le mosse allo sportello

Chi ha un conto in banca da oltre 10 anni paga il doppio dei nuovi clienti

Cambiare banca fa risparmiare anche 50 euro all’anno sul conto

di Gianfranco Ursino

Oltre 10mila miliardi sui conti correnti degli europei

3' di lettura

Le pressioni delle authority, da Banca d’Italia all’Antitrust, sono servite nel recente passato per calmierare i costi dei servizi bancari, ma solo momentaneamente. In particolare per i conti correnti la discesa si è interrotta nel 2015 per poi risalire nel triennio successivo (2016-18) con un aumento medio del costo annuo che nel complesso ha superato i 10 euro per le famiglie italiane. Rincari che sono ripartiti proprio quando gli organi di vigilanza hanno allentato la loro azione di moral suasion.

L’ultima indagine condotta dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato è stata pubblicata nel 2013 e la stessa Banca d’Italia nell’ultima nota diffusa nel 2017 sul fenomeno dello ius variandi, nel sottolineare le condotte poco coerenti degli intermediari, passava la “patata bollente” di dover verificare di volta in volta la sussistenza del giustificato motivo all’Abf e all’autorità giudiziaria. Per evitare di intasare i collegi dell’Arbitro bancario finanziario e le aule dei tribunali, forse un nuovo intervento esplicativo di Banca d’Italia sarebbe auspicabile.

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La spinta dal basso
Fare affidamento solo sull’azione delle authority non basta. Occorre che gli stessi consumatori, che fino a oggi sono sempre stati restii a cambiare conto corrente, facciano la loro parte. Per dispiegarsi appieno, la concorrenza ha bisogno di una forte spinta dal basso. Anche l’efficienza apportata dai progressi tecnologici nel digital banking rischia altrimenti di essere vanificata.

Eppure l’entità del risparmio ottenibile passando da un conto all’altro è cospicua, anche di 50 euro annui, come rileva ormai da anni la stessa Banca d’Italia. Chi ha un conto da oltre 10 anni paga il doppio di chi l’ha aperto nel corso dell’ultimo anno, anche presso la stessa banca. Nonostante queste differenziazioni, il grado di fidelizzazione della clientela resta molto elevato e rimane bassa la tendenza a rinegoziare le condizioni anche all’interno del medesimo istituto.

I margini di manovra
Il cliente ha diritto di conoscere preventivamente tutte le variazioni delle condizioni che gli saranno applicate, in particolare di quelle a lui sfavorevoli, come l’aumento dei costi e la riduzione dei tassi attivi, almeno 60 giorni prima che queste modifiche diventino operative.

Una comunicazione preventiva che deve anche illustrare le motivazioni che sono alla base della modifica unilaterale. In ogni caso il cliente deve avere due mesi a disposizione per valutare le modifiche e recedere eventualmente dal contratto senza alcuna spesa. Dal 25 giugno 2015, con l’entrata in vigore della Dl n.3/2015, il trasloco del conto è anche più semplice e deve essere concluso entro 12 giorni lavorativi, senza oneri e senza adempimenti burocratici a carico del cliente che deve solo chiedere alla nuova banca di curare gratuitamente lo spostamento.

Le verifiche periodiche
Occhio però perché per accaparrarsi nuovi clienti le banche mettono in atto aggressive politiche di marketing. Ma una volta acquisito il cliente la nuova banca può cambiare le condizioni e per questo è sempre bene rivedere la propria posizione: le agevolazioni e le condizioni di miglior favore non durano in eterno. Periodicamente è quindi opportuno rinegoziare le condizioni o cambiare conto, altrimenti i differenziali di spesa si stratificano negli anni e i maggiori oneri per i clienti più fedeli diventano sempre più rilevanti. E per contestare gli eventuali addebiti ingiustificati i clienti possono rivolgersi, con soli 20 euro, all’Arbitro bancario finanziario.

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