Idee e Luoghi

Chioggia, Napoli e Courmayeur tra le 52 mete del New York Times per il 2022

La testata americana punta i riflettori sulla «piccola Venezia», sul Monte Bianco e sulla costa partenopea come luoghi più adatti al turismo sostenibile

di Giambattista Marchetto

3' di lettura

Il borgo lagunare noto come “piccola Venezia” è la prima delle 52 mete che il New York Times suggerisce ai lettori per scoprire il cambiamento (climatico e sociale) in atto. Dal Monte Bianco alla costa partenopea, altri spunti “sostenibili”

Con Venezia afflitta da overtourism, colpita dalla pandemia eppure già di nuovo affollata, il New York Times punta i riflettori sulla “Venezia minore”. Nella consueta lista di inizio anno che suggerisce i 52 luoghi da visitare nel mondo, per il 2022 la testata americana indica infatti al primo posto Chioggia, «costruita su un agglomerato di isole della laguna veneta, con edifici secolari che sorgono dai canali in tutto il loro splendore decadente».

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Chioggia

«Venezia è così preoccupata di tornare ad essere invasa ancora una volta dopo la pandemia che ha in programma di ricorrere a telecamere di sorveglianza e controllo dei dati su mobile per controllare la folla», osserva infatti la corrispondente italiana del NYT Anna Momigliano, che suggerisce di visitare altri luoghi culturalmente ricchi come Chioggia per alleviare la pressione.

Chioggia

«Piccola Venezia» a chi?

Il mito la vuole fondata da Clodio, compagno di viaggio di Enea, ma le ricerche archeologiche collocano la nascita di Chioggia all'inizio del secondo millennio avanti Cristo. Conosciuta già in età romana per la sua posizione strategica, perno di una rete di comunicazione fluviale, la città fu importante per la produzione di sale. Devastata da successive invasioni barbariche, la città cambiò volto a ripetizione e la comunità clodiense fu importante per la nascita di Venezia.

E in effetti la definizione di “piccola Venezia” sta stretta ai marinanti di Chioggia che – come ricorda Momigliano – semmai scherzano sulla primogenitura e sul meraviglioso “spinoff” che si è sviluppato in laguna facendo perno su Rialto. «Oggi – riferisce la scheda del NYT - Chioggia è meta di visitatori italiani e tedeschi, attratti sia dalle bellezze architettoniche del centro storico che dalle spiagge a misura di famiglia del suo borgo di terraferma, Sottomarina. La città, che ha conservato una ruvida atmosfera marittima, può fungere da base ideale per gite in bicicletta. È noto anche per il suo radicchio». E in effetti le ragioni per godere dell'atmosfera fuori dal tempo tra le calli chioggiotte sono molte: una autenticità spigliata, a tratti sgarbata, che trova sostanza anche nella tradizione gastronomica.
Se il pesce di laguna la fa da padrone nella tradizione veneziana, la flotta peschereccia muove al largo di Chioggia rifornendo il mercato del miglior pesce dell'Adriatico e recentemente c'è anche una cozza (Mitilla) che orgogliosamente porta il nome della cittadina marinara sulle tavole di mezzo mondo. Fuori dal centro storico, incantevole anche quando arriva l'acqua alta (sì, come a Venezia), tra i campi di radicchio e asparagi si possono imboccare sterrati in bicicletta e arrivare fino al mare. I paesaggi sono pittoreschi, ma difficilmente artificiosi. E il turismo balneare per famiglie non è certo sofisticato.

Napoli, uno scorcio della città e del Vesuvio di notte, vista da Posillipo (Agf Creative)

Anche Napoli e Courmayeur tra le 52

Da dove nasce l'idea di Chioggia come destinazione ideale nel 2022? Al terzo anno di pandemia, il New York Times ha scelto di mettere in evidenza i luoghi in cui il cambiamento climatico e sociale sta effettivamente avvenendo, «dove le terre selvagge in via di estinzione vengono preservate, le specie minacciate vengono protette, i torti storici vengono riconosciuti, le comunità fragili vengono rafforzate - e dove i viaggiatori possono prendere parte al cambiamento».

Napoli

Ecco che alla tappa lagunare si aggiungono altri due angoli d'Italia che incarnano i cambiamenti di paradigma imposti dalla pandemia. La meravigliosa Napoli che, secondo Anna Momigliano «ha di fronte un futuro precario. Senza alcun intervento, questa città densamente popolata dovrebbe sperimentare 55 giorni di caldo estremo all’anno entro il 2049 e 93 giorni entro il 2081, secondo un recente rapporto». Il NYT racconta allora di progetti per incentivare l'utilizzo di energie rinnovabili e la spinta verso un turismo sostenibile, a piedi.

Val Ferret di notte (credit - Giacomo Buzio)

La terza meta è Courmayeur. «Questa affascinante cittadina ai piedi del Monte Bianco, in una regione storicamente francofona d’Italia, ha da tempo cercato di trovare un equilibrio tra turismo e conservazione – rimarca la scheda del NYT - Decenni prima che l'overtourism diventasse allarmante, Courmayeur iniziò a limitare in estate l’accesso alle due alte valli, la Val Veny e la Val Ferret», che d'inverno diventano piste da sci senz'auto.

Courmayeur - sci di fondo (credit - Giacomo Buzio)

E non manca un allarme sullo stato di salute del ghiacciaio sul Monte Bianco.

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