talenti della racchetta

Chi è Sascha Zverev, il nuovo Maestro del tennis

di Eliana Di Caro

Sascha Zverev (Afp)

3' di lettura

Si vedrà agli Australian Open, il primo grande Slam del 2019, se la maturità è davvero arrivata per questi quasi due metri di talento che hanno nel sangue la determinazione sovietica e il rigore tedesco. Finora, infatti, Alexander Zverev nelle quattro maggiori prove del tennis non ha dato il meglio. Tra sabato e domenica, però, vincendo prima contro il suo mito Roger Federer e, in finale al Master di Londra, contro quella macchina da guerra che è Nole Dijokovic, ha dato la dimostrazione di tenuta e continuità che ancora mancava. È stato quindi il momento del trionfo e delle celebrazioni per “Alessandro il grande”, come ha titolato l'Equipe, che a 21 anni, bello come il sole, è sulla buona strada per diventare solido come il suo coach Ivan Lendl di cui già si vede l'impronta.

Le radici
Zverev è nato ad Amburgo il 20 aprile del 1997 da due tennisti originari di Sochi, in Russia, che erano non di buon livello: molto di più. Irina, nota per il suo rovescio a una mano, divenne numero 4 del Paese; Alexander senior addirittura il numero uno, con le potenzialità di diventare uno dei più grandi a livello mondiale. Ma nell'allora Urss la vita agonistica era limitata, non era facile andare all'estero per i tornei. Dopo il crollo del comunismo, le cose cambiarono: Irina andò a giocare in Germania, il marito le faceva da coach. Fu un viaggio che cambiò la loro vita. Di lì a poco si trasferirono ad Amburgo per insegnare il tennis. Il loro primogenito, Mischa, aveva quattro anni. Più tardi sarebbe nato Alexander, per tutti Sascha.

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Respirare il tennis
Sascha cresce a pane e tennis. Suo fratello gioca fino a diventare il miglior junior tedesco, ancora ignaro del fatto che la star di famiglia non sarebbe stata lui. Questo vuol dire per Sascha incontrare i vari Federer, Nadal, Djokovic nelle competizioni cui partecipa anche Mischa. È in una di queste occasioni che chiede l'autografo a Roger e, sorpresa!, si sente rispondere in tedesco… Nel frattempo gioca anche lui, e con la grinta che siamo abituati a vedergli. I genitori la riconoscono. All'età di 12 anni lo portano in Florida per un prestigioso torneo, perde al secondo turno con un ragazzino più piccolo e non sa darsi pace. È allora che abbandona tutto – calcio, hockey – per pensare a una sola cosa.

Alexander Zverev, le foto del suo trionfo all’ATP di Londra

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La crescita
I risultati arriveranno, parallelamente al consolidamento muscolare e fisico (con accelerazioni e decelerazioni un tempo impensabili). Il primo successo importante, nel maggio 2013, non si dimentica: in Italia batte il serbo Laslo Djere nella finale del Trofeo Bonfiglio, ed è il più giovane di sempre ad averlo vinto, a 16 anni. Il primo torneo Atp, dopo prove altalenanti e discontinue, lo porta a casa a San Pietroburgo approdando in finale senza perdere un set e battendo il numero 9 del mondo Berdych. Il 2017 è il suo anno (si fa per dire, avendone solo 21): comincia a febbraio trionfando a Montepellier (in finale contro Richard Gasquet), prosegue a maggio conquistando l'Open di Monaco di Baviera e, soprattutto, quello di Roma. È nel novembre del 2017 che raggiunge il terzo posto in classifica (ora è al quarto)

Gli sponsor
Tutto questo si traduce in una pioggia d'oro, tra premi (solo per il Master ha ricevuto un assegno di 2,5 milioni di dollari) e sponsorizzazioni. Zverev ha un accordo con Adidas e con Head per le racchette, ma anche con Peugeot, Zegna e Richard Mille. L'età, il talento, il carattere, un ottimo allenatore… tutto fa pensare che la sua strada – già luminosa - sia solo agli inizi.

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