Chinguetti, mitica città letteraria della Mauritania
Un itinerario culturale nel settimo luogo santo dell'Islam che custodisce le biblioteche perdute nel deserto del Sahara
di Luca Bergamin
I punti chiave
4' di lettura
“Sulle sabbie del deserto come sulle acque degli oceani non è possibile soggiornare, mettere radici, abitare, vivere stabilmente. Nel deserto come nell'oceano bisogna continuamente muoversi, e così lasciare che il vento, il vero padrone di queste immensità, cancelli ogni traccia del nostro passaggio, renda di nuovo le distese d'acqua o di sabbia, vergini e inviolate”. Questa di Alberto Moravia, viaggiatore sensibile, è una delle descrizioni liriche che ci ha lasciato sul Sahara. Lo scrittore partiva con Dacia Maraini e spesso in compagnia di Pier Paolo Pasolini. L'Africa era una delle mete che amava di più.
Viaggiando in Mauritania
Rileggendo le parole di Moravia viene naturale pensare a come sia mobile la scenografia dell'Africa e la sabbia. A Chinguetti, patrimonio dell'umanità Unesco, la città delle antichissime biblioteche in mezzo al nulla, il legame tra deserto e letteratura è fortissimo, inscindibile, ancestrale. Lo testimonia il comportamento di Mohamed Mahmoud, che di professione fa il custode di meraviglie: egli compie lo stesso rituale ogni giorno. Anche se i libri sugli scaffali di terra ocra sono assai meno di una volta e nonostante i connazionali disposti a consultarli siano troppo avanti con gli anni, il conservatore della Libreria Al-Hamoni estrae un antichissimo manoscritto del Corano dalla sua custodia in cuoio rinsecchito dall'usura del tempo e mangiata dalla polvere. Con un pennellino, poi spolvera questi gioielli letterari e artistici che fanno di Chinguetti la città tesoriera delle biblioteche perdute nel deserto della Mauritania.
Chinguetti, settimo luogo santo dell’Islam
Questo è il settimo luogo santo dell'Islam: pellegrini e studiosi per secoli vennero qui a studiare, leggere, lasciando in dono e deposito migliaia di libri. Le biblioteche raggiungessero il numero ragguardevole di 24 unità. Poi le termiti, in certi casi l'incuria, in altri la sottrazione a fini commerciali, hanno assottigliato questo patrimonio scritto protetto dall'Unesco dal 1996. Eppure la magia di questo lascito di carta è intatto, ammanta tuttora questa città carovaniera, sorta all'imbocco di uno wadi tutto glabro, cinta dalle dune che certe volte la fanno scomparire dall'orizzonte facendo così dubitare che Chinguetti esista ancora. Una volta, qui, si arrivava a dorso di cammello dopo avere scavallato l'Amoghar Pass per ammirare le sue pitture rupestri. Ancora oggi che le jeep possono solcare il deserto, si resta ammaliati dai palazzi color ocra tutti screpolati e dalla facciata incartapecorita come una pelle di tartaruga della moschea quattrocentesca, dai nomadi che lasciano le tende per mescolarsi agli abitanti bibliofili: osservarli seduti sul terriccio dell'Ahel Ahmed Wanane Library, avvolti nelle loro tuniche blu, mentre coi loro occhi d'agata lanciano sguardi come dardi sui manoscritti rappresenta un'esperienza mistica. Intorno ogni giorno c'è il movimento dei mercati, si odono le voci dei venditori di datteri, confusi ai richiami rivolti dai pastori ai loro greggi.
Rapiti dal fascino del Sahara
Un tempo qui giungevano le carovane del sale, ansiose di trovare un po' di tregua dagli assalti orditi nei loro confronti dai predoni del deserto. Adesso questa distesa infinita di sabbia incute rispetto ma non più paura. A bordo di una jeep, infatti, si può andare alla scoperta di Oudane, villaggio berbero sull'altipiano dell'aerar che rappresenta l' ultimo avamposto umano nel Sahara del Nord mauritano - è stata una importante stazione di posta della colonia portoghese - , per curiosare tra i suoi vicoli e guardare i discendenti dei nomadi intenti in interminabili partite di dama in cui le pedine sono fatte da sterco di cammello. Da loro si apprende la storia, magica anch'essa, del Guelb El Richat, l'Occhio del Sahara, una voragine circolare a forma di cupola vulcanica, somigliante a un'immensa ammonite dal diametro di oltre 40 km, formatasi nel Cretaceo e poi franata su sé stessa, dal grande impatto emotivo. E ci si può spingere sino a perdersi in quelll'oceano di dune mosse che è l'Erg Ouarane. Là in mezzo, sembrerà di rivedere Mohamed che accarezza e spolvera i libri di Chinguetti: un'allucinazione o forse semplicemente quell'incanto che non svanisce.
I tour organizzati
Adesso si può raggiungere Chinguetti viaggiando con il tour operator Kel 12 e con I Viaggi di Maurizio Levi che insieme tracciano itinerari sempre interessante rispettosi dell'ambiente e popolazioni locali. Tra le mete da non perdere vi sono senza dubbio l'oasi di Terjit, un paradiso verde sulla punta occidentale del Plateau di Adrar in cui le tribù berbere da sempre celebrano i matrimoni nel corso di feste, canti e appunto balli che si protraggono anche per giorni interi - tanti rappresentanti dei regni africani vengono qui per festeggiare la salita al trono, oppure semplicemente a bagnarsi nelle acque fresche, spiluccando i datteri caduti dai rami - approfittando delle sorgenti termali che fuoriescono dal sottosuolo costituiscono un richiamo irresistibile. Emozionanti sono anche i sentieri di trekking che si incuneano tra le pareti della roccia rossa. Questa spettacolare scenografia naturale abbraccia e cela Terjit, smeraldo verde e segreto del Sahara. Così quando si riparte viene da pensare che avesse ragione un'altra scrittrice avventurosa, Gertrude Bell: “Osservate il deserto di prima mattina e morite, se potete!”.
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