i reati ipotizzati

Alitalia, chiusa l’inchiesta: 21 indagati eccellenti

Rischiano il giudizio in 21 tra vertici, ex componenti del cda, commissari e consulenti che si sono susseguiti negli anni nell'amministrazione

(ANSA)

2' di lettura

Rischiano il giudizio in 21 tra vertici, ex componenti del cda, commissari e consulenti che si sono susseguiti negli anni nell'amministrazione di Alitalia. La Procura di Civitavecchia ha chiuso le indagini sulla gestione della compagnia di bandiera notificando il 415 bis agli indagati. Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali e ostacolo alle funzioni di vigilanza.

Gli indagati
Tra gli indagati nell'inchiesta su Alitalia figurano anche l'attuale ad di Unicredit Jean Pierre Mustier, la vice presidente di Confindustria Antonella Mansi e l'ex commissario di Alitalia e liquidatore di Air Italy, Enrico Laghi. Nel procedimento - oltre ai nomi già conosciuti di Montezemolo, Ball Cramer e Hogan - risulta indagata anche la società Alitalia Sai per responsabilità amministrativa degli enti. La Procura di Civitavecchia ha notificato l’atto a: Silvano Cassano, Luca Cordero di Montezemolo, Mark Ball Cramer, Duncan Naysmith, Reginald James Hogan, Carlo Rosati, Claudio De Cicco, Matteo Mancinelli, Paolo Merighi, Corrado Gatti, Alessandro Cortesi, Roberto Colaninno, Denis James Rigney, Jean Pierre Mustier, Giovanni Bisignani, Andrea Paolo Colombo, Antonella Mansi, Enrico Laghi, Domenico Falcone, John Charles Shepley, Giancarlo Schisano.

I reati ipotizzati
Nei loro confronti sono ipotizzati, a vario titolo, la bancarotta fraudolenta, l'ostacolo all'autorità di vigilanza e falso in atto pubblico. Secondo le indagini alcuni tra gli indagati avrebbe fornito «indicazioni di dati di segno positivo difformi dal vero», «consentendo il progressivo aumento dell'esposizione debitoria e cagionando o comunque concorrendo a cagionare il dissesto della società». Nel mirino degli investigatori della Guardia di finanza ci sono, tra le altre cose, le plusvalenze del 2016, calcolate in 39 milioni di euro, servite a «migliorare - si legge negli atti - artatamente i dati sulle condizioni economiche di Alitalia Sai, allo scopo di comnpensare risultati negativi».

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