Chi è Solovyev, giornalista amico di Putin cui hanno bruciato la villa sul lago di Como
Oligarca moscovita di 58 anni, è considerato uno dei maggiori propagandisti del Cremlino. Veleni e polemiche nella sua trasmissione su Rossija 1
I punti chiave
3' di lettura
A Menaggio, in località Loveno, all’alba è stato appiccato il fuoco all’esterno di una delle due faraoniche ville sul Lago di Como di Vladimir Solovyev, giornalista della Tv russa Rossija 1, amico personale di Vladimir Putin, ultra milionario che, per sé stesso, respinge la definizione di oligarca. Gravi, secondo le autorità locali, i danni all’immobile oggetto di sequestro dall’inizio di marzo a seguito delle sanzioni italiane nei confronti della Russia per la guerra in Ucraina. Scritte contro l’anchorman e contro la guerra sono inoltre apparse sull’altra villa di Solovyev a Pianello del Lario. Il valore dei due immobili italiani del magnate si aggira sugli 8 milioni di euro. L’Italia ha capito di che pasta è fatta Solovyev quando, il 31 marzo scorso, è andato ospite di Diritto e rovescio su Rete 4.
Dalla Tv russa al lago di Como
«Biden può chiamare Putin come crede, non ce ne frega niente. Zelensky è l’assassino, qui». La villa sul lago di Como «l’ho pagata. Controllate e verificate tutti i soldi che ho speso. E adesso mi state dicendo che è troppo?» Le sanzioni «sono contro la legge, un furto». Quanto ai rapporti tra l’Italia e la Russia, «se volete rovinare la nostra economia, odiando i russi e proibendo Dostoevskij, prego». Come se ne esce dalla guerra? «Putin ha preparato un piano molto semplice con le sue richieste. Se questo piano sarà accettato, nessun problema». Sembra avere le idee chiare su tutto ciò che riguarda il suo Paese e il mondo, Solovyev. In quel di Menaggio nessuno pare che abbia mai avuto a che fare con lui che in Russia gode di notevole fama come volto televisivo. Ha 58 anni, è nato a Mosca e ha cinque figli ed è considerato uno tra i principali propagandisti del Cremlino.
Il giornalista preferito da Putin
Nel curriculum ha diversi libri dal titolo inequivocabile come Siamo russi, Dio è con noi, o anche Nemici della Russia e Putin, guida per gli empatici. Grande talento polemico, è partito dalla radio nel 1997, ma deve gran parte delle sue fortune al ruolo di opinionista televisivo. Nel 2014, secondo quanto riferisce il Guardian, era stato segretamente insignito insieme ad altri giornalisti di un premio consegnato dallo stesso Putin per la copertura mediatica «oggettiva» della guerra in Crimea: nel suo programma su Rossija 1 era pieno di esperti che cantavano le lodi del presidente russo.
Gli sfoghi contro le sanzioni
Per i blog indipendenti che si oppongono al regime, Solovyev è solo un «soldato della guerra informativa» e anche l’attivista Alexey Navalny, in carcere perché considerato il principale oppositore di Putin, lo ha attaccato diverse volte. Le sanzioni occidentali lo hanno colpito particolarmente. «Mi hanno detto che l’Europa è una cittadella dei diritti, che tutto è permesso, questo è quello che hanno detto. So per esperienza personale dei cosiddetti sacri diritti di proprietà», ha detto durante un suo show del venerdì sera, chiamato The Evening su Rossija 1. «A ogni transazione portavo dei documenti che dimostravano il mio stipendio ufficiale, il reddito, facevo tutto. L’ho comprata, ho pagato una quantità pazzesca di tasse, ho fatto tutto. E improvvisamente qualcuno decide che questo giornalista è ora nella lista delle sanzioni. E subito si ripercuote sul tuo immobile. Aspettate un attimo: avevate detto che l’Europa ha dei diritti di proprietà sacri!».
loading...