, in coincidenza con la formalizzazione della candidatura per entrare nella Nato da parte di Helsinki e contemporaneamente di Stoccolma. La premier finlandese Sanna Marin incontra Mario Draghi, di cui sono note le posizioni a supporto della svolta compiuta dai due Paesi per l’ingresso nell’Alleanza atlantica. Un bilaterale sulla sicurezza in Europa dopo la guerra ucraina e sul come ridurre la dipendenza dall’energia russa, secondo quanto comunicato, dal valore in realtà più marcatamente simbolico. Poco dopo, Enrico Letta e Giuseppe Conte riferiranno analogo e convinto appoggio alla scelta storica in via di concretizzazione.
Draghi: momento delle scelte, vogliamo Ue protagonista
«Dobbiamo costruire una vera difesa europea, complementare alla Nato, per contribuire alla protezione dei nostri valori fondanti, delle nostre istituzioni. Questo è il momento delle scelte e vogliamo che l’Unione europea scelga di essere protagonista», annota Draghi al termine del vertice. In ogni caso «vogliamo aiutare l’Ucraina a difendersi. Lo abbiamo fatto in passato e lo faremo quando necessario». Nella difesa dell’Ucraina gli europei sono tutti insieme, siamo membri leali dell’Unione».
Quanto alla Finlandia, è dalla fine della Seconda guerra mondiale che «siamo compagni di strada». Se i rapporti «sono eccellenti e negli ultimi anni abbiamo avuto un progressivo rafforzamento», come Unione europea «nelle scorse settimane abbiamo mostrato una grande unità rispetto all’Ucraina anche nel cercare una soluzione negoziale e continueremo a farlo». La strada verso la Nato è in ogni caso segnata secondo il presidente del Consiglio. «Vogliamo velocizzare le procedure interne per rendere l’adesione effettiva nel più breve tempo possibile. E intendiamo sostenere la Finlandia e la Svezia in questo periodo di transizione».
L’approdo alla guida del governo di Helsinki
Deputata socialdemocratica dal 2015 con una netta impronta ambientale, Sanna Marin è divenuta primo ministro finlandese a dicembre 2019, a quell’epoca più giovane capo di governo al mondo poi superata in Austria da Sebastian Kurz. Alle elezioni il partito di Marin era prevalso con un programma di superamento degli anni di austerity e di recessione economica. In corso di legislatura la scelta è caduta su di lei in sostituzione del premier (dello stesso partito) Antti Rinne, dimessosi al culmine dei conflitti con il principale partner centrista di coalizione.
Dalle politiche di welfare all’ecologia
Nata e cresciuta ad Helsinki, da due mamme, classe 1985, una carriera politica che ha preso forma a Tampere, tra le prime trenta città hipster al mondo. Della premier sono note le attitudini di dialogo sul fronte social. I suoi argomenti preferiti spaziano dall’ecologia all’istruzione, dal welfare fino alle disparità di reddito, con un’attenzione focalizzata sulle politiche sociali così come sulla spesa per l’occupazione giovanile. Una giovane donna insomma a suo agio con temi cari ai millenials. Come parte della “generazione di Instagram”, anche la sua vita privata è stata comunicata all’esterno in alcuni frangenti. Come durante la gravidanza, dalle foto con il pancione a quelle dell’allattamento.
Lo scoppio del conflitto regionale
L’arrivo della guerra alle porte del Paese ha impresso un corso imprevisto all’agenda dell'esecutivo. Con una dichiarazione congiunta ad aprire la strada alla richiesta di ingresso nella Nato sono stati pochi giorni fa il presidente Sauli Niinistö e la premier finlandese. Un esito, quello della scelta di entrare nel blocco, arrivato dopo decenni di non-allineamento.«L’Italia può contare sul fatto che la Finlandia sarà un partner affidabile della Nato e contribuirà alla sicurezza di tutta l’alleanza», assicura Marin nel punto stampa a Palazzo Chigi. L’adesione alla Nato «rafforzerebbe la sicurezza della Finlandia ma anche l’alleanza nel suo insieme». Per questo «è molto importante che anche il nostro vicino, la Svezia, abbia deciso di fare richiesta. La Finlandia e la Svezia apporteranno insieme un gran contributo alla stabilità e alla sicurezza della regione del Mar Baltico e dell’Europa del Nord, ma anche in Europa in generale».
Il cammino verso l’adesione
Per il sì a Svezia e Finlandia rimane lo scoglio della contrarietà del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, ma i due Paesi che, per quanto neutrali, già partecipavano alle esercitazioni militari della Nato, possono contare sulla regia di cancellerie di peso. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden incontrerà alla Casa Bianca la prima ministra svedese Magdalena Andersson e il presidente finlandese Sauli Niinistö. Nel frattempo il presidente del Consiglio italiano ha confermato alla premier finlandese il sostegno dell’Italia, fiducioso che la Nato possa prendere una linea unanime sulla richiesta di adesione. «Abbiamo chiesto loro di estradare trenta terroristi, ma si sono rifiutati di farlo. Non ci rimandate i terroristi e poi ci chiedete il nostro sostegno per la vostra adesione alla Nato... Non possiamo dire sì per far sì che questa organizzazione di sicurezza sia priva di sicurezza». È l’attacco che nel frattempo, oggi in Parlamento, il presidente turco Erdogan ha sferrato a Svezia e Finlandia. Erdogan in sostanza collega il sostegno della Turchia alla richiesta di adesione dei Paesi nordici alla restituzione dei sospetti.
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