New York

Christie’s, garanzie ai lavori chiave e un T-Rex salvano l’asta televisiva

Nessun espediente riesce a sollevare l'assenza di interazione personale; il mercato sostenuto da obbligazioni terze con qualche eccezione aggiudica opere per 340 milioni di dollari

di Giovanni Gasparini

Christie’s, garanzie ai lavori chiave e un T-Rex salvano l’asta televisiva

4' di lettura

In un anno senza Covid in questa settimana saremmo a Londra in una sala d'aste gremita, ma in questo anno che di normale non ha nulla ci vediamo, invece, costretti a seguire da casa una specie di spettacolo televisivo in diretta da New York, con un banditore collegato ai suoi colleghi sparsi nel mondo e opere d'arte rigorosamente in video mortificate da musichette e commentatori imbarazzanti e fuori luogo. Ciò non ci ha impedito di appisolarci più volte nella notte europea, per la quasi totale assenza di azione a causa di scarsissimi rilanci. Se questo è il futuro delle aste secondo Christie's , supposto leader del mercato, siamo nei guai.. e guai seri.
Dopo sette mesi di osannate aste online o semi-online e semi-reinvenzioni della ruota sarebbe ora di dire la verità: questo mercato non è adatto ad essere trasferito su piattaforme impersonali. L'online ha ampiamente dimostrato i suoi enormi limiti, funziona dove è ovvio funzioni, ovvero nella parte bassa del mercato e coi multipli.
Per i lavori importanti la differenza la fanno le garanzie, soprattutto di parti terze, almeno fino a che gli investitori non rivedranno le statistiche e capiranno che il rischio di restare con il lavoro garantito in mano è ben più reale di prima. Come è accaduto in questa asta mista di arte dall'Impressionismo ai giorni nostri, con un salto finale indietro nel tempo con un Tyrannosaurus Rex dal South Dakota, che poco ha a che fare con l'arte e molto con il marketing.

L'asta: catalogo e risultati generali

Ma andiamo per ordine: il catalogo XX-XXI secolo proposto da Christie's conteneva 58 opere d'arte e lo scheletro del fossile. La politica anti-trasparenza e anti-informazioni della casa d'aste fa comparire fra i risultati solo 46 lotti, poiché i ben quattro lavori ritirati – fra cui opere milionarie di Picasso, Matisse e Brice Marden con un potenziale di stima attorno ai 40 milioni di dollari complessivi – sono scomparsi dal sito già durante l'asta e i nove lotti invenduti sono stati tolti appena dopo. Purtroppo la politica di ridurre enormemente la produzione e diffusone dei cataloghi cartacei, uno dei pochi servizi di vera valorizzazione che le case d'aste sinora hanno offerto ai venditori, rende sempre più difficile conservare la vera memoria storica dell'asta, poiché quando tutto è online tutto diviene manipolabile, un po' come le fotografie del periodo stalinista in cui scomparivano i personaggi indesiderati. Ciò complica inutilmente il nostro lavoro, le stime e i relativi risultati. L'incanto ha portato complessivamente 340 milioni di dollari, di cui 31 milioni per il fossile del tardo Cretaceo stimato tra 6-8 milioni di dollari, quindi circa 309 milioni per l'arte incluse le commissioni (267 milioni senza), contro una stima pre-asta di 277-400 milioni d $, quindi decisamente verso la parte bassa. Valori decisamente inferiori rispetto all'asta del 10 luglio che però portava più lotti e ancora un maggior numero di garanzie.

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Christie’s, le opere battute in tv

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Principali realizzi e garanzie

Solo due lavori d'arte hanno raggiunto i 30 e passa milioni realizzati dal dinosauro, ed in entrambi i casi sono finiti in mano ai rispettivi garanti dell’ultima ora, annunciati ad asta in corso. Si tratta di un tipico lavoro ‘italiano' di Cy Twombly, una grande tela di oltre due metri per lato con i caratteristici segni grafici dedicata a Bolsena nel 1969, già in importanti collezioni che ha raggiunto la stima bassa di 35 milioni di $, a cui vanno aggiunti 3,5 milioni di commissioni ridotte dal premio per il rischio assunto. È finita probabilmente al garante anche una drammatica tela astratta «Untitled» dai toni violaceo cupi composta da Mark Rothko nel 1967, passata di mano a 31,3 milioni di $ con le commissioni, quindi a 28 milioni, da una stima di 30-50 milioni di $. Proveniente dalla stessa collezione, quella del miliardario in crisi Ron Perelman, una caratteristica ‘Woman' di De Kooning della prima metà degli anni ‘50 è passata di mano alla stima bassa di 20 milioni, pari a 23,6 milioni con le commissioni. Ha fatto fatica a decollare anche una composizione in rosso del 1946 con classico dripping di Jackson Pollock, messa in vendita da un museo americano di Evers una decisone contestata su cui pende ancora un ricorso in sede giudiziaria, finita al garante per 13 milioni di dollari da una stima di 12-18 milioni.

Luci e ombre per Impressionisti e Moderni

Cambia il periodo ma non la sorte per una «Natura morta» di Cezanne da 80 anni nella stessa collezione, presentata con stima a richiesta e aggiudicata probabilmente al garante per 28,6 milioni di $, pur sempre nuovi prezzo record per un lavoro su carta di inizio ‘900 e dalle medie dimensioni. Il lavoro post-impressionista è stato superato anche da un ritratto dell'artista Dora Maar, sua amante, dipinto da Picasso nel periodo della guerra, una composizione di oltre un metro per lato datata 1941, dai toni grigi e cupi come il momento storico; anch'essa protetta da una garanzia, ‘Femme dans un fauteuil' ha sfiorato la stima alta di 30 milioni, una volta aggiunte le commissioni. Ben otto i Picasso in asta, di cui uno ritirato e uno invenduto e sei venduti per un totale di oltre 50 milioni. Prezzo record per un grande paesaggio di Emil Nolde del 1911 che si è fermato a 7,3 milioni da una stima di 6-8 milioni, rendendo inutile la garanzia sul lotto. Fra i lavori non garantiti spicca l'ottimo risultato per una composizione ritmica («Rythmische Baumlandschaft») del 1920 di Paul Klee, che ha sfiorato i 4 milioni di $, il doppio della stima bassa.

Mercato dinamico per il Contemporaneo

Fra i lotti maggiormente contesi vi sono stati una grande composizione di Cecily Brown del 2004 che è passata di mano a 5 milioni di dollari e una tela del 2007 di Mark Bradford ‘Ghost Money' che in cinque anni ha raddoppiato il suo prezzo passando di mano a 7 milioni di dollari. Non è andata, invece, una statua-delfino di Jeff Koons, mentre sempre in ambito neo-Pop ‘Mickey' di Damien Hirst è stata aggiudicata per 2,3 milioni di dollari, un multiplo della stima nonostante si tratti di un bronzo in edizione di 3+2ap. Il prossimo appuntamento in asta è a Londra dal 20 al 22 ottobre, mentre rimane incerta la data delle tradizionali e cruciali aste a New York a novembre, di cui forse questa era l'anticipazione in un clima di incertezza per le elezioni presidenziali Usa e per il Covid.

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