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Chimica, Cfs trasforma i catrami in gas e azzera una bolletta da 7 milioni

La tecnologia, su cui è stata fatta domanda di brevetto in Italia, utilizza gli scarti di produzione come combustibile e recupera oltre il 99% delle peci

di Cristina Casadei

2' di lettura

Nell’economia circolare della chimica arriva un nuovo brevetto, dove l’ultimissimo scarto di produzione azzererà la bolletta del gas. Cfs (Camlin Fine Sciences) Europe, specializzata nella produzione di difenoli e derivati e di antiossidanti naturali per l’industria alimentare e cosmetica, nelle scorse settimane, ha depositato all’ufficio brevetti italiano la domanda per brevettare un processo che consentirà «di rendere l’azienda autonoma dalla rete del gas e di mettere un nuovo pilastro nella carbon neutrality. Lo scorso anno abbiamo speso 7 milioni di euro nella bolletta del gas: una volta che entrerà a regime il gassificatore, entro il 2025, la voce sarà pressoché azzerata perché il gassificatore produrrà circa 8.500 megawatt», spiega Massimo Cupello Castagna, presidente e ad della multinazionale chimica Cfs Europe che ci tiene a sottolineare il made in Italy del brevetto, nato da un team di ingegneri che opera nel sito di Ravenna, gemello di quello indiano.

Massimo Cupello Castagna - Amministratore Delegato e Presidente CFS Europe

La tecnologia

Semplificando e in estrema sintesi il procedimento è in grado di trasformare i catrami, le peci, tipico scarto di produzione, in gas da utilizzare come energia. Il processo di gassificazione recupera oltre il 99% degli scarti. Nel caso della Cfs Europe parliamo di 5,5 milioni di chilogrammi (5.500 tonnellate), pari ad un volume di circa 250 autobotti all’anno di peci che devono essere smaltite, con elevati costi e tempi di smaltimento, dovuti sia al trasporto su camion, dalla fabbrica all’inceneritore, sia al processo di eliminazione. Ciò che va sottolineato è che «il nuovo processo riusa le peci, ossia lo scarto della produzione, e consentirà di evitare 5.500 chilogrammi di scarto. E di risparmiare 12.500 tonnellate di CO2», continua il manager.

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L’investimento

Per realizzare il progetto, Cfs investirà 15 milioni di euro e ha già individuato i terreni vicini allo stabilimento nei quali verrà impiantato il gassificatore di 45 piani, una volta che arriverà la valutazione di impatto ambientale. Al progetto italiano, seguirà quello indiano e la successiva diffusione della tecnologia per la quale «faremo domanda di brevetto sia in Europa che a livello globale, perché si tratta di una tecnologia unica, che abbiamo ideato dopo anni di ingenti investimenti in Ricerca e Sviluppo e che consideriamo in grado di cambiare per sempre il panorama dell’industria chimica, e non solo, in Italia e nel mondo», dice Cupello Castagna.

Il riuso

Il riuso degli scarti dà invece origine a un processo virtuoso che consente di dare un contributo alla carbon neutrality e di risparmiare. Per Cupello Castagna «questo nuovo processo si inserisce perfettamente nel più ampio piano industriale che ha come obiettivo la carbon neutrality di Cfs Europe entro il 2025 e che coinvolge tutti gli ambiti della nostra attività. È una vera rivoluzione green, una pietra miliare per la tutela del nostro pianeta. Possiamo concretamente parlare di circular economy».

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